Prologo da icr:
inizio
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> > Parmenide:
> > Ecco, allora, che se Cristo come uomo sudò sangue, nell'osservare quanto
> > sarebbe stato alto il prezzo che Egli avrebbe dovuto pagare per vincere
> > satan, e quanto sarebbe stato alto il prezzo del Suo Corpo Mistico, sotto
> > le coltellate della violenza satanica nei secoli dei secoli,
>Porfirio:
> Ma di quale prezzo pagato parli? La morte di un uomo /Dio e' solo un
> simbolo, che cosa credi che sia? Nulla cambia e nulla viene modificato nella
> sua Essenza. Colui che veramente fu il Redentore, corrisponde al tanto
> biasimato Giuda, il quale "tradi'" il suo maestro, dopo essergli stato
> affidato l'ingrato compito col boccone intinto nella salsa pasquale,
> direttamente da Cristo stesso ( colui che mangera' questo boccone, sara'
> quello che mi tradira'..) o pensi che se si fosse trattato di un vero
> tradimento, avrebbe mangiato il boccone intinto, dopo che glielo aveva detto
> in faccia? Credi fosse cosi' sprovveduto Giuda? In Giov raggiunsero gli
> ultimi accordi.....quello che devi fare, fallo al piu' presto........Il
> tutto perche' si avverassero (forzatamente) le profezie VT di Zaccaria,
> ecc..........
> Un po' di realismo, e vedi di allontanare la componente
> favolistica...........che non sta' ne' in cielo ne' in terra......Giuda sa
> che il suo maestro e' Dio, quindi Onnisciente, prevede il futuro, quindi
> nulla scappa neppure nel pensiero............e cio' nonostante lo tradisce,
> per poi cosa? per 30 danari, la paga di un bracciante, Giuda che detenendo
> la cassa, se fosse stato di simile stoffa, avrebbe avuto ben piu' facili
> opportunita' per arricchirsi!! Chi veramente rimise qualcosa ( la Catarsi,
> la vita, in favore di una dannazione eterna!!), fu Giuda, il Vero
> Redentore..........Quella di Cristo fu solo morte apparente, simbolica
> ...............e per Lui nulla cambio', ne' durante la sofferenza, ne'
> durante e dopo la morte. O pensi davvero che la morte di Dio abbia lasciato,
> seppure per tre giorni, tutto il Creato senza la guida del suo Creatore?
>
> > Parmenide:
> > CRISTO come YHWH
> >
> > _____CONSENTI'_______
> >
> > a che si pagasse questo prezzo,
> > perché era l'unico modo per lasciare all'
> > ______UOMO___________
> > LA LIBERTA' DI POTER SCEGLIERE
> > TRA IL BENE ED IL MALE ...
> Porfirio:
> Balle, allora spiega perche' quando nasce e' gia' in stato di peccato seppur
> non abbia mosso neppure un dito?
>
> Saluti...........Porfirio
Ciao Porfirio,
ti ringrazio della tua immediatezza per significare le tue tesi.
Cercherò nel seguito di spiegarti il mio punto di vista sulle questioni che
proponi:
1.
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Sulla questione del peccato originale.
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Su questo argomento, come saprai, sono stati scritti un'enormità di lavori.
La posizione ufficiale della Chiesa Cattolica, in particolare,
afferma che è auspicabile il sacramento battesimale, per avere iniziazione alla
possibilità di essere in Cristo.
C'è da aggiungere che nel caso di morte di un neonato, non battezzato, si rinvia
alla Misericordia di YHWH,
indicazione che insieme alla possibilità della salvezza dei Giusti, lascia
margini a coloro che non hanno conosciuto l'Amore di Dio -> alla Salvezza.
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Fin qui la posizione ufficiale, ma dato che possiamo ammettere che le verità di
fede non vadano imparate a memoria,
aggiungerei un breve commento.
