Bertoglio Claudia
5^C P.A.C.L.E


COMPITI DELLE VACANZE

ESEGUIRE I RIASSUNTI DEI PRIMI DIECI CAPITOLI DE “ I PROMESSI SPOSI” DI A. MANZONI

Capitolo 1.
Manzoni inizia il romanzo con un’ampia e precisa descrizione del paesaggio in cui si colloca il paese dove vivono i due promessi sposi: Renzo e Lucia. Lei lavora in una filanda e vive con la madre Agnese; lui è un filatore di seta, orfano sia di madre che di padre. I due giovani si sarebbero dovuti sposare l’8 novembre 1628 dopo un lungo fidanzamento e tutto sarebbe dovuto andare come previsto se, il signore locale, non avesse visto Lucia e non si fosse invaghito di lei. Don Rodrigo addirittura, scommette con il cugino, Don Attilio, che nel giro di poco tempo Lucia diventa la sua ragazza e l’avrebbe portata con se al suo castello.
Come prima cosa, Don Rodrigo doveva annullare il matrimonio e, per questo, il pomeriggio del 7 Novembre, manda due bravi da Don Abbondio, con l’ordine di annullare la cerimonia. I due bravi attendono il curato su una strada di campagna da lui abitualmente percorsa e si sistemano in modo tale da non lasciargli possibilità di fuga. Don Abbondio, non potendo schivare il pericolo gli va incontro, cercando di rimanere il più tranquillo possibile e di sorridere. Quando i due bravi gli ordinano di non celebrare il matrimonio, egli obbedisce immediatamente, soprattutto dopo aver saputo che il mandante era Don Rodrigo, un uomo potente e senza scrupoli. Egli si rassegna immediatamente, ed è pronto a fare ciò che gli ordinano perché è sempre stato pauroso, senza un filo di coraggio. E’ consapevole della violenza della società in cui vive. Gli sbirri stessi erano odiati dalla gente perché loro punivano la gente, ma non i bravi o i signorotti. Don Abbondio, sconvolto e agitato, rientra nella sua abitazione e Perpetua, la sua serva, si rende conto immediatamente che era accaduto qualcosa di grave. Il curato racconta l’accaduto, orinandole, però, di non dire nulla a nessuno. La donna cerca di calmarlo consigliandogli di chiedere aiuto al Cardinale. Don Abbondio, tuttavia, sa che il Cardinale l’avrebbe aiutato, ma che i bravi sarebbero venuti a saperlo. Alla fine Don Abbondio, tutto preoccupato, se ne va a letto, pensando a cosa avrebbe dovuto fare.

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Capitolo 2.
Don Abbondio trascorre una nottata piuttosto agitata, ricca di pensieri angosciosi. Riesce anche a preparare un piano per obbedire a Don Rodrigo, in pratica, rinviare il matrimonio a tempo indeterminato: vuole imbrogliare Renzo, lasciando passare del tempo con svariate scuse, approfittando del fatto che egli considerava il ragazzo ignorante, perché egli non sapeva ne leggere, ne scrivere. Il mattino seguente, vale a dire l’8 Novembre, Renzo si presenta a casa del curato per accordarsi sull’ora del matrimonio, ma viene accolto in modo freddo e impacciato da Don Abbondio, il quale, trovandosi di fronte il ragazzo, prima si mostra sorpreso, e poi dichiara di essersi ricordato che quello era il giorno prestabilito e trova una serie di scuse di carattere amministrativo. Gli rivela che non era riuscito in tempo a preparare gli atti prescritti dalla Chiesa e per questo se ne assume la colpa. Don Abbondio dice a Renzo che è necessario rimandare il matrimonio di alcuni giorni e il ragazzo, triste e arrabbiato, esce dalla casa del curato. Davanti alla casa, Perpetua gli racconta le vere ragioni del rinvio delle nozze e così, il ragazzo si precipita da Don Abbondio per sapere il nome del “potente” che si opponeva al suo matrimonio e così riesce a sapere il nome di Don Rodrigo. Dopo questo, si reca dalla fidanzata e scopre che ella sapeva già qualcosa riguardo a Don Rodrigo, ma che non credeva che potesse arrivare fino a quel punto. Nel frattempo, tutti gli invitati alla cerimonia vengono allontanati con la scusa che il curato è ammalato. Molte pettegole si recano a casa di Don Abbondio per verificare che la notizia fosse vera e, a loro, risponde Perpetua che, dalla finestra, conferma la notizia. Il curato, infatti, era caduto in preda alla febbre e se ne stava barricato in casa.

Capitolo 3.
Lucia racconta ad Agnese e a Renzo che alcuni giorni prima, mentre tornava dalla filanda, Don Rodrigo le si era affiancato assieme ad un altro signore, il quale aveva cercato di trattenerla con delle chiacchiere non belle. Lei si era allontanata rapidamente, ma alle spalle aveva sentito Don Rodrigo dire all’amico: “Scommettiamo?”; Lucia rivela di aver confidato tutto questo a Padre Cristoforo, il suo confessore, che le consigliò di anticipare le nozze e di spostarsi in un altro territorio. Dopo il triste racconto tutti restano in silenzio, fino a quando Agnese non consiglia a Renzo di rivolgersi ad un avvocato di Lecco, da tutti nominato “Azzecca Garbugli”, per farsi dare un consiglio. Il ragazzo viene accolto con gentilezza dall’avvocato, che si dimostra subito pronto ad aiutarlo. Tuttavia, quando Renzo fa il nome di Don Rodrigo, viene messo alla porta. Intanto alla porta delle due donne bussa Fra Galdino, dello stesso convento di fra Cristoforo, che andò immediatamente ad informare il padre. Nel frattempo Renzo è disperato, ma Lucia cerca di consolarlo, dicendo che Padre Cristoforo sarebbe arrivato e avrebbe risolto i suoi problemi.


