Democrazia proletaria (dp), partito politico italiano, nato nell'aprile 1978 dall'unificazione della maggioranza di Avanguardia operaia e della minoranza uscita dal PDUP e scioltosi, confluendo in Rifondazione comunista nei primi anni Novanta. DP si collocava alla sinistra del PCI, raccogliendo l'eredità di un cartello elettorale di forze della sinistra extraparlamentare, che alle elezioni del 1976 aveva ottenuto sei deputati al parlamento. Presentatosi alle elezioni del 1979, DP non ottenne seggi al parlamento, ma riuscì a inviare un rappresentante (M. Capanna) al parlamento europeo e ottenne un discreto successo alle elezioni amministrative del 1980. Con la guida di Capanna, quale segretario nazionale, promosse un referendum sulla legge relativa alle liquidazioni, annullato dalla corte di cassazione in seguito all'approvazione di un decreto-legge di modifica della legge in questione (1983), e alle elezioni politiche del giugno 1983 incrementò i propri suffragi. Nel 1984-1985 si impegnò, a fianco del PCI, nella campagna referendaria contro il decreto-legge sulla contingenza. Nelle elezioni politiche del giugno 1987 conquistò otto seggi alla camera e uno al senato. Subito dopo queste ultime elezioni Capanna lasciò la segreteria, alla quale gli subentrò G. Russo Spena. Accanto alle posizioni tipiche della sinistra extraparlamentare degli anni Settanta, DP fece proprie le tematiche dell'area verde. Questa scelta portò però a una scissione (e all'adesione di alcuni parlamentari al gruppo misto) con il gruppo che non voleva abbandonare l'esperienza storica di DP; la contrapposizione arrivò ad una guida del partito collegiale. I cambiamenti politici del 1991, la divisione del vecchio PCI tra PDS e Rifondazione ha portato anche DP a rivedere la sua attività e alla decisione di sciogliersi per confluire in Rifondazione comunista.