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Come certamente saprai quasi tutte le culture hanno elaborato, già prima della
venuta di Cristo, il concetto dell'Origine di ogni cosa che è, in un concetto di
indistinzione, un caos primogenio, in cui non c'era il concetto quindi di
identità -> ergo
non c'era, durante l'indistizione, la sofferenza e il dolore.
La comparsa, allora, non tanto della fenomenologia, quanto dello stato
coscienziale, è stato sempre visto come una rottura dell'equilibrio primogenio,
in cui veniva catapultato l'essere umano con la sua coscienza di <sè>.
Era il trauma dell' EX-SISTERE!
Ossia di uscita dall'<ESSERE>.
In psicoanalisi si direbbe il trauma dell'uscita dal grembo materno!
In antropologia si potrebbe dire la _necessità_ della introduzione dei riti di
INIZIAZIONE.
Per accennare alla questione sia sul piano formale che sostanziale, in
particolare nel rito Cristiano, si deve allora tenere conto sia di questi
aspetti filosofici-psicologici-antropologici-rituali, fino a valutarne il
contenuto sostanziale nella mistica.
Nel rito Cristiano, infatti, la forma sacramentale _non è essenziale_!
Ciò significa che come l'Iscariota poté prendere parte all'ultima cena e non
condividere, nella sostanza elettiva, il sacramento,
e quindi deliberatamente porre o-dio a Dio,
così _ogni_ sacramento necessita di un lato di scelta elettiva, per divenire
_sostanziale_,
io direi esplicitamente di CO-ESSENZA, quindi farsi natura di quella natura.
Toccare allora una persona nel Nome del
Padre = He = H
e = Waw = W
Figlio = He = H
Spirito Santo = Yod = Y
E' una introduzione alla possibilità di essere,
grazie all'Amore (Spirito, YHWH sulla bocca dei Profeti),
attraverso Cristo (L'Emmanuele, YHWH incarnato in un uomo),
in Dio (YHWH).
Non è un obbligo, ma una possibilità!
Come mai una persona che non avesse il battesimo ...
[Che un _qualunque_ Cristiano, ossia discepolo di Cristo, può operare,
invocando il Padre, il Figlio, Lo Spirito, (le Tre Manifestazioni di YHWH),
e nel farlo verbalmente, traccia graficamente la stessa successione in ordine
scritto in Ebraico,
temporalmente da t(0) -> t(1) -> t(2) -> t(3) HWHY = He-Waw-He-Yod]
sarebbe colpevole di qualcosa?
In realtà, non possiamo dire che sarebbe colpevole in senso proprio, ma
_deficiente spiritualmente_, in quanto privata della possibilità di accedere in
linea diretta ai meriti di Cristo, alla Luce dello Spirito, alla conoscenza di
YHWH.
Ecco perché si rinvia alla Misericordia di YHWH.
Che in Esodo (3,15) dice:
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"Questo è il mio Nome Eterno con il quale mi invocheranno le generazioni
future".
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2.
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Sulla questione di Giuda della città di Keriot, detto perciò l'Iscariota
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La ricostruzione della figura che proponi, Porfirio, risulta molto fantasiosa
rispetto agli stessi vangeli.
Per non aprire il campo alle più disparate illazioni, mi sembra allora il caso
di sottoporre al NG,
alcune rivelazioni, avute in dettaglio, da Maria Valtorta, che non contraddicono
le fonti ufficiali,
e forniscono elementi che possono essere esaminati sia alla luce della dottrina
Cattolica,
sia alla luce di elementi storiografici.
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Per chi fosse dubbioso sulla qualità delle rivelazioni che seguono,
ricordo che la Madonna di Medjugorje afferma:
"Potete Leggerli!"
Ma comunque ciascuno può valutare personalmente questi scritti con cui la
Valtorta
rivelò ferite scoperte _solo successivamente_ sulla Sindone di Cristo.
