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Eden

 

 

 



Dopo Neo Genesis Evangelion, una nuova riflessione sul futuro dell'uomo.

Che attraverso un genere popolare e a volte disprezzato come la fantascienza si possano trattare alcuni tra i temi più essenziali dell'uomo non è certo una novità, nemmeno nel mondo dei manga e degli anime. Lo testimoniano opere come Akira, o Capitan Harlock, o ( non a caso) Neo Genesis Evangelion.
Hiroki Endo, un mangaka dell'ultima generazione, riprende con Eden proprio la fantascienza metaforica e filosofica della migliore tradizione, realizzando un'opera che ha il suo punto di forza in un'incessante riflessione su Dio e sul suo rapporto con l'uomo.
Eden è stato pubblicato in Giappone nel 2000 e ha una fonte d'ispirazione dichiarata espressamente dallo stesso autore: "Quando ho visto Evangelion ho pensato: <<Hanno fatto quello che avrei voluto fare io>>. Pensavo che non avrei potuto fare più niente: Hideaki Anno avrebbe fatto tutto al posto mio."*
Così, sotto il segno di questa suggestione, è nato un manga che si rischia di diventare uno dei migliori prodotti della fantascienza a fumetti del nuovo secolo.
Per qualunque amante di Evangelion, Non è difficile accorgersi di quali siano i punti di contatto tra le due opere. A parte alcuni elementi esteriori, come la presenza di un robot antropomorfo di nome Cherubino e le contaminazioni bibliche sparse un po' ovunque, questo manga parte da un presupposto vicinissimo ad Evangelion. Cioè da una riflessione sul destino dell'uomo, dei suoi limiti ed errori e di un suo possibile "perfezionamento". La storia è ambientata in un futuro non molto lontano, in un mondo devastato da un'epidemia che ha sterminato il 15% della popolazione mondiale. I più giovani sopravvissuti alla malattia hanno sviluppato un gene che li mette al sicuro dal contrarre il morbo e li rende in un certo senso "superiori" rispetto alle vecchie generazioni. Ma non basta, stimolata dalla necessità di affrontare il nuovo flagello, la biomeccanica ha fatto passi da gigante, tanto da riuscire a sostituire le parti necrotizzate degli ammalati con elementi meccanici, perfettamente funzionanti ed in grado di fornire prestazione al di sopra del normale.
Questa umanità rinnovata avrebbe potuto cogliere l'occasione per costruire un mondo nuovo, in cui fosse bandita ogni forma di violenza e di dolore, ed invece, nel momento di massimo disordine, un'organizzazione dai fini oscuri, chiamata propater, si è sostituita all'ONU e adesso domina un mondo devastato da miserie, dal traffico di droga e dalle guerre etniche. Di fronte a questo disastro epocale la riflessione sul male e sulla sofferenza umana, porta inevitabilmente ad una serie di domande che riguardano il destino dell'uomo e il suo ruolo all'interno di eventuale progetto divino. Nelle prime pagine del manga, per esempio, uno scienziato immagina un dio che considera l'uomo il suo esperimento fallito e che per mezzo della nuova peste tenta di fare tabula rasa del suo errore per ricominciare da capo. Nel secondo volume, una donna che ha sostituito il proprio corpo con uno meccanico, afferma che dio è impazzito e nella sua superba solitudine procede a tentoni, sordo alle grida di dolore delle sue creature. Di queste speculazioni sono intessuti i sei volumetti finora pubblicati, al punto che persino Cherubino, con la sua intelligenza artificiale sembra un filosofo amaro e disincantato.
D'altra parte l'amarezza è pienamente giustificata, visto che nemmeno un disastro di proporzioni immani come il propagarsi di un virus mortale ha mutato l'umanità, che continua imperterrita la sua folle corsa alla ricerca di una potenza da raggiungere utilizzando qualsiasi mezzo. Ubbidendo a questa logica, segreti esperimenti di biomeccanica compiuti da propater hanno creato gli Aion, cyborg guerrieri, macchine da guerra dalla crudeltà inaudita, mentre altri esperimenti di genetica applicata all'intelligenza artificiale hanno già prodotto Maya, un misterioso essere, dall'aspetto d'adolescente, capace con la sua coscienza di inserirsi nella rete virtuale e di essere "ricopiato" all'infinito, realizzando forse l'antico sogno dell'immortalità.
Il manga è giunto al sesto tomo e la conclusione appare lontana, così come è ancora da definire come si evolveranno ed intrecceranno alcuni fili narrativi, però l'autore è già riuscito ad insinuare più di un sospetto sul modo tradizionale di interpretare l'apocalisse. Forse l'umanità non verrà distrutta tra squilli di tromba e manifestazioni del divino, ma semplicemente verrà sostituita da una razza di superuomini costruiti in laboratorio, immortali e onnipotenti, a cui sarà affidato il compito, fallito dalla scimmia evoluta, di costruire l'Eden promesso.
