Clamp
Gli angeli, l'amore ed il destino
La cura nei disegni e l'originalità delle storie,
l'intersecarsi di sadismo e dolcezza, le atmosfere malinconiche o tragiche,
la dinamicità delle scene d'azione e la quiete delle riflessioni,
la letterarietà dei testi, i riferimenti ricchissimi di suggestioni
mitologiche o leggendarie, la forza sconvolgente o la tenerezza dei sentimenti,
ma anche più semplicemente la bellezza dei caracters e la comicità
dei deformed sono tutti elementi che contribuiscono a fare del tocco delle
Clamp qualcosa di indiscutibilmente inconfondibile, un marchio di fabbrica
conosciuto ed amato da stuoli di fans di entrambi i sessi, in Giappone
ed in Occidente.
Questo gruppo, nasce ufficialmente nel 1986. Composto
da 11 ragazze, comincia la sua esperienza nel mondo delle dounjishi, cioè
delle riviste amatoriali, dove dà una personale interpretazione
di alcuni fra i manga più famosi dell'epoca, come Yoroiden Samurai
Troopers, Bastard, Jojo ecc... Già alla fine degli anni Ottanta
però il gruppo si assottiglia, arrivando, dopo varie vicende, a
comprendere sette autrici. Ma, dopo altre avventure, che vedono l'abbandono
di Tamayo Ariyama, Sei Nanao e Leeza Sei, il team si è ridotto
a sole quattro collaboratrici: Mokono Apapa, Nanasa Oghawa, Satsuke Igarashi,
Mick Nekoi, ciascuna con un suo ruolo e con compiti precisi.
Mokono Apapa è la disegnatrice principale. Oltre
a creare il designe di tutti i personaggi, si occupa delle elaborazioni
delle serie più significative e delle scene di maggior impatto,
inoltre è lei che si dedica magistralmente ai retini. Nanase Oghawa
è a capo dello studio, elabora le trame e si occupa delle storie
e dei testi. Satsuki Igarashi e Mick Nekoi sono anch'esse disegnatrici
e collaborano con la Apapa, anche se negli ultimi anni Mick Nekoi è
stata la disegnatrice principale di alcune tra le opere più famose
delle Clamp come l'apprezzatissimo "Wish".
I personaggi usciti da questo famoso laboratorio sono graficamente inconfondibili,
ed in effetti il caracters designe forse è uno dei primi elementi
che balza agli occhi e che attira l'attenzione. Le Clamp infatti disegnano
esseri eterei ed irreali, angeli privi del peso della carne, dagli occhi
straordinariamente curati, grandi o perfettamente a mandorla, sempre con
ciglia lunghissime e luccicanti, uomini o donne con capelli sottili e
luminosi, che sembrano fatti di morbida seta, e corpi snelli dalle membra
esageratamente lunghe, che paiono pronti a spiccare il volo. In breve,
tutti quanti, buoni e cattivi, possiedono una bellezza magica, fuori dal
tempo e dalla materia.
Un'altra caratteristica di immediato impatto visivo
è la composizione delle tavole. Le Clamp sono tra quelle mangaka
che hanno portato alle estreme conseguenze la tendenza presente in molti
shoujo a decostruire l'organizzazione grafica della pagina. Soprattutto
nelle opere disegnate dalla Apapa (Nekoi è più moderata)
la tavola assume un aspetto estremamente dinamico, privo dei consueti
confini tracciati da nette linee divisorie tra vignetta e vignetta. Alcune
tavole occupano le due pagine per intero, altre le tagliano in senso verticale,
altre ancora giocano sull'effetto pieno e vuoto, sfruttando sfondi assolutamente
bianchi o neri. E a tale proposito, anzi, è tipico l'uso particolarissimo
dei retini, utilizzati, non come semplice decorazione o come un strumento
per dare profondità al disegno, ma come un vero e proprio mezzo
espressivo, capace di creare effetti di grande suggestione pittorica (la
leggenda dice che essi sono tracciati rigorosamente a mano dalle stesse
disegnatrici, che disdegnano il ricorso ad assistenti).