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letture, minime, per verificare tali tesi:
volume 9, capitolo 7 [Giuda va dai capi del Sinedrio]
volume 9, capitolo 19 [La Cena Pasquale]
volume 9, capitolo 24 [Giuda di Keriot (Iscariota) dopo il suo tradimento]
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Prologo da icr:
fine
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Volume 9, Capitolo 7
Titolo:
Giuda va dai capi del Sinedrio*1
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pagina 43
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Giuda giunge a notte alla casa di campagna di Caifa. Ma c'è la luna che fa da
complice all'assassino illuminandogli la strada. Deve essere ben sicuro di
trovare là, in quella casa fuori le mura, coloro che egli cercava, perché
altrimenti penso che avrebbe cercato di entrare in città e sarebbe andato nel
Tempio. Invece sale sicuro fra gli ulivi del piccolo colle. E' più sicuro questa
volta dell'altra. Perché ora è notte, e le ombre e l'ora lo proteggono da ogni
possibile sorpresa. Le vie della campagna sono deserte ormai, dopo essere state
percorse per tutto il giorno dalle turbe dei pellegrini che vanno a Gerusalemme
per la Pasqua. Persino i poveri lebbrosi sono nei loro spechi e dormono i loro
sonni di infelici smemorati per qualche ora dalla loro sorte.
Ecco Giuda alla porta della casa biancheggiante al lume della luna. Bussa. Tre
colpi, un colpo, tre colpi, due colpi... Persino il segnale convenzionale sa a
meraviglia!
E deve essere proprio un segnale sicuro perché la porta si socchiude senza il
preventivo sbirciare del portinaio dallo spioncino aperto nella porta.
Giuda sguscia dentro.. e al servo portinaio che l'ossequia chiede: g« L'adunanza
è raccolta ? »
« Sì, Giuda di Keriot. Al completo, potrei dire. »
g« Conducimi ad essa. Devo parlare di importanti cose. Svelto! »
L'uomo chiude con tutti i chiavistelli la porta e lo precede per l'andito
semibuio, fermandosi davanti ad un uscio pesante al quale bussa. Il brusio delle
voci cessa nella stanza chiusa e lo sostituisce il rumore della serratura e il
cigolio della porta che si apre get-
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*1: scritto il 29 marzo 1947
vedi Matteo24, 3-5; 26,14-16; Marco 14,1-2, 10-11; Luca 22,1-8
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pagina44 figura della stanza del sinedrio
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pagina 45
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tando un cono di luce viva nel corridoio buio.
« Tu? Entra! » dice quello che ha aperto la porta, e che non so chi sia.
E Giuda entra nella sala mentre chi gli ha aperto chiude a chiave di nuovo.
Vi è un movimento di stupore, o per lo meno: di agitazione, vedendo entrare
Giuda. Ma lo salutano in coro: « La pace a te, Giuda di Símone. »
g« La pace a voi, membri del Sinedrio santo » saluta Giuda.
« Vieni avanti. Che vuoi? » gli chiedono.
g« Parlarvi... Parlarvi del Cristo. Non è più possibile che si vada avanti così.
Io non vi posso più essere di aiuto se voi. non vi decídete a prendere decisioni
estreme. L'uomo è in sospetto, ormai. »
« Ti sei fatto scoprire, stolto? » lo interrompono.
g« No. Ma voi stolti, voi che per una stupida fretta avete fatto delle mosse
sbagliate. Lo sapevate bene che io vi avrei servito? Non vi siete fidati di me.
»
« Hai memoria labile, Giuda di Simone! Non ti ricordi come ci lasciasti l'ultima
volta? Chi poteva pensare che tu ci eri fedele, a noi, quando proclamasti a quel
modo che non potevi tradire Lui? » dice Elchia ironico, serpentino più che mai.
g« E credete che sia facile giungere ad ingannare un amico, l'Unico che
veramente mi ami, l'Innocente? Credete che sia facile giungere al delitto? »
Giuda è già agitato.
