Lettere dall'Asia - Cambogia: elezioni a rischio (01 Settembre 2003)

Lettere dall'Asia - Cambogia


Cambogia: elezioni a rischio (01 Settembre 2003)

Il comitato elettorale nazionale in Cambogia ha finalmente ufficializzato i risultati delle elezioni politiche dello scorso luglio.

Al Partito Popolare Cambogiano (CPP) di Hun Sen, l'uomo dei vietnamiti, vanno 73 seggi su un totale di 123. Nonostante la larga maggioranza il CPP non e' quindi riuscito a raggiungere quota 82, equivalente ai due terzi del totale, il numero di seggi necessario per governare. Sara' quindi costretto a stringere delle alleanze con il Funcipec, il partito del principe Ranarriddh (26 seggi) o con il partito di Sam Rainsy, dal nome del suo leader, un ex membro del Funcipec (24 seggi).

Sia il Funcipec sia il Sam Rainsy party non hanno riconosciuto la validita' dei risultati elettorali accusando il CPP di brogli e di altre scorrettezze. Al contempo si sono pero' dichiarati favorevoli, a condizione che Hun Sen si faccia da parte, a collaborare col CPP per la creazione di una coalizione di governo. In tal caso i due partiti parteciperebbero ad una coalizione guidata dal soggetto politico di cui loro stessi non hanno riconosciuto il successo alle urne, validando quindi un processo elettorale di cui hanno denunciato le irregolarita'. Da parte sua Hun Sen ha dichiarato "a terra, mare e cielo" che non abbandonera' la posizione di primo ministro.

La situazione in Cambogia si va lentamente normalizzando. La campagna elettorale e' sicuramente stata segnata da alcuni incidenti, da pesanti accuse reciproche e persino da propaganda di stampo xenofobico nei confronti della minoranza vietnamita. A detta degli osservatori locali e internazionali, pero', grandi passi avanti sono stati compiuti rispetto alla precedente tornata del '98.

C'e' da sperare che i soggetti interessati mettano gli interessi nazionali davanti a quelli di partito. La Cambogia di oggi e' un paese diverso da quello di trenta, venti o anche solo dieci anni fa, ma e' opinione diffusa che basterebbe poco per farlo ripiombare nel caos.

E sicuramente di sangue, nel paese di Angkor Wat, ne e' gia' scorso troppo.

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© 2003 Fabio Pulito

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