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Parco fluviale del Trebbia e Ca'Buschi: stop and go
Cari amici, propongo di accettare la battuta d'arresto e di andare oltre. La questione Ca'Buschi si conclude -aspettando, perché no?, le eventuali destinazioni sociali adombrate dal nuovo proprietario- e oltre la delusione e l'indignazione, si riaccende la sfida per chi progetta, propone e rende fattibile il miglior sistema parco possibile; e non sarà una storia breve e facile. Lo so. Anche in questa occasione hanno prevalso calcoli, progetti, interessi e processi che ai più rimangono trasparenti, inacessibili e ovviamente neppure lievemente modificabili e negoziabili; con buonapace di ogni conservazione e valorizzazione di assetti e specificità storiche e culturali (lg.7/2004 sulle aree naturali protette, art.5) e più ancora di ogni equilibrato modello/capacità di produrre governance veramente interattiva e beni relazionali, coesione e fiducia. Lo so. È grave. Soprattutto se ne sono protagoniste anche strutture pubbliche. In ogni caso nonostante la tentazione di "lasciar perdere", i piacentini -tutti: nativi, acquisiti o users- non dimenticano e presto potranno dimostrarlo: per fortuna la democrazia delegata potrà imparare da una malintesa e maltrattata democrazia partecipativa. Per contribuire a questa prospettiva propongo di abbandonare la frequente tendenza a fissare l'attenzione critica su errori e sconfitte per rinforzare di molto le nostre competenze e capacità progettuali, organizzative e realizzative e nel caso specifico, di portare ai tavoli tematici del Parco --di Agenda21 o altri e "più importanti"-- e all'attenzione del pubblico un disegno (confini, sedi, piano territoriale ma anche statuto, aderenti ecc.) ancor più fortemente orientato ed innovativo ma anche aperto ed integrato del progetto-proposta da sottoporre alla Regione per la istituzione del parco stesso (non siamo tutti d'accordo che ogni parco è un caso unico…come ogni nuovo ente autonomo derivato e non elettivo…!?). E per non rendere possibile alla fine a forza di piccoli (?!) passi solamente un "parco grigioverde" ma per dare concretezza ad alternative ragionevoli e perseguibili e considerato l'iter finora realizzato propongo -con uno sguardo alla Convenzione di Aarhus in vigore dal 30 ottobre 2003 che sancisce i diritti della cittadinanza in materia ambientale ad essere informata e ad avere accesso a documenti e riferimenti prima che i processi abbiano corso ed in tempi certi- propongo, dicevo, innanzitutto un "grande tavolo" di lavoro sul parco nelle piazze dei Comuni interessati, in primis in Pza.Cavalli, aperto a tutti ed adeguatamente facilitato, di cui chiedo qui, alle Amministrazioni ed alle associazioni interessate, l'organizzazione e la convocazione in tempi utili (potete aderire e sostenere questa richiesta su: http://www.oocities.org/it/piacenzaambiente). In preparazione segnalo la possibilità di partecipare al corso dedicato alle aree protette della Regione (iscrizione: amblavpc@associazionealer.191.it; sito web: http://www.provincia.piacenza.it/partecipa) ed alle relative visite l'ultima delle quali molto istruttiva al Parco fluviale del Taro (sito Internet http://www.parcotaro.it.) condotta con la guida della sua appassionata ed autorevole direttrice: dove si dimostra quanto contino le persone in tempi di facile "parchizzazione" e spettacolarizzazione turistica della Natura rinaturata ed ancor piùquindi in una fase istitutiva, fondativa della possibilità di buona gestione e di buone soluzioni, come la nostra.

Forse si potrebbe impegnare il denaro e avviare il primo progetto della Fondazione ma si potrebbe farlo anche a partire dal Forum dell'urbanistica partecipata (per non arricchire ulteriormente il campo di una nuova organizzazione...ma questo é un altro discorso) nel costituire un gruppo di progetto che "accompagni" il processo ufficiale con una ns. proposta ben visibile ed illustrata...un progetto vale più di una battaglia!!!  


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cari amici, aderite e firmate la petizione per avere l'ADSL in val Trebbia da Rivergaro in su: http://www.oocities.org/it/piacenzaambiente
La Valtrebbia, lungo la ss45, ad eccezione di Rivergaro, non fruisce ancora della banda larga, di un collegamento telefonico veloce/capiente che consenta specificamente, per diletto ma soprattutto per lavoro, collegamenti veloci alla rete. L'offerta TelecomItalia dell'ADSL/satellitare s'è dimostrata costosa e difficile quando non impossibile da gestire: molti l'hanno provata e subito provveduto a disinstallarla!!! E' di grande utilità l'unione delle forze utenti per sollecitare TelecomItalia a collegare finalmente almeno la linea ADSL, se non la fibra ottica...Si tratta di un servizio pubblico indispensabile per lo sviluppo appenninico ed in particolare della nostra valle come l'esperienza in corso a Bardi dimostra abbondantemente. Chiediamo dunque ai destinatari di questa email di farsi anche promotori di una raccolta di firme per ottenere quanto sopra. Uno o più solleciti isolati non avrebbero alcuna considerazione presso il gestore telefonico mentre l'impatto di molti utenti avrà certo (!?!) un diverso peso. Vi chiedo inoltre altrettanto sostegno per la richiesta di ripristinare l'orario giornaliero (e non trisettimanale) di accesso al Telecentro di Bobbio, unico luogo pubblico dove è possibile, seppure a pagamento!!!, il collegamento in rete..

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