Cercano di calmarlo. E lo blandiscono. E lo seducono, o almeno tentano di farlo,
facendogli osservare che il suo non è un delitto « ma un'opera santa verso la
Patria, alla quale egli evita rappresaglie dai dominatori, che già danno segni
di intolleranza per queste continue agitazioni e divisioni di partiti e di folle
in una provincia romana, e verso l'Umanità, se proprio egli è convinto della
natura divina del Messia e della sua missione spirituale. »
« Se è vero ciò che Egli dice -lungi da noi il crederlo- non sei tu il
collaboratore della Redenzione? Il tuo nome andrà associato al suo nei secoli, e
la Patria ti annovererà fra i suoi prodi, e ti onorerà delle più alte cariche.
Un seggio è pronto per te fra noi. Salirai, Giuda. Darai leggi ad Israele. Oh!
non dimenticheremo ciò che tu hai fatto per il bene del sacro Tempio, del sacro
Sacerdozio, per la difesa della Legge santissima, per il bene di tutta la
Nazione! Fai solo di aiutarci e poi, noi te lo giuriamo, io te lo giuro a nome
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del potente padre mio e di Caifa portante l'efod (5), tu sarai l'uomo più grande
di Israele. Più dei tetrarchi (6), più dello stesso mio padre, ormai pontefice
deposto (7). Come un re, come un profeta sarai servito e ascoltato. Che se poi
Gesù di Nazaret non fosse che un falso Messia, anche se in realtà non sarebbe
passibile di morte perché le sue azioni non sono da ladrone, ma da folle, ecco
che ti ricordiamo le parole ispirate di Caifa pontefice -tu sai che colui che
porta l'efod e il razionale (8) parla per suggerimento divino e profetizza il
bene e il da farsi per il bene- Caifa, ricordi? Caífa ha detto: " E' bene che un
uomo muoia per il popolo e non perisca tutta la Nazione". Fu parola di profezia.
»
« In verità fu tale. L'Altissimo parlò per bocca del Somme, Sacerdote. Sia
ubbidito! » dicono in coro, già teatrali e simili ad automi che devono fare quei
dati gesti, quei laidi burattini che sono i membri del gran consiglio del
Sinedrio. Giuda è suggestionato. sedotto... ma una radichetta di buon senso, se
non di bontà, sussiste ancora in lui e lo trattiene dal pronunciare le parole
fatali.
Circondandolo con deferenza, con simulato affetto, lo incalzano: « Non credi a
noi? Guarda: siamo i capi delle ventiquattro famiglie sacerdotali (9), gli
Anziani del popolo (10), gli scrìbi (11)', i più grandi farisei (12) d'Israele,
i rabbi (13) sapienti, i magistrati del Tem-
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(5) Ephod, veste sacerdotale
(6) Matteo 14,1-2
(7) omissis
(8) omissis
(9) I° Paralipomenini 24; Luca 1,5-10
(10) Luca 22,66
(11) omissis
(12) Matteo 13,13-32
(13) Rabbi: parola aramica che significa "maestro mio"
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pio (14). Il fior di Israele è qui, intorno a te, pronto ad acclamarti, e ad una
voce ti dice: " Fa' questo, ché è santo ". »
g« E Gamaliele dove è? E Giuseppe e Nicodemo dove sono? E dove Eleazaro
l'amico di Giuseppe, e dove Giovanni di Gaas? Io non li vedo. »
« Gamaliele è in grande penitenza, Giovanni presso la moglie incinta e
sofferente questa sera, Eleazaro ... non sappiamo perché non sia venuto. Ma un
malore può colpire chiunque e all'improvviso, non ti pare? Riguardo a Giuseppe e
Nicodemo non li abbiamo avvisati di questa seduta segreta, e per tuo amore, per
cura del tuo onore ... Perché, nello sfortunato caso che la cosa fallisse, il
tuo nome non andasse riportato al Maestro ... Noi tuteliamo il tuo nome. Noi ti
amiamo, Giuda, novello Maccabeo salvatore della Patria (15) »
g« Il Maccabeo combatté la buona battaglia. Io ... commetto un tradimento. »
« Non osservare le particolarità dell'atto ma la giustizia del fine. Parla tu, o
Sadoc, scriba d'oro. La tua bocca fluisce preziose parole. Se Gamaliele è dotto,
tu sapiente sei, perché sulle tue labbra è la sapienza di Dio. Parla tu a costui
che tituba ancora. »
Quella buona pelle di Sadoc si fa avanti e con lui il decrepito Canania: una
volpe scheletrita e morente al fianco di un astuto sciacallo robusto e feroce.
