Nell'inserto "Sette" del Corriere della Sera di oggi,
trovo una intervista a Marija Pavlovic su Medjugorje.

Per chi fosse interessato, la riporto nel seguito:

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Marija Pavlovic è una dei sei veggenti di Medjugorje.
Da vent'anni, ogni giorno avrebbe un'apparizione della Vergine.
E il 25 del mese riceverebbe un messaggio <pubblico>.
Un annuncio di catastrofi? No, un invito alla conversione e alla
preghiera,
come spiega lei a <Sette> in questa intervista in cui esorta ad avere
fiducia nel futuro.
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di Michele Brambilla (Corriere della Sera)
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Sui grandi giornali è passato un po' sotto silenzio, quest'anno, il
ventennale dei fatti di Medjugorje. Eppure, qualche cifra dovrebbe far
riflettere: da quel 24 giugno 1981 in cui sarebbero cominciate le
apparizioni della Madonna, ben trenta milioni di persone sono andate in
pellegrinaggio, da tutto il mondo, in quello sperduto villaggio
dell'Erzegovina; ventitrè milioni di comunioni sono state là distribuite
ai fedeli; gruppi di preghiera sono nati in tutti i continenti; Radio
Maria, che è uno dei «frutti» di Medjugorje, è oggi - con il suo milione
e 650 mila ascoltatori al giorno - il mezzo di comunicazione cattolico
più diffuso Italia.

Mediugorie è dunque un «caso» che non si può ignorare. Un caso su cui la
Chiesa non si è ancora pronunciata: ne potrebbe averlo fatto, visto che
le, apparizioni sono tuttora in corso. E' certo che, all'interno del
mondo cattolico, ci sono posizioni diverse. Contrario è il vescovo
locale, quello di Mostar, monsignor Ratko Peric. Favorevoli sono invece
i francescani, in quell'area molto amati dalla popolazione: la gente
ricorda che, nei quattro secoli di occupazione Ottomana e nei
cinquantanni di regime comunista, i frati resistettero anche affrontando
il martirio, mentre il clero secolare non avrebbe dato grandi prove di
coraggio. Favorevole è anche il più noto mariologo del mondo, il
francese Renè Laurentin.

Contrario è un libro uscito l'anno scorso in Francia, Faussaires de Dieu
( Falsari di Dio, editore Presses de la Renaissance), scritto dal
giornalista fiammingo Joachin Bouflet. Favorevole è un libro uscito in
queste settimane in Italia e già ai primi posti delle vendite nelle
librerie religiose,

Maria, Alba del terzo millenio, scritto dai giornalisti Riccardo Caniato
e Vincenzo Sansonetti (Edizioni Ares).
(nota P.T.: Inserto di esegesi teologica di Padre Livio, vi sono
numerose testimonianze dei sacerdoti, vescovi e cardinali recatisi a
Medjugorje)

Contrari, nella stampa cattolica, i periodici della San Paolo: Famiglia
Cristiana, Jesus, Vita Pastorale.
Favorevoli, infine, il mensile Studi Cattolici, il cui direttore, Cesare
Cavalleri, ha dedicato a Medjugorje l'editoriale di novembre.

E qui arriviamo al collegamento tra Medjugorje e i giorni nostri.
Cavalleri ha ricordato più volte, in ottobre, il Papa ha ripetuto - pur
senza citare esplicitamente Medjugorje - il messaggio che i sei veggenti
attribuiscono alla Vergine: e cioè che <l'arma> da usare contro la
guerra è la preghiera; per la precisione, la recita quotidiana del
rosario. Non solo: il 30 settembre, giorno di apertura del Sinodo dei
vescovi, il Papa ha pronunciato parole che, scrive Cavalleri, <sembrano
quasi riecheggiare il messaggio di Medjugorje>, e ha chiamato Maria
<Regina della Pace>, come la Verigine si sarebbe definita in queste
apparizioni. Ciò non significa, naturalmente, che il Papa abbia espresso
così un giudizio favorevole su Medjugorje; anche se la simpatia e
l'affetto di Wojtyla per quel luogo sono noti, e testimoniati da
numerosi vescovi e cardianali (nota P.T.: vedi il libro "Maria, Alba del
terzo millenio).