Queste caratteristiche sono presenti in modo più
o meno vistoso in tutte le opere di queste autrici, anche se con alcune
significative differenze. In X che è la loro opera più barocca
e visionaria, tali peculiarità sembrano portate alle conseguenze
estreme, in Clover, invece, dove prevale un'atmosfera algida e malinconica,
Apapa sembra sperimentare un tratto completamente agli antipodi, fondato
sulla giustaposizione di alcuni sparsi elementi grafici che risaltano
su pagine "piatte", interamente bianche o nere, alla ricerca
di una semplicità che fa da contrappunto ad una storia altrettanto
rarefatta e sottotono. Nelle ultime opere, invece, quelle disegnate da
Mick Nekoi, il tratto appare meno elaborato, le linee più sottili,
la composizione più tradizionale ed anche i retini meno appariscenti,
ed in effetti, nonostante il punto di forza di questa disegnatrice stia
nell'abilità d'infondere espressione ai corpi e ai visi dei caracters,
forse le manca il talento visionario della Apapa.
In quanto alle trame esse escono decisamente fuori dai
canoni dello shoujo classico. Le storie delle Clamp sono profondamente
complesse e pervase da una strana, malinconica crudeltà. Incombe
di solito il senso di un destino che pare travolgere ogni essere e determinare
in modo angosciante azioni e situazioni, fino al punto da consumare la
linea di confine tra bene o male. Di fronte a questo gravare opprimente
del fato solo l'amore sembra possedere la forza capace di sovvertire ciò
che una volontà imperscrutabile ha irrimediabilmente deciso. Però,
anche questo sentimento si manifesta in una forma tutt'altro che consueta,
esso, infatti, è pervaso da risvolti sottilmente sadici: è
una forza travolgente, a volte dolce e malinconica, altre tragica e distruttiva,
in nome della quale i personaggi sono capaci di sacrificare anche la propria
vita o la propria umanità. Non solo, le Clamp sembrano pensare
che l'amore non abbia alcun limite di sesso o di età, basti pensare
alle frequenti relazioni yaoi o yuri o addirittura shota, che costellano
le loro opere. E nonostante ciò, non è mai assolutamente
rappresentato alcun atto fisico che vada al di là di un abbraccio
o di un castissimo bacio, tanto che, a leggere i loro manga, sembra spesso
di assistere ad uno di quei vecchi film pieni di sottintesi, dove, dopo
il bacio di prammatica, partivano dissolvenze pregne di significati erotici.
Ed in effetti, un sottile, affascinante erotismo impregna
le opere più ambiziose concepite da questo team e forse ne è
uno dei tratti più suggestivi. A voler analizzare il motivo di
questo fascino, si nota l'emergere di un tema antico, comune alla tradizione
occidentale ed orientale, cioè quel connubio topico tra amore e
morte, che in ogni tempo ha permeato la produzione e la fruizione di miriadi
di opere d'arte. E questo senso della morte, legato indissolubilmente
all'amore, diventa nelle Clamp un motivo cosmico, il fondamento sul quale
basare una sorta di presentimento della decadenza, che non interessa solo
il singolo essere ma che invece riguarda la Terra per intero. Infatti,
uno dei temi cardine della riflessione in molti manga nati da questo laboratorio
è proprio la distruzione del nostro pianeta causata dalla mancanza
di rispetto per la natura, che però nella fantasia delle Clamp
assume spesso la forma di un disastro provocato da un principio malvagio
ancestrale. Come dire che i mali del mondo di oggi, quelli che porteranno
l'uomo all'autodistruzione, non sono che il volto di un nichilismo più
profondo, la manifestazione opaca ed insensibile, di quell'eterno desiderio
di morte insito nella nostra natura di esseri umani. Ecco il motivo per
cui, di fronte a questo destino che è anche desiderio, l'impulso
alla vita, che si manifesta attraverso l'amore, non può che esprimersi
in modo altrettanto devastante. Ed ecco perché l'amore e la morte
finiscono molto spesso per travolgere in modo fatale i personaggi, sia
buoni che cattivi, senza distinzione. E coloro che si salvano, i sopravvissuti
alla tempesta, il più delle volte si ritrovano a far i conti con
le macerie di un intero mondo.
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