«Ascolta, o uomo di Dio! » comincia pomposamente Sadoc prendendo una posa
ispirata e oratoria, il braccio destro messo ciceronianamente in avanti, il
sinistro occupato a sorreggere tutto quell'ingombro di pieghe che costituisce la
sua veste di scriba. E poi alza anche il sinistro braccio, lasciando che il suo
monumento di vesti si scomponga e si disordini, e così, a volto e braccia levate
verso il soffitto della stanza, tuona: « Io te lo dico! Te lo dico davanti
all'Altissima Presenza di Dio (16) »
« Maran - Atà (17) » fanno eco tutti curvandosi come se un soffio supremo li
curvasse, e poi rialzandosi con le braccia incrociate sul petto.
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(14): I magistrati del tempio erano Leviti eletti ad essere ufficiali di polizia
del tempio stesso (Luca 22,4,52)
(15): Ià Maccabei 3,1-9,22
(16) omissis
(17) omissis
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« Io te lo dico: E' scritto nelle pagine della nostra storia e dei
nostro destino! E' scritto nei segni e nelle figure lasciate dai secoli!
E' scritto nel rito che non ha sosta dalla notte fatale agli egizi (18)
E' scritto nella figura di Isacco (19)! E' scritto nella figura di Abele (20).
E ciò che è scritto si avveri (21). »
« Maran Atà! » dicono gli altri con un coro basso e lugubre, suggestionante, con
i gesti di prima, i volti bizzarramente colpiti dalla luce dei due lampadari
accesi agli estremi della sala, di mica pallidamente violacea, emananti una luce
fantasmagorica. E veramente questa accolta di uomini, quasi tutti
bianco-vestiti, coi coloriti pallidi od olivastri della loro razza, resi ancor
più pallidi e olivastri dalla luce diffusa, sembrano proprio un'adunanza di
spettri.
« La parola di Dio è scesa sulle labbra dei profeti per segnare questo decreto.
Egli deve morire! E' detto! »
« E' detto! Maran Atà! »
« Egli deve morire, e segnata è la sua sorte! »
« Egli deve morire. Maran Atà! » e, « Nei più minuti particolari è descritto il
suo destino fatale, e fatalità non si infrange! »
« Maran Atà! »
e « Persino è segnato il prezzo simbolico (22) che sarà versato a colui che si
fa strumento di Dio per la consumazione della promessa. »
« E' segnato! Maran Atà! »
« Come Redentore, o come falso profeta, Egli deve morire! »
« Deve morire! Maran Atà ! »
« L'ora è venuta! Jeovè lo vuole! Io sento la sua voce! Essa
grida: " Si compia "! »
e
« L Altissimo ha parlato! Si compia! Si compia! Maran Atà! » « Ti fortifichi il
Cielo come fortificò Giaele (23) e Giuditta (24) , che
---
(18): omissis
(19): Genesi 22,1-19
(20): Genesi 4,1-16
(21): omissis
(22): Geremia 32; Zaccaria 11,12-13
(23): Gidici 4-5
(24): Giuditta 8-16
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pagina 49
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donne erano e seppero essere eroi; come fortificò Jefte (25) che, padre, seppe
alla Patria sacrificare la figlia; come fortificò David contro il Golia, e compi
il gesto che farà eterno Israele nella memoria dei popoli (26) »
« Ti fortifichi il Cielo. Maran Atà! »
« Sii vincitore! »
« Sii vincitore! Maran Atà! »
Si alza la chioccia voce senile di Canania: « Colui che tituba all'ordine sacro
è dannato al disonore e alla morte! »
« E' dannato. Maran Atà! »
« Se non vorrai ascoltare la voce del Signore Iddio tuo, e non metterai in atto
il suo comando e ciò che Egli per nostra bocca ti ordina, tutte le maledizioni
su te! »
« Tutte le maledizioni! Maran Atà! »
« Ti percuota il Signore con tutte le maledizioni mosaiche, e ti disperda di fra
le genti (27). »
« Ti percuota e disperda! Maran Atà! »
Un silenzio di morte segue a questa scena suggestionante... Tutto si immobilizza
in una immobilità paurosa.