Il ricorso a una vecchia devozione come il rosario, dunque, per
combattere la guerra. Per i dotti e i sapienti del mondo - usiamo
un'espressione evangelica - questa è follia. Ma la Madonna insiste
proprio sulla necessità di pregare: così ci dice nell'intervista che
pubblichiamo di seguito Marija Pavlovic, una dei sei veggenti di
Medjugorje.

Marija Pavlovic ha 36 anni. Ne aveva sedici quando, insieme con cinque
amici, sul Crnica, una collina di Medjugorje, -vide per la prima volta
la Madonna. Da allora la «Gospa», come la chiama lei in croato, le si
ripresenta tutti i giorni: alle sei meno un quarto del pomeriggio ora
solare, ovunque Marija si trovi. E il 25 di ogni mese le rivela un
messaggio pubblico: da divulgare, tramite il parroco di Medjugorje, a
tutto il mondo.

Da otto anni Marija vive in Italia, a Monza, provincia di Milano. Ha
sposato un italiano, e ha tre figli. «Può ancora vivere un uomo su cui
Dio ha posto lo sguardo?», si chiedeva Péguy e in effetti Marija ha
dovuto sopportare tante prove. Decine di visite psichiatriche,
l'ostilità della polizia comunista, e perfino quella del suo vescovo. Ma
chi la incontra ha l'impressione di una donna felice. Colpisce,
soprattutto, la sua «normalità»: migliaia di persone la cercano pensando
che abbia il potere di guarire, o di vedere il futuro. Lei accoglie
tutti, ma rifugge da una religione magica, miracolistica, ed è decisa
quando spiega: «Non ho alcun potere soprannaturale, a chi mi chiede
aiuto dico: posso pregare per te, ma la mia preghiera vale come la tua,
la Madonna ascolta tutti».
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Intervista:

M.B:
Signora Pavlovic, cominciamo dai tragici eventi di questi mesi. Dov'era
quando sono state distrutte le due torri di New York?

«Stavo tornando proprio dall'America, dov'ero andata per una conferenza.
Con me c'era un giornalista di New York, cattolico, che mi ha detto:
queste catastrofi succedono per svegliarci, per avvicinarci a Dio.

L'ho preso un po' in giro. Gli ho detto: sei troppo catastrofico, non
vedere così nero».

M.B:
Lei non è preoccupata?

«Io so che la Madonna ci dà sempre una speranza. Il 26 giugno del 1981,
alla sua terza apparizione, ha pianto e ha chiesto di pregare per la
pace. Mi disse (quel giorno apparve solo a Marija, ndr) che con la
preghiera e con il digiuno si può allontanare la guerra.

M.B:
In quel momento nessuno di voi, in Jugoslavia, pensava alla guerra?

«Ma no! Quale guerra? Era passato un anno dalla morte di Tito. Il
comunismo era forte, la situazione era sotto controllo. Nessuno poteva
immaginare che nei Balcani ci sarebbe stata una guerra».

M.B:
Quindi era un messaggio incomprensibile, per lei?

« Incomprensibile. Lo capii solo dieci anni dopo. Il 25 giugno del 1991,
nel decimo anniversario della prima apparizione di Medjugorje (la prima
in assoluto è del 24 giugno 1981, ma il 25 è il giorno della prima
apparizione a tutti e sei i veggenti, ndr), la Croazia e la Slovenia
proclamarono la loro separazione dalla Federazione jugoslava. E giorno
dopo, 26 giugno, esattamente dieci anni dopo quell'apparizione in cui la
Madonna aveva pianto e mi aveva detto di pregare per la pace, l'armata
federale serba invase la Slovenia».

M.B:
Dieci anni prima, quando parlavate di una possibile guerra, vi avevano
presi per pazzi?