Ancora è presto per dire se tale progetto sarà realizzato, ma è già facile comprendere che la scimmia evoluta non si lascerà soppiantare senza una strenua lotta. Un manipolo di uomini è già sceso in campo a contrastare propater. Essi sono degni campioni della razza umana, in quanto ne incarnano tutte le debolezze e le fobie: un vecchio mercenario tormentato dai ricordi, un giovane killer psicopatico, una cyborg che non sa piangere, una prostituta ostinatamente decisa a raggiungere la felicità. Un manipolo di antieroi osservati dallo sguardo innocente e canagliesco di Elia, un ragazzino di quindici anni, a cui è affidato il compito di scompaginare le acque e disseminare dubbi. E con Elia diventa chiaro l'altro filone narrativo che lega questo manga a Evangelion. Si tratta di un'analisi del rapporto padre-figlio, narrato attraverso la continua ribellione che ogni figlio devo mettere in atto per affermare la propria esistenza quale essere indipendente e autonomo. I padri in Eden, come in Evangelion, sono personalità lontane ed assenti, custodi di progetti misteriosi che dovrebbero mutare il mondo, mentre ai figli è affidato il compito di distruggerli con estremo atto di ribellione, o realizzarli loro malgrado. Ed è a questo punto che i due fili narrativi di Eden si incrociano e si saldano in un nodo indissolubile, attraverso un parallelismo che ricongiunge cielo e terra. Dio e i padri sono gli artefici di un misterioso agire, che ordisce la trama di un disegno proteso forse alla realizzazione dell'eden, ma attraverso il sacrificio e la sofferenza di milioni di esseri. L'umanità e i figli sono esecutori e vittime di questo piano, realizzato sulla loro carne e mediante la distruzione della loro innocenza.
Ci sono molte ragioni per leggere questo manga, una potrebbe essere appunto la curiosità di vedere come un'opera culto come Evangelion può essere reinterpretata e rinnovata con spirito completamente diverso. Ma non è solo questo. Eden è uno dei manga meglio disegnati del nuovo panorama giapponese. Lo stile è realistico, in perfetta sincronia con questa fantascienza verificabile e minuziosamente descritta. Il tratto non è cartonistico ed inoltre rifugge da ogni possibile kawai (grazioso), che è il segno distintivo a cui tanti fumetti giapponesi ci hanno abituato. Un disegno, ugualmente lontano, insomma, sia da Dragon Ball, che da Sailor Moon, e che ha come carattere peculiare una straordinaria capacità espressiva, che si riallaccia alla migliore tradizione del manga. Il taglio delle tavole, estremamente cinematografico e sintetico, sa esprimere nel modo migliore sia la dinamicità delle scene d'azione, sia le pause psicologiche e riflessive, senza mai perdere il filo del ritmo narrativo. Il tutto attraverso un tratto grafico pulito ed essenziale che attinge a piene mani anche alla scuola occidentale di cui Endo sembra essere un buon conoscitore (in una scena, una bambina tiene in mano un albo che ha disegnato nel retro di copertina il volto inconfondibile della Valentina di Crepax).
Ma è forse l'elaborazione dei personaggi che meglio rivela la maturità di questo manga. Endo dimostra di possedere la capacità di penetrare nell'animo umano e di saperlo descrivere senza permettere che si perda una briciola della sua complessità. La lucidità del suo sguardo non escogita alcun alibi, e la debolezza, la crudeltà, l'orgoglio, l'indifferenza e la vanagloria dei caracters che si muovono in quest'opera sono da lui presentati senza la minima volontà di mitigarne l'impatto sul lettore. D'altronde è grazie a questo sguardo preciso e razionale, da entomologo, che risaltano anche alcuni "valori" come la pietà, la volontà di riscatto, l'amicizia, la lealtà e tanti altri sentimenti che rendono i protagonisti di Eden vivi e multiformi, né buoni né cattivi, ma semplicemente umani.
Insomma, inserendosi in quel filone dell'antiutopia che ha già dato molti capolavori nella narrativa, nel cinema e anche nel fumetto, Eden ci parla della sconfitta di un sogno, quel sogno di purezza e felicità a cui l'uomo anela da sempre e alla cui realizzazione troppo spesso è capace di sacrificare la vita, l'innocenza e il bene di se stesso e dei suoi simili.


*Dal risvolto di sovracopertina del I numero di Eden, edizione Planet Manga.

by Pec-chan

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