Donazione degli organi:
parlarne fa bene

Un paio di anni fa è stata portata avanti in Piemonte, dalle varie A.S.L., una campagna di sensibilizzazione sul tema della donazione degli organi, promossa dalla Regione Piemonte, che ha prodotto per loccasione un relativo opuscolo informativo. Tale libretto mi è passato per le mani, per qualche strano scherzo del destino, poco tempo fa, ed ho pensato che un tema così delicato come la donazione degli organi fosse stato finalmente affrontato in modo serio, in tutti i suoi aspetti, spesso taciuti per qualche tabù o pregiudizio. Bisogna però anche sottolineare che lopinione pubblica non si era mai interessata particolarmente di questo argomento, e probabilmente con questa sollecitazione da parte delle Istituzioni, qualcuno si sarà interrogato ed avrà maturato un suo parere. Leggendo il già menzionato opuscolo anchio ho acquisito numerose nuove informazioni a riguardo, molte delle quali hanno scaturito in me diverse riflessioni.

In questi ultimi anni ci si rende sempre più conto del bisogno effettivo di donatori: anche se nuove scoperte in campo di genetica e di creazione di organi artificiali compatibili ci fan ben sperare, attualmente lunica soluzione è proprio quella della donazione. I dati ci riferiscono che la mentalità degli italiani fortunatamente sta mutando: infatti nellultimo decennio le donazioni sono sensibilmente aumentate, anche se le liste dattesa degli ospedali continuano a reclamare questi beni inestimabili.
Già lorigine della parola (dal latino donatio donationis, latto di cedere, trasferire qualcosa da una persona ad unaltra) ci fa presagire lalto valore umano di questo gesto. Il donatore nel nostro caso è un individuo dal quale, per sua volontà o per quella dei familiari, prima di essere portato allobitorio, dopo il decesso, vengono prelevati gli organi (soprattutto reni, fegato, cuore, polmoni e pancreas) ed i tessuti (es. cornee) ancora in buono stato, che vengono poi trapiantati ad un altro individuo che grazie ad essi può sperare di continuare a vivere.
Molto è stato già detto su tutte le garanzie medico-chirurgiche, e da questo punto di vista la gente è in genere tranquilla e serena. Altri due aspetti però sono, a mio avviso, da evidenziare per comprendere meglio la situazione e farsi unidea il più chiara possibile: uno etico-sociale ed un altro giuridico-legale.

Parlando del primo, si deve asserire che nessuna religione al mondo pone veti o restrizioni in questo campo anzi, molte, come quella cattolica, lo incoraggiano in quanto gesto di carità. Letica in generale è favorevole, anche se chiede il rispetto di alcune fondamentali regole.
Molti sostenitori della donazione affrontano inoltre la questione da un altro punto di vista, affermando che donare i propri organi è una prova di civiltà e di responsabilità, oltre che un contributo alla creazione di una collettività solidale, attenta alle esigenze di tutti, senza distinzioni alcune.
Si deve tenere conto poi che per ciascuno di noi sono maggiori le probabilità di avere bisogno di un trapianto rispetto a quelle di essere un potenziale donatore. Cè chi afferma in proposito che rifiutarsi di donare sia un atto di autolesionismo collettivo. Ci sono delle perplessità sollevate invece da esponenti delle associazioni a tutela dei cittadini, come quella di avere la garanzia del rispetto delle liste di attesa (quindi un problema di corruzione) e quella riguardante il rischio di commercio illegale degli organi (qui entrano in gioco le mafie). Chiedono più sicurezza sulla destinazione e attribuzione degli stessi, poiché non vogliono far arricchire terzi con la loro scelta. A sostegno di ciò hanno ricordato il caso del Direttore Generale dellOspedale Molinette di Torino Luigi Odasso, colto in fragrante a ritirare una mazzetta. Di fronte a fatti come questo essi chiedono più trasparenza e più informazione, essendo tuttavia ottimisti e valutando maggiori i benefici che la donazione può avere rispetto a questi rischi.
Di tuttaltro avviso sono altri, come un gruppo musicale giovanile, i Punkreas (il nome cade proprio a pennello!?), che in una loro canzone ribadiscono la totale contrarietà a questa scelta, valutando i rischi di una commercializzazione del corpo troppo elevati.

Analizzando la questione dal punto di vista giuridico, bisogna dire che pochi anni fa la nostra legislazione è stata soggetta ad una modifica proprio in materia di trapianti (si può citare la legge sul silenzio-assenso), andando verso una sempre maggiore libertà di scelta, scaturita da una crescente attenzione posta dalle Istituzioni al problema, incoraggiando tuttavia la scelta della donazione, non solo come atto di umanità ma anche come aiuto alla collettività.

Matteo Corgnati
matteo@sitiurbani.org