«Credo che nessuno come noi sei veggenti sia mai stato visitato da così
tanti medici, psichiatri, teologi. Abbiamo fatto tutti gli esami
possibili e immaginabili. Ci hanno persino interrogati sotto ipnosi ».

M.B:
Tra gli psichiatri che vi hanno visitato c'erano anche non cattolici?

Certo. Tutti i primi medici erano non cattolici. Uno era la dottoressa
Dzuda, comunista e di religione mussulmana, nota in tutta la Jugoslavia.
Dopo averci visitati, disse: "questi ragazzi sono sereni, intelligenti,
normali. I matti sono quelli che li hanno portati qui" ».

M.B:
Questi esami sono stati fatti solo nel 1981 o sono continuati?

«Sono continuati sempre, fino all'anno scorso ».

M.B:
Quanti psichiatri l'avranno visitata?

«Non so ... (ride, ndr). Noi veggenti ogni tanto scherziamo quando a
Medjugorje arrivano i giornalisti e ci chiedono: ma non è che siete
malati di mente? Rispondiamo: quando voi avrete dei documenti che vi
dichiarano sani di mente come ce li abbiamo noi, tornate qui e
discutiamo ».

M.B:
Nessuno ha ipotizzato che le apparizioni siano allucinazioni?

«No, è impossibile. L'allucinazione è un fenomeno individuale, non
collettivo. E noi siamo in sei. Grazie a Dio, la Madonna ci ha chiamati
in sei ».

M.B:
Che cosa ha provato quando ha visto che i giornali cattolici come Jesus
vi hanno attaccati?

«Per me è stato uno choc vedere che un giornalista abbia potuto scrivere
certe cose senza cercare di conoscere, di approfondire, di incontrare
qualcuno di noi. Eppure io sto a Monza, non avrebbe dovuto fare mille
chilometri ».

M.B:
Ma lei avrà messo in preventivo che non tutti possono crederle, no?

«Certo, è normale che ciascuno sia libero di credere o no. Ma da un
giornalista cattolico, vista la prudenza della Chiesa, non mi sarei
aspettata un simile comportamento ».

M.B:
La Chiesa non ha ancora riconosciuto le apparizioni. Per lei è un
problema, questo?

«No, perché la Chiesa si è sempre comportata così. Finché le apparizioni
continuano, non può pronunciarsi ».

M.B:
Quanto dura una delle sue apparizioni quotidiane?

«Cinque, sei minuti. L'apparizione più lunga è durata due ore ».

M.B:
Lei "La" vede sempre uguale?

«Sempre uguale. Come una persona normale che mi parla, e che possiamo
anche toccare ».

M.B:
Molti obiettano: i fedeli di Medjugorje seguono i messaggi che voi
riferite più delle Sacre Scritture.

«Ma la Madonna nei messaggi ci ha detto proprio questo: "mettete le
Sacre Scritture bene in vista nelle vostre case, e leggetele tutti i
giorni".

Ci dicono anche che adoriamo la Madonna e non Dio. Anche questo è
assurdo: la Madonna non fa altro che dirci di mettere Dio al primo posto
nella nostra vita. E ci dice di stare nella Chiesa, nelle parrocchie.
Chi torna da Medjugorje non diventa un apostolo di Medjugorje: diventa
un pilastro delle parrocchie ».

M.B:
Si obietta anche che i messaggi della Madonna che voi riferite sono
piuttosto ripetitivi: pregare, digiunate.

«Evidentemente ci ha trovati con la testa dura. Evidentemente vuole
svegliarci, perché oggi preghiamo poco, e nella vita al primo posto non
mettiamo Dio, ma altre cose: la carriera, il denaro ... »,

M.B:
Nessuno di voi è diventato prete, o suora. Cinque di voi si sono
sposati. Questo vuol forse dire che oggi è importante fare famiglie
cristiane?