Finalmente ecco la voce di Giuda che si alza, e quasi! faccio fatica a
riconoscerla tanto è mutata: g« Sì. lo lo farò. Lo devo fare. E lo farò. Già
l'ultima parte delle maledizioni mosaiche è la mia parte e ne devo uscire perché
troppo ho tardato già. E folle divento non avendo tregua e riposo, e cuore
pauroso, e occhi smarriti, e anima consumata dalla tristezza. Tremante di essere
scoperto e fulminato da Lui nel mio duplice giuoco -ché io non so, io non so
sino a che punto Egli sa il mio pensiero- vedo la mia vita sospesa a un filo, e
mattina e sera invoco di finire quest'ora per lo spavento che sbigottisce il mio
cuore. Per l'orrore che compiere devo. Oh! affrettate quest'ora! Traetemi da
queste mie angosce! Tutto sia compiuto. Subito! Ora! E io sia liberato! Andiamo!
»
La voce di Giuda si è affermata e fatta forte mano a mano che ha parlato. Il
gesto, prima automatico e insicuro, come di sonnambulo, si è fatto libero,
volontario. Egli si raddrizza in tutta la sua
---
(25): Giudici 10,6-12,7
(26): I° Re 17-18
(27): Levitico 26,14-46; deuteronimio 28, 15-68
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pagina 50
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altezza, satanicamente bello, e grida: g« Cadano i lacci di un folle terrore! Io
sono libero da una soggezione paurosa. Cristo! Non ti temo più e ti consegno ai
tuoi nemici! Andiamo! » Un grido di demone vittorioso, e veramente si avvia con
baldanza alla porta.
Ma lo fermano: « Piano! Rispondi a noi: dove è Gesù di Nazaret? »
g« Nella casa di Lazzaro. A Betania. »
« Noi non possiamo entrare in quella casa ben munita di servi fedeli. Casa di un
favorito di Roma. Andremmo incontro a noie sicure. »
g« All'aurora noi veniamo in città. Mettete le guardie sulla via di Betfage,
fate tumulto e prendetelo. »
« Come sai che viene per quella via? Potrebbe prendere anche l'altra... »
g« No. Ha detto ai seguaci che per essa entrerà in città, dalla porta di Efraim
e di essere ad attenderlo presso En Rogel. Se voi lo prendete prima... »
« Non possiamo. Dovremmo entrare in città con Lui fra le guardie e ogni via che
conduce alle porte, e ogni via cittadina sono piene di folla dall'alba a notte.
