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Al concerto di Carmen Consoli & Co.

Una serata di artiste femminili, intrisa di canzoni ed emozioni, passando dal genere soul a quello rock, da canzoni intimiste a canzoni con influssi rap.

Il concerto inizia con il gruppo ZAP MAMA; formato da quattro donne e guidato dalla belga Marie Daulne, hanno portato al Palastampa un'esibizione completa: stile vocale soul ed ispirazioni afro, coreografia ed abbigliamento etnico ed al tempo stesso, internazionale.

Alle 23.15, dopo tanta attesa è arrivata CARMEN CONSOLI, con le sue diverse chitarre e il suo rock venato da un tormento autentico. Le prime canzoni sono state quelle del nuovo album: la stupenda "Fiori d'arancio" seguita da "Pioggia d'aprile"; non sono comunque mancate tutte le canzoni del suo repertorio da "Confusa e Felice" a "Stato di necessità", "Baciami Giuda", ..Uno stile inconfondibile il suo, un rock dolce lo definirei, stile ancora più marcato durante l'esibizione dal vivo dove la chitarra e le parole, magistralmente incastrate, sono le vere protagoniste.

Durante il bis, che in realtà, si è rivelato essere quasi un vero concerto, non sono mancate le canzoni dediche: a Modugno, con l'intramontabile "Volare" e agli uomini della sua terra, la Sicilia, uomini come Falcone, Borsellino, Impastato, che hanno dato la loro vita per cercare di cambiare quella di molti altri.

Unico neo per il pubblico torinese è stato il fatto che Carmen Consoli si sia presentata così tardi.ma la sua carica, il suo lungo bis, il suo rock intimista hanno davvero coinvolto tutto il pubblico così variegato (giovanissimi, trentenni ed anche intere famiglie!!). E della nostra città che dire? Oltre ad attendere nuovamente Carmen con un altro concerto, ecco come lei stessa vede Torino..

Daniela Iannetta
danyetta_it@yahoo.it

LA DOPPIA ANIMA DI TORINO

Torino per chi - come me - la frequenta con affetto, ma occasionalmente, ha una doppia anima: maestosa, imperiale, elegante, algida, ma anche operosa, produttiva, inquieta.

Forse per i torinesi questa è un'etichetta, una forma che talvolta gli va stretta, ma io lo considero un elemento di grande fascinazione.

Anche il fiume che scorre solenne e quieto, contribuisce a renderla una città cinematografica: in parte è la languida scenografia d'un film di Ivory, in parte il set di un film di Ken Loach, specchio d'una realtà ruvida, talvolta dolorosa e riottosa.

Narrazione in sé, Torino è una fonte di ispirazione costante e una spia critica che spinge al confronto con la memoria storica delle nostre origini alte e colte, ma anche ti "rinfaccia" le contraddizioni e le difficoltà del presente.

Mi piace tornarci e suonare qui perché tra questi due poli non c'è una vera tensione, ma una vitalità e un fervore contagiosi.

Carmen Consoli
 
 
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