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"TANGO RICICLANDO"


L'altro giorno ho ricevuto una e-mail da una mia 'compagna di scuola di tango' dove mi informa di una manifestazione che si sarebbe tenuta mercoledì 23 luglio presso il "TEATROTENDA PONTE MOSCA" a Torino, Lungo Dora Firenze 15. Mi racconta che stanno organizzando una mini-sfilata con ballerine di tango in collaborazione con il Gruppo Thema Progetti Srl, lo IED ed EDITANGO che intendono unire il fashion-design allo stile-acconciatura con il tango argentino. Parliamo di abiti ideati e prodotti dagli allievi del corso di Fashion and Textile Design dell'Istituto Europeo di Design di Torino, in occasione della mostra-evento "Riciclando" 2003.

La mia amica voleva sapere se intendevo andare anche io, prima dal parrucchiere e poi a provare l'abito. Se non fosse stato per altri impegni di lavoro, sarei andata anche io ma a malincuore ho dovuto declinare il suo invito. Ciò nonostante, lei è andata e quella sera, ero lì a fare da sostenitrice morale - almeno quello!!!

Abiti fatti con materiale riciclato (vedi foto). In tutto le ragazze erano una decina e verso le 23 hanno sfilato velocemente. Un evento davvero particolare e divertente. Prima e dopo si poteva ballare, infatti i tangueri si sono lanciati sulla pista mentre io mi sono permessa di intervistare la mia amica Cristina:

Come hai saputo di questa iniziativa?
Un mio amico che balla anche il tango, ha ricevuto una e-mail dal newsgroup di Yahoo e me l'ha girata.

Come è avvenuta la scelta dell'abito adatto a te?
Monica Mantelli (che fisicamente non mi conosceva, non c'eravamo mai viste prima) e il parrucchiere, Armenio col suo staff avevano già più o meno destinato gli abiti. Lo staff di Armenio si era potuto fare un'idea, avendomi vista la sera prima quando son passata dal salone per la "prova" capelli e, secondo me, conosceva benissimo gli abiti, pur non volendolo ammettere di fronte a noi ragazze! Dovevano tener tutto segreto, credo! Alla fine, mi han rivelato che quel modello era quello a cui mi avevano destinata; appena sono arrivata, però, mi è stato proposto di provarne un altro, "Sirene", che non mi stava male, sennonché non mi sentivo molto a mio agio: era davvero un pezzo "minimo", molto corto, ma anche scollatissimo sulla schiena (il ché non mi andava molto). Alla fine, sia io che diverse altre partecipanti, ci sentivamo bene nel vestito che ci era stato assegnato, è sembrata una scelta adatta anche ai parrucchieri, all'organizzatrice, insomma eravamo tutti soddisfatti e noi ci sentivamo "giuste", ciascuna nel "proprio" abito.

Ci puoi descrivere l'abito?
Non è un'impresa facile: è un abito tutto in materiale plastico e cartaceo, recuperato dai cantieri. Composto da un bustino giallo, rigido (fatto da filamenti di plastica intrecciati tra loro, alcuni dei quali prolungati verso l'alto); sul retro il bustino è allacciato non so come (mi ha vestita la creatrice dell'abito); un sottogonna, arancione bucherellato, e una gonna di nylon, entrambi lunghi, quasi fino ai piedi; la lunghezza del sottogonna è relativamente regolabile, grazie a un elastico; la gonna ci viene adagiata sopra ed è trasparente, ma piuttosto spessa. Quest'abito è stato intitolato, dalla creatrice, l'Araba Fenice. Ho letto la sua descrizione: rappresenta la possibilità di una rinascita dalle macerie, visto il materiale da cui è stato originato.