Accadrebbe tumulto. E non deve accadere.»
g« Salirà al Tempio. Chiamatelo per interrogarlo in una sala. Chiamatelo a nome
del Sommo Sacerdote. Egli verrà perché ha più rispetto di voi che della sua
vita. Una volta che è solo con voi... non vi mancherà il modo dì portarlo in
luogo sicuro e condannarlo nell'ora propizia. »
« Avverrebbe ugualmente tumulto. Te ne dovresti essere accorto che la folla è
fanatica per Lui. E non il popolo solo, ma anche i grandi e le speranze di
Israele. Gamaliele perde i suoi discepoli; e così Gionata ben Uziel e altri fra
noi, e tutti ci lasciano sedotti da Lui. E persino i gentili lo venerano, o lo
temono, il che è già venerare, e sono pronti a rivoltarsi a noi se lo
malmeniamo. Fra l'altro alcuni dei ladroni, che avevamo assoldati per fare i
falsi discepoli e suscitare risse, sono stati arrestati e hanno parlato sperando
clemenza per la delazione, e il Pretore (28) sa ... Tutto il mondo gli va
dietro, mentre noi non concludiamo nulla. Ma bisogna agire con sottigliezza
perché non se ne avvedano le turbe. »
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(28): Matteo 27,27
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pagina 51
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« Sì. Così bisogna fare! Anche Anna se ne raccomanda. Dice: "Che non accada
durante la festa e non nasca tumulto fra il popolo fanatico ". Così ha ordinato,
dando ordini anche perché sia trattato con rispetto nel Tempio e altrove e non
sia molestato onde poterlo trarre in inganno. »
g« E allora che volete fare? Io ero ben disposto questa notte, ma voi esitate
... » dice Giuda.
« Ecco: tu dovresti condurci a Lui in un'ora che è solo. Tu, sai le sue
abitudini. Ci hai scritto che Egli ti tiene vicino più che tutti. Perciò tu devi
sapere ciò che Egli vuol fare. Noi staremo sempre pronti. Quando tu giudichi
propizia l'ora e il luogo, vieni, e noi verremo. »
g« E' detto. E che compenso ne avrò? » Ormai Giuda parla freddamente, come si
trattasse di un commercio qualunque.
« Ciò che è detto dai profeti, per essere fedeli alla parola ispirata: trenta
denari (29) ... »
g« Trenta denari per uccidere un uomo e quell'Uomo? Il prezzo di un comune
agnello in questi giorni di festa?! Siete folli! Non che io abbia bisogno di
denaro. Ne ho buone scorte. Non pensate perciò di persuadermi per ansia di
denaro. Ma è troppo poco per pagare il mio dolore di tradire Colui che mi ha
sempre amato. »
«Ma te lo abbiamo detto ciò che ti faremo. Gloria, onori! Ciò che tu speravi da
Lui. e che non hai avuto. Noi medicheremo la tua delusione. Ma il prezzo è
fissato dai profeti! Oh! una formalità! Un simbolo e nulla più. Il resto verrà
poi ... »
g« E il denaro quando? »
« Il momento che tu ci dirai: " Venite ". Non prima. Nessuno paga prima di aver
già le mani sulla merce. Non ti pare giusto forse? »
g« Giusto è. Ma almeno triplicate la somma ... »
« No. Così è detto dai profeti. Così si deve fare. Oh! sapremo ubbidire ai
profeti! Non tralasceremo un iota di quanto hanno scritto di Lui. Eh! Eh! Eh!
Noi siamo fedeli alla parola ispirata! Eh! Eh! Eh! » ride quel ributtante
scheletro di Canania. E molti gli fanno coro con delle risate lugubri, basse,
insincere, veri cachinni di demoni che non sanno che ghignare. Perché il riso è
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(29): vedi nota 22
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pagina 52
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proprio dell'animo sereno e amante, e il ghigno dei cuori turbati e saturi di
livore.
« Tutto è detto. Puoi andare. Noi attendiamo l'alba per rientrare in città per
diverse vie. Addio. La pace sia con te, pecora spersa che ritorni al gregge di
Abramo. La pace a te! La pace a te! E la riconoscenza di tutto Israele! Conta su
noi. Un tuo desiderio ci è legge. Dio sia con te come lo fu con tutti i suoi
servi più fedeli! Tutte le benedizioni su te! »
Lo accompagnano con abbracci e proteste di amore sino all'uscio... lo guardano
allontanarsi per il corridoio semibuio.. ascoltano lo sferragliare dei
chiavistelli del portone che si apre e chiude...