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Capitolo 4.
Il mattino seguente, Padre Cristoforo esce dal convento del Pescarenico per dirigersi a casa di Lucia. A questo punto il Manzoni effettua una dettagliata descrizione del religioso, che in passato era stato un aristocratico, ma che dopo aver ucciso un suo nemico, nel quale rimase coinvolto anche il suo servo più fedele, cambiò vita e diventò frate.

Capitolo 5.
Padre Cristoforo giunge a casa delle due donne e si fa raccontare l’accaduto; decide così, di fare appello ai principi morali e religiosi di Don Rodrigo e si reca al suo castello. Padre Cristoforo viene fatto entrare, dove raggiunge il prepotente che si trovava in compagnia del cugino Attilio, dell’azzecca-garbugli e del podestà di Lecco.Il frate viene messo in soggezione da Don Rodrigo, ed iniziano a parlare di vari argomenti, tra cui la guerra tra Francia e Spagna, la sfida tra due cavalieri e la carestia. A questo punto, Don Rodrigo conduce il frate in un’altra stanza, per farsi spiegare il motivo della sua visita.

Capitolo 6.
Padre Cristoforo chiede a Don Rodrigo di lasciare in pace i due ragazzi, ma il prepotente fa finta di non capire e così, il frate, piuttosto adirato, lo minaccia dicendogli che avrebbe pagato per il male fatto. Don Rodrigo, impaurito, lo fa cacciare di casa. Uscendo, però, incontra un servo del signorotto, che lo avverte che sicuramente, il suo padrone, stava tramando qualcosa, e che si sarebbe recato l’indomani, al convento per spiegargli. Intanto Agnese informa i due ragazzi che ha trovato il modo per celebrare il matrimonio: il matrimonio a sorpresa. Renzo accetta e si reca a cercare i testimoni: i due fratelli Tonio e Gervaso. Tuttavia, Lucia non è d’accordo, perché non si voleva sposare grazie a sotterfugi e bugie, ma la discussione è interrotta dal ritorno del frate.

Capitolo 7.
Padre Cristoforo torna nella casa dei tre disperati e racconta l’esito negativo della sua missione. Renzo è sempre più arrabbiato e così, afferma di volersi fare giustizia da solo e di voler uccidere Don Rodrigo. Lucia si spaventa e decide di accettare il matrimonio a sorpresa.
Il giorno seguente, Agnese manda un suo nipote ad informarsi da padre Cristoforo, ma, nel frattempo, due bravi travestiti da mendicanti si recano a casa di Lucia per studiare l’abitazione, destando il sospetto della madre.
La sera, Renzo si reca all’osteria per magiare, ma è spiato da tre bravi e così, si reca a casa di Lucia con i fratelli Tonio e Gervaso, e, tutti insieme, si recano a bussare a casa di Don Abbondio.


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Capitolo 8.
I due fratelli vengono fatti entrare da Perpetua, che viene distratta da Agnese; Don Abbondio, dopo che entrarono anche i due promessi sposi, si impaurisce e chiama l’amico fedele Ambrogio, che suona le campane. I bravi, intanto, fuggono, credendo di essere stati scoperti e, dopo che il nipote di Agnese informa tutti che altri bravi erano a casa di Lucia, egli suggerisce loro di raggiungere Fra Cristoforo nella chiesa del convento. Il frate suggerisce ai tre di allontanarsi dal paese e prepara una lettera per le donne, che sarebbero andate a Monza, e una per Renzo, che sarebbe dovuto andare a Milano, in un convento di cappuccini.

Capitolo 9.
Renzo, Lucia e Agnese si dividono e le due donne vengono accompagnate al convento, dove trovano una suora di origini aristocratiche, che alterna atteggiamenti scontrosi ad altri gentili ed affettuosi. L’autore, a questo punto, descrive suor Gertrude, dicendo che ella era di nobile famiglia, ma che fin dalla nascita era stata destinata a diventare monaca. Gertrude, però, col passare degli anni si rende conto che non voleva rinunciare a banchetti, al matrimonio e alle feste e così, quando venne il momento di tornare a casa per un mese, si trovò di fronte ad un atteggiamento ostile da parte di tutti e, dopo aver provocato le ire del padre dopo un avventura con un paggio, essendo diventata troppo pesante la situazione, decide di farsi monaca.

Capitolo 10.
Gertrude implorò il perdono del padre, il quale, però, non glielo concesse. Gertrude, accetta così di diventare monaca e chiede di trasferirsi il più presto possibile nel monastero per allontanarsi dalla famiglia e, dopo dieci mesi di noviziato e di pentimenti, al momento della professione, disse l’ennesimo si.
Gertrude viveva accanto ad un furfante di nome Egidio, con il quale aveva una relazione, ma un giorno, trattò male una conversa, che le aveva fatto capire che sapeva tutto della sua relazione e così Egidio la uccise. Spesso, però, l’immagine della conversa torna nella mente di Gertrude, che non trova pace per quanto commesso.



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