Cosa ne pensi della sfilata?
E' stata un'idea carina, molto divertente per me che vi ho partecipato, anche per le altre se ho ben capito e, mi pare, abbia suscitato anche abbastanza entusiasmo tra il pubblico. Certo, era una cosa da prendere in modo molto giocoso, sia per chi l'ha realizzata, partecipando in qualche modo (stilisti, acconciatori, ragazze, organizzatori, fotografo, ecc; be', forse per gli acconciatori è stato anche un po' faticoso, ma penso siano rimasti soddisatti del loro lavoro), sia per chi vi ha assistito e, anche durante le prove, è stato dimostrato: quasi nessuna di noi aveva idea di come si sfili, solo un paio di ragazze avevano, in qualche modo, già fatto da modelle per parrucchieri o teatro-danza o cose simili. In effetti, in quel momento, mi sono un po' preoccupata, perché non riuscivamo ad "azzeccarne una"! Il tempo per "istruirci" in materia era ristretto, gli abiti, in molti casi, ingombranti e poi gioca molto anche l'emozione, almeno per me... Al momento della sfilata, però, le modalità sono state semplificate molto, anche perché non tutte le ragazze avevano avuto modo di provare e, in realtà, ero sì emozionata, ma mi son sentita più tranquilla di quanto pensassi! E' stata una cosa breve, quindi non noiosa per il pubblico, credo... secondo me, obiettivamente, è andata bene!

Cosa pensi dell'idea di congiungere la moda riciclata con il mondo del tango?
L'idea di associare la moda (in senso lato) al tango è un'idea, a mio parere, molto proponibile, reale, perché, effettivamente, il tango ha già una sua moda, legata alla sua storia, alle sue radici, alle radici e alla storia della sua terra argentina, a cui si sono assimilate le trasformazioni subite nel tempo, con il diffondersi di questo ballo anche nei paesi europei, ecc. Certo, l'idea di associarlo a una moda del "riciclaggio" è un'idea alquanto moderna, quindi piuttosto si dissocia un po' dalle origini tanguere e, in effetti, secondo me è stato un connubio strano, non in tutti i casi semplice da cogliere. Forse quest'associazione era da interpretare anche un po' in modo soggettivo. Io, personalmente, ho trovato pochi abiti e poche acconciature che rendessero l'idea del tango (perché, spontaneamente, penso alle acconciature, agli abiti classici del tango, quelli più originali, più tipici); alcuni abiti e capigliature erano molto futuristi e, forse, volevano render l'idea del tango trasportato in un futuro, più o meno lontano; però a me sembrava una combinazione un po' strampalata. Tant'è che, inizialmente, c'era l'idea di farci fare un tango, dopo il giro di sfilata, con quegli abiti; ma poi, vedendoli, capendo che alcuni non permettevano, fisicamente, la libertà dei movimenti richiesta da un ballo come il tango, l'idea è stata, giustamente, abolita. Così si è "perso per strada" un pezzetto di programma della serata, che avrebbe dovuto meglio rappresentare l'associazione "tango-moda riciclata".

Da quanto tempo balli tango? Cosa ti piace di più di questo stile di ballo?
Ballo da circa 2 anni: vado quasi sempre a lezione, ma, temo, non abbastanza mi esercito in pista! Per imparare a ballare bene, occorre, molta, molta pratica! Del tango mi piacciono molto l'eleganza, la sensualità e l'energia, elementi che, però, solo i ballerini di un certo livello sanno manifestare chiaramente. Indipendentemente dal fatto che sono una ballerina amatoriale, che non potrò e neanche miro a raggiungere alti livelli, mi piace molto ammirare i bravi ballerini, dallo stile impeccabile, dalle movenze elegantissime, i passi di un'eccellente precisione, in ogni minimo dettaglio: non mi stancherei mai di guardarli, perché quelli sì, son ballerini che fa piacere veder esibirsi! E solo quei ballerini, secondo me, riescono a trasmettere tra di loro, e quindi anche al pubblico, l'eleganza, la sensualità e l'energia tipici del tango argentino; mi affascinano. Sono degli artisti, dei creativi, dei grandi oratori che, volteggiano sulle note, a volte strazianti, sempre un po' melanconiche, del tango con una leggerezza impalpabile, danno davvero l'idea di ballare con una facilità estrema (quando, invece, il tango è una danza assai complessa, tecnicamente difficile! E, provandola, me ne rendo ben conto). Così, questi professionisti, danno davvero l'idea della loro bravura. Certo, io non sento queste cose, il cammino per diventare bravi ballerini (seppur a livello amatoriale), è molto lungo e poi, ciò che ho descritto, è più che altro pensabile nel campo professionale del ballo. Tuttavia, al mio livello amatoriale, seppur sulle sue note un po' tristi, il tango può essere puro divertimento e dare, nel piccolo, delle grandi soddisfazioni.

Laura Vaschetto
lauravaschetto@hotmail.com

 
 
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