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le invasioni barbariche




Le invasioni barbariche, vincitore a Cannes per la migliore sceneggiatura, ma poco pubblicizzato in Italia, è un film che merita sicuramente attenzione. Veniamo alla trama: Rémy, professore universitario e 50enne divorziato, è in ospedale. La sua ex moglie Louse chiede al loro figlio Sébastien, broker finanziario a Londra, di tornare a Montreal.Sebbene il rapporto con il padre non sia dei migliori, Sébastien si reca a Montreal per aiutare la madre ad assistere Rémy, vittima ormai di una malattia terminale. Appena arrivato Sébastien mette in moto i suoi agganci per agevolare gli ultimi giorni del padre, monopolizzando l'ospedale e riunendo intorno a lui l'allegra brigata del passato:amici, ex-amanti, parenti...

Il regista Denys Arcand riesce a parlare del mistero della morte, tema non facile, senza retorica e senza banalità, mostrando al tempo stesso uno spaccato di vita comune a molte persone.
Il film alterna così serenità e cinismo, elementi grotteschi e divertenti rendendo la sceneggiatura per nulla pesante e quasi sospesa tra riso e pianto nel descrivere il mondo degli affetti, dell'amicizia, argomenti "duri" come il ricorso alla droga per fini terapeutici (senza tuttavia fare del film un inno all'eutanasia).
Ciò che più colpisce è l'ironia, l'ironia verso i tempi moderni, verso un mondo alle prese proprio con orde di barbari; non c'è niente da salvare, sanità pubblica allo sbando, sindacati macchiette di se stessi e collusi col degrado..... E' chiaramente un film "parlato" dove non si deve dunque ricercare la presenza scenica o "gli effetti speciali" se non nei contenuti.

Un'unica nota negativa, non strettamente legata al film, è il video promozionale della società distributrice del film, oltre alla consueta pubblicità..un'ulteriore attesa per chi vuol vedere il film, ma ne vale la pena soprattutto per chi - parafrasando una recensione cinematografica - "ha voglia di sorridere senza dimenticare di riflettere."

Daniela Iannetta