MONTEVIASCO: un borgo fuori dal tempo
(articolo inviato alla rivista "Plein Air" per la pubblicazione)



Negli anni in cui il Manzoni ambienta il suo "Promessi sposi" sul ramo che volge ad oriente del lago di Como, dalla città di Milano quattro soldati, dopo innumerevoli malefatte, decidono di darsi alla macchia per sfuggire al braccio della giustizia. Cassina, Ranzoni, Morandi e Dellea sono i loro nomi, e risalendo il contado verso le Prealpi finiscono con l’attraversare il Varesotto, poi la Valtravaglia, la Val Dumentina per arrivare infine in Val Veddasca.
Lì si trova il monte Polà, e su un pendio che scende da quella vetta decidono di stabilirsi e di costruirvi le loro nuove dimore. Terrazzano i pendii per ricavarne orti, comprano bovini da pascolare negli alpeggi tutt’intorno e preparano le loro case per ospitarvi delle mogli.
Ma nessuna giovane dei dintorni avrebbe accettato di sposare quattro sconosciuti venuti da lontano, senza referenze e dal passato quantomeno oscuro. I quattro ribaldi, memori della storia antica, decidono di prelevare quattro giovinette dal paese di Biegno e le conducono a quello che di fatto sarà il primo nucleo dell’odierna Monteviasco.
Le fanciulle, pur rapite nottetempo, restano impressionate dallo sfarzo di quelle case e dai ricchi doni che gli uomini avevano loro fatto dopo averle condotte fin lassù. Così quando giungono i compaesani per vendicare il ratto notturno, le fanciulle dichiarano di voler sposare i quattro e si formarono le prime famiglie di montini (così amano definirsi gli abitanti del borgo).

Questa è una leggenda, perché la storia c’insegna che già nell’età del bronzo si ritrovano incisioni rupestri in Val Veddasca, ed in particolar modo a Sasso di Piero. Ma se vi provate a chiedere ad uno dei pochi abitanti rimasti in Monteviasco, chiunque vi risponderà che voi potete credere ciò che vi fa più comodo, ma che la verità è che loro discendono da quei quattro furfanti dall’animo gentile e dal coraggio smisurato.
E forse è giusto che a volte le leggende possano sembrare più vere della verità stessa!

Per giungere a questo gioiello d’integrazione fra natura ed insediamento umano occorre risalire il lago Maggiore sino a Luino, da lì prendere la strada provinciale per Dumenza e proseguire sino al piccolo borgo di Curiglia. Attraversato quest’ultimo si scende in direzione della funivia, ove si lascia il mezzo per intraprendere la salita.
A chi ha poca voglia di camminare consigliamo la funivia, che in pochi minuti ed a modico prezzo porta direttamente in quota, all’inizio del paese.
Ma se una cinquantina di minuti di cammino non vi spaventano, il consiglio è quello di superare il torrente Viascola e d’iniziare la salita verso Monteviasco, attraverso un curatissimo sentiero che attraversa un bosco fitto di castagni. Il pendio non è eccessivamente difficile e permette una camminata regolare, rinfrescati dall’ombra delle piante ed affascinati da un paesaggio sempre attraente in ogni stagione.
Lungo il percorso s’incontrano la cappelletta del Schuter, che custodisce un ritratto del cardinale assunto agli onori degli altari. Più avanti si passa di fianco anche alla Cappella del Redentore (detta anche del Redentore che scappa per via della posizione del Cristo che sembra voler fuggire da quel luogo). Infine, quando si esce dal bosco e già s’intravvede la stazione d’arrivo della funivia, il sentiero passa di fianco al Santuario della Madonna della Serta.
E’ questo un santuario votivo, che deve la sua collocazione ad un miracolo avvenuto in quel luogo nel 1712, quando due fratelli della famiglia Ranzoni si trovarono a litigare per il possesso di alcune piante. Uno dei due ferì l’altro con un falcetto e quest’ultimo rischiò di perdere la propria vita a causa dell’infezione seguente. Allora fece voto alla Madonna che se si fosse salvato, avrebbe eretto un tabernacolo per ringraziare la Vergine e renderle omaggio ogni qual volta fosse passato da quelle parti.
Il Ranzoni guarì e subito diede seguito alla sua promessa.

