BOLOGNA
FC 1909
Commento alla stagione 2001-2002
Nel nostro Paese vi sono almeno due “scienze” che sono inesatte, la politica e il calcio. Paradossalmente gli interpreti di entrambe queste “scienze” sono numerosissimi, ma hanno una sola cosa in comune: hanno la verità in tasca.
Dunque anch’io non voglio sottrarmi, e vi esporrò di seguito la mia verità inconfutabile sulla stagione del nostro amato Bologna fc 1909, che è sempre una fede; stagione terminata in modo incredibilmente paradossale, in una sorta di coito interruptus.
Non ho mai simpatizzato per Guidolin, essendo io di stampo ulivierano, e con simpatie anche mazzoniane. Tuttavia all’inizio della stagione la quasi totalità dei sapientoni (quanti ce ne sono nei distinti !!!) e non sapientoni collocava il Bologna in una fascia di centro classifica, fra il settimo e il decimo posto, intorno ai 45 punti, in compagnia di squadre come il Brescia e l’Atalanta. Siamo finiti, è vero, settimi, ma a 52 punti, in zona champions league fino alla penultima giornata, mentre la classifica finale ci ha visti fuori anche dalla coppa uefa, anche se a ridosso di Milan (55), della rivelazione Chievo (54) e della Lazio (53), a +7 sull’Atalanta, +8 sul Parma e +12 sul Brescia. Insomma, per il Bologna record di punti in classifica da quando è stata inserita la regola dei 3 punti, saldo vinte/perse + 3, fra i migliori, considerando i campionati in serie A del Bologna degli ultimi 30 anni, per trovare di meglio bisogna tornare al campionato del –5, con Gigi Radice in panca, nel campionato 80-81, quando realizzammo 34 punti effettivi (29 reali considerando il –5) in 30 partite, con i 2 punti per la vittoria. Ben 9 punti in più dell’anno scorso, e con un trend di crescita: due stagioni orsono Guidolin subentrò a Buso portando i rossoblu ad una salvezza tutto sommato abbastanza tranquilla, in un campionato grigio (anche se a mio avviso Buso avrebbe anch’egli salvato il Bologna, facendoci anche divertire un po’ di più); la scorsa stagione caratterizzata da un buon campionato per i ¾ dello stesso, con la possibilità concreta di centrare l’uefa, purtroppo terminata con un ultimo quarto impresentabile, anche se la classifica finale dice Bologna 43, nono posto a un solo punto dal settimo (che sarebbe valso l’intertoto 1 come quest’anno). I risultati dunque parlano a favore del tecnico di Castelfranco Veneto, che ha meritato pienamente la fiducia della piazza. Personalmente mantengo alcune perplessità sul modo di giocare della squadra, su alcune scelte tecniche, in particolare quando occorre modificare l’assetto tattico durante la partita, su alcune scelte “umane”: non mi scorderò mai del trattamento ricevuto da Igor Kolivanov lo scorso anno, e non dico altro, anche se forse le responsabilità non sono solo di Guidolin. Igor, sei uno di noi!
Quello che ci ha lasciato di stucco è che anche quest’anno il Bologna dà l’impressione di avere mollato anzitempo. Fino a 8 giornate dalla fine il quarto posto era ben saldo nelle nostre mani (+3 sul Chievo, +6 sul Milan, +8 sulla Lazio) e le avversarie da affrontare da lì alla fine si chiamavano Fiorentina, Lecce, Brescia, Piacenza, Perugia e Torino, tutte squadre alla nostra portata, oltre alle due partite più difficili con Roma e Lazio, quest’ultima però in programma a Bologna. Se andiamo invece ad analizzare quanto è successo con un atteggiamento più freddo e con un’ottica di tipo statistico, allora vediamo che in realtà abbiamo avuto anche molta sfiga! Chi può pensare che in 8 partite la Lazio passa da 36 a 53, 17 punti con 5 vittorie, due pareggi e una sconfitta, battendo l’Inter capolista all’ultima giornata, facendola scivolare al terzo posto, nonostante tutto lo stadio Olimpico, a partire dai tifosi laziali, tifasse Inter. Chi può pensare che il Milan contemporaneamente passi da 38 a 55, +17 in 8 gare, con 5 vinte, due pari e una sconfitta, proprio come la Lazio, rendimenti che sviluppati su 34 gare porterebbero Milan e Lazio ex aequo a 72 punti, uno in più della Juve campione d’Italia. Chi può pensare che il Chievo si torna a svegliare dal letargo proprio mentre il Bologna finisce il campionato come un treno accelerato con 8 punti in 8 gare, andatura comunque superiore a quella del Chievo della prima metà del girone di ritorno. Chi può pensare che a 52 punti si arrivi solo settimi, quando l’anno scorso l’Inter finì quinto a 51, il Milan sesto a 49 e Brescia ed Atalanta settime a 44.