Rientrano nella sala, giubilanti.
Solo due o tre voci si levano, quelle dei meno demoniaci: « E ora? Come faremo
con Giuda di Simone? Ben lo sappiamo, che non potremo dargli ciò che gli abbiamo
promesso fuorché quei poveri trenta denari!... Che dirà egli, quando si vedrà da
noi tradito? Non avremo fatto un danno, maggiore? Non andrà egli dicendo al
popolo ciò che facemmo? Che sia uomo di non fermo pensiero noi lo sappiamo. »
« Siete ben ingenui e stolti nell'avere questi pensieri e nel darvi questi
affanni! E' già stabilito ciò che faremo a Giuda. Stabilito dall'altra volta.
Non ricordate? E noi non cambiamo pensiero. Dopo che tutto sarà finito, del
Cristo, Giuda morrà. E' detto (30). »
« Ma se parlasse prima? »
« A chi? Ai discepoli e al popolo, per essere lapidato? Egli non parlerà.
L'orrore della sua azione gli è bavaglio ... »
« Ma potrebbe pentirsi in futuro, avere rimorsi, divenire folle anche ... Perché
il suo rimorso, se avesse a destarsi, non potrebbe che fare di lui un pazzo ...
»
« Non ne avrà tempo. Provvederemo prima. Ogni cosa a suo tempo. Prima il
Nazareno, e poi colui che lo ha tradito » dice lentamente terribilmente,
Elchia.
« Si. E badate! Non una parola agli assenti. Già troppo hanno conosciuto del
nostro pensiero. Non mi fido di Giuseppe e Nicodemo. E poco degli altri. »
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pagina 53
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« Dubiti di Gamaliele? »
« Egli si è astratto da noi da molti mesi. Senza un diretto ordine ponteficale,
non prenderà parte alle nostre sedute. Dice che scrive la sua opera con l'aiuto
del figlio.. Ma parlo di Eleazaro e Giovanni. »
« Oh! non ci hanno mai contraddetti » dice pronto un sinedrista che ho visto
altre volte con Giuseppe d'Arimatea, ma del quale non ricordo il nome.
Anzi! Ci hanno contraddetti troppo poco. Eh! Eh! Eh! E bisognerà sorvegliarli!
Molte serpi hanno preso covo nel Sinedrio, io credo ... Eh! Eh! Eh! Ma saranno
snidate ... Eh! Eh! Eh! » dice Cananìa andando curvo e tremolante, appoggiato al
suo bastone a cercarsi un comodo posto su uno dei larghi e bassi sedili coperti
di pesanti tappeti che sono lungo le pareti della sala, e soddisfatto si stende
e si addormenta presto, la bocca aperta, brutto nella sua vecchiezza cattiva.
Lo osservano. E Doras, figlio di Doras, dice: « Egli ha la soddisfazíone di
veder questo giorno. Mio padre lo sognò ma non l'ebbe. Ma porterò nel cuore il
suo spirito perché sia presente nel giorno della vendetta sul Nazareno e abbia
la sua gioia ... »
« Ricordatevi che dovremo a turno, e turno numeroso, essere costantemente nel
Tempio. »
« Lo saremo. »
« Dovremo ordinare che a qualunque ora Giuda di Simone (ndr Iscariota) sia
introdotto dal Sommo Sacerdote. »
« Lo faremo. »
« Ed ora prepariamoci il cuore al compito finale. »
« E' già pronto! E' già pronto! »
« Con astuzia. »
« Con astuzia. »
« Con finezza. »
« Con finezza. »
« Per calmare ogni sospetto. »
« Per sedurre ogni cuore. »
« Qualunque cosa dica o faccia, nessuna reazione. Ci vendicheremo di tutto in
una volta sola. »
« Così faremo. E sarà feroce vendetta. »
« Completa! »
« Tremenda! »
E si siedono cercando riposo in attesa dell'alba.
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