Nel 1790 un tale di nome Luigi Morandi, paralitico, s’addormentò presso la cappelletta eretta dal Ranzoni e turbato in sogno dalla vista della Madonna ebbe paura e si mise a correre a perdifiato in direzione del paese, senza rendersi conto che aveva riacquistato l’uso delle gambe. Altri episodi analoghi sono ricordati nella storia del Santuario, tanto che nel 1890 il parroco, con l’appoggio di tutti i cittadini montini, decise di erigere un edificio a pianta ottogonale con cupola in zinco ed ampie finestre. Nel 1933 il Santuario venne riedificato nelle sue forme attuali, a croce greca. L’ultima domenica di maggio ricorre la festa patronale che diviene anche festa dell’intero paese con svariati appuntamenti.
Lasciato il santuario e superati i cavi della funivia si entra nel piccolo borgo e subito ci si rende conto che qui il tempo si è fermato. La tranquillità e la pace che vi regnano sembrano davvero troppo distanti dal caos delle nostre città ed il silenzio che accompagna i nostri passi troppo vero rispetto al trambusto di vie sovraffollate di gente ed automobili.
Gli stretti vicoli, l’assenza completa di mezzi a motori, le case costruite una ridosso all’altra danno una sensazione di familiarità a questo luogo che lo ha fatto scegliere da molti letterati come il luogo ideale ove ritirarsi a scrivere e riflettere sul proprio lavoro. Passeggiando per le poche vie, soprattutto nei periodi non turistici (stupendo salirvi in primavera ed in autunno, con colori assolutamente imperdibili della natura circostante), ci si rende conto di quanto abbiamo perso nel rapporto con il territorio in cui viviamo.
Al centro del paese sorge la chiesa dei Santi Martino e Barnaba (pregevole la cappella del Rosario, datata nella prima metà del Settecento). Per accedervi, soprattutto fuori stagione, occorre rivolgersi al parroco che di solito è presente la domenica pomeriggio, oppure chiedere ad uno degli abitanti di Monteviasco, che sarà ben lieto di mostrarvi la piccola chiesetta nonché il Santuario della Serta e di raccontarvi di come vengono suonate le campane del campanile attiguo alla chiesa e collegato ad essa da un piccolo porticato.

Dall’alto del paese si domina l’intera Val Veddasca, sino a spingere il proprio sguardo verso il lago Maggiore che nelle giornate di bel tempo s’intravvede in lontananza.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, dato l’isolamente di questo comune non raggiungibile se non tramite il sentiero che attraversa il bosco o la funivia, d’estate sono in molti che scelgono questo luogo ameno per trascorrervi le loro vacanze. Inoltre sono molti anche gli appuntamenti che i cittadini di Monteviasco e quelli di Curiglia (con cui Monteviasco fa comune) organizzano per accogliere turisti ed amanti del buon vivere.
Segnaliamo la già citata festa patronale della Madonna della Serta l’ultima domenica di maggio. Così come un altro importante appuntamento si tiene la seconda domenica di agosto. Solitamente l’ultima domenica di luglio si svolge anche una corsa podistica che da ponte di Piero, passando per Curiglia e Viasco conduce infine gli atleti a Monteviasco, attraversando un territorio splendido per natura e paesaggio. Poco distante dal borgo, in località Alpone, segnaliamo la sagra che si tiene la prima domenica di agosto (ricordiamo che in località è presente anche un rifugio gestito dalla parrocchia che può essere utilizzato da chi desiderasse sfruttare le numerose passeggiate che conducono alle vette circostanti, sino al vicinissimo confine svizzero).
Altri appuntamenti a Piero la quarta domenica di giugno ed a Curiglia la prima domenica di settembre.
Ad ogni buon conto, per ogni informazione, rivolgersi direttamente in municipio al sindaco di Monteviasco che sarà lietissimo di rispondere ad ogni curiosità (tel. 0332-568427)
Terminato il giro si può riprendere il sentiero e ripercorrerlo a ritroso sino alla stazione di valle della funivia, oppure approfittare della tecnologia per scendere velocemente al parcheggio ove si è lasciato in sosta il mezzo.
Per chi volesse sostare di notte in loco non esistono particolari divieti. L’unico parcheggio ampio è proprio quello della funivia, che però non ha servizi di nessun genere.
Per giungere a Monteviasco la strada sino a Luino è facilmente percorribile da qualunque mezzo. Da Luino a Dumenza la strada diventa un tipico percorso di montagna, mentre l’ultimo tratto si fa un po’ più impegnativo soprattutto per i mezzi più lunghi. Non vi sono particolari divieti ma la prudenza è d’obbligo su quelle strade.


PER SAPERNE DI PIU’:

Libri:
Monteviasco - Storia di un paese solitario (Piera Astini Miravalle - Leopoldo Giampaolo, Ed. Società Storica Varesino, 1974)

Siti internet:
sito internet del comune di Monteviasco:
http://www.oocities.org/yosemite/gorge/1460/

sito internet delle valli del luinese:
http://www.cm-valliluinese.va.it/

Recapiti telefonici:
Municipio: tel. 0332-568427

APT del Varesotto: tel. 0332-283604


COME ARRIVARCI:

uscita di Gazzada dell’Autostrada A8. Proseguire lungo la SP1 in direzione Gavirate. Da lì procedere sulla SS394 verso Laveno Mombello, per poi prendere la SP69 sino a Luino. Infine seguire la SP6 in direzione Dumenza e da lì sino a Curiglia.