«Per tanti anni ho pensato che sarei diventata suora. Avevo cominciato a
frequentare un convento, il desiderio di entrarvi era fortissimo. Ma la
madre superiora mi ha detto: Marija, se tu vuoi venire, sei la
benvenuta; ma se il vescovo decide che non devi più parlare di
Medjugorje, devi obbedire. A quel punto ho cominciato a pensare che
forse la mia vocazione era quella di testimoniare ciò che ho visto e
sentito, e che avrei potuto cercare la via della santità anche fuori dal
convento».

M.B:
Che cos'è per lei la santità?

«Vivere bene la mia vita di tutti i giorni. Diventare una madre
migliore, e una sposa migliore».

M.B:
Signora Pavlovic, si può dire che lei non ha bisogno di credere: lei
«sa». Ha ancora paura di qualcosa?

«La paura c'è sempre. Ma posso ragionare. Dico: grazie a Dio, ho fede. E
so che la Madonna ci aiuta sempre nei momenti difficili».

M.B:
Questo è un momento difficile?

«Io non penso questo. Io vedo che il mondo soffre per tante cose: la
guerra, le malattie, la fame. Ma vedo anche che Dio ci sta dando tanti
aiuti straordinari, come le apparizioni quotidiane a me, Vicka e Ivan.

E so che la preghiera può tutto. Quando, dopo le prime apparizioni,
dicevamo che la Madonna invitava a recitare il rosario tutti i giorni e
a digiunare, ci sembrava di essere come dire?, antiquati (ride, ndr):
anche da noi il rosario era una tradizione superata da un paio di
generazioni.

Eppure quando è scoppiata la guerra abbiamo capito perché la Madonna ci
diceva di pregare per la pace. E abbiamo visto, per esempio, che a
Spalato, dove l'arcivescovo aveva accolto subito il messaggio di
Medjugorje e aveva fatto pregare per la pace, la guerra non è arrivata.
Per me è un miracolo, disse l'arcivescovo.

Uno dice: che cosa può fare un rosario? niente. Ma noi ogni sera, con i
bambini, diciamo un rosario per quella povera gente che sta morendo in
Afganistan, e per i morti di New York e Washington. E credo nella
potenza della preghiera».

M.B:
E questo il cuore del messaggio di Medjugorje? Riscoprire l'importanza
della preghiera?

«Sì, ma non solo questo. La Madonna ci dice anche che la guerra è nel
mio cuore se non ho Dio, perché solo in Dio si può trovare la pace. Ci
dice anche che la guerra non è solo dove si tirano le bombe, ma anche,
per esempio, nelle famiglie che si sfasciano. Ci dice di frequentare la
Messa, di confessarci, di sceglierci un direttore spirituale, di
cambiare vita, di amare il prossimo. E ci indica con chiarezza che cosa
è peccato, perché il mondo di oggi ha smarrito la consapevolezza di cosa
è bene e cosa è male. Penso, per esempio, a quante donne abortiscono
senza rendersi conto di cosa fanno, perché la cultura di oggi fa credere
loro che non sia un male».

M.B:
Oggi molti credono di essere sull'orlo di una guerra mondiale.

«Io dico che la Madonna ci dà la possibilità di un mondo migliore. A
Mirjana per esempio, ha detto di non avere paura di avere tanti figli.
Non ha detto: non fate figli perché verrà la guerra. Ci ha detto che se
cominciamo a migliorare nelle piccole cose di tutti i giorni, tutto il
mondo sarà migliore».

M.B:
Molti hanno paura dell'Islam. E' davvero una religione aggressiva?

«Ho vissuto in una terra che ha subito per secoli la dominazione
ottomana. E anche in questi ultimi dieci anni le distruzioni maggiori
noi croati non le abbiamo subite dai serbi, ma dai musulmani. Posso
anche pensare che i fatti di oggi possano servire per aprirci gli occhi
su certi rischi dell'Islam. Però non voglio gettare benzina sul fuoco.
Non sono per le guerre di religione. La Madonna ci dice che è madre di
tutti, senza distinzioni. E come veggente dico: non dobbiamo avere paura
di niente, perché Dio guida la storia sempre. Anche oggi».

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Michele Brambilla mbrambilla@corriere.it

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per altre informazioni:
http://www.medjugorje.hr/