Dunque il Bologna è arrivato solo settimo, rammaricandosi per aver fallito l’accesso diretto alla uefa, dopo aver a lungo accarezzato il sogno champions. E’ arrivato settimo per sfiga ma anche perché non ha avuto le motivazioni giuste per battere nelle ultime giornate squadre più deboli. In particolare gridano vendetta alcuni risultati, come Bologna-Piacenza 1-2, ma soprattutto quei risultati nati da partite affrontate dal Bologna con un atteggiamento negativo e rinunciatario: Fiorentina-Bologna 1-1 (siamo fra i pochi a non aver vinto a Firenze nel girone di ritorno), Torino-Bologna 1-1 (il Toro fortemente rimaneggiato ci avrebbe addirittura, secondo qualche maligno, regalato il pari – mi dissocio…– raggiunto il quale il Bologna si è ben guardato dall’affondare il colpo), Perugia-Bologna 1-0 (Bologna in balia dei grifoni, che avevano poco ancora da chiedere a questo campionato, diversamente dai rossoblu), Brescia-Bologna nel secondo tempo, con tre gol subiti nel momento in cui giungevano le notizie dei vantaggi di Milan, Chievo e Lazio. E’ arrivato settimo perché nelle ultime 8 partite si è rotto anche il giocattolino, alcuni giocatori hanno finito la benzina, qualcuno forse ha tirato un po’ il freno perché non sapeva se l’anno dopo avrebbe giocato ancora da queste parti, mentre il capitano Signori si è lasciato andare nelle ultime giornate ad atteggiamenti infantili ed incomprensibili, che non hanno certo rasserenato l’ambiente.
Un Bologna cinico, che ha capito che con la regola dei 3 punti è meglio vincerne 2 e perderne 3 che pareggiarne 5; dunque un campionato con ben 15 vittorie, 12 sconfitte ed appena 7 pareggi (di meno ha fatto solo il Verona con 6). Un Bologna concreto, con 6 vittorie per 1-0, 4 per 2-1, una per 3-2, una per 4-3 ed appena 3 con due gol di scarto (Chievo 3-1 e Milan e Lazio 2-0). Un Bologna utilitaristico: nel girone d’andata ben 27 punti con appena 15 gol all’attivo. Un Bologna casalingo: 38 punti su 52 sono stati conquistati al Dall’Ara (solo Juve e Roma hanno fatto meglio); proprio con le dirette concorrenti (il sorprendente Chievo, un Milan desideroso di riscossa e la lanciatissima Lazio di fine stagione) si sono viste le prove più convincenti; in più 2-1 all’Inter capolista, 0-0 con la Juve poi campione, mentre anche quest’anno si è patito un certo timore reverenziale con la Roma (doppio 1-3). Un Bologna incerto e timoroso lontano dalle mura amiche, raccogliendo fuori porta appena tre vittorie (Venezia, Verona e Udine, evidentemente piace il NordEst) e 5 pareggi, anche se alcuni epici (Lazio e Atalanta 2-2, Milan 0-0); comunque solo le retrocesse hanno saputo far di peggio. Un Bologna tutto sommato continuo, al di là del finale. Infatti nel girone d’andata ha racimolato 27 punti (però con 9 gare interne e 8 trasferte) e nel ritorno 25 (8 in casa e 9 fuori) realizzando in entrambi i casi un –8 di media inglese; 17 punti nelle prime 11 partite (decollo), 21 punti nelle 12 gare centrali (volo), 14 punti nelle ultime 11 partite (atterraggio un po’ duro, anche in virtù delle 6 trasferte).
Un Bologna che soffre e si toglie qualche piccola soddisfazione con i più forti, padroneggia con i diretti concorrenti, gigioneggia con le squadre di centro classifica, regala ai pericolanti, ed è troppo tenero con i retrocedenti. Provate a guardare lo schemino che segue:
contro la Juve (0-0 in casa, 1-2 fuori)
contro l’Inter (2-1, 0-1)
contro la Roma (1-3, 1-3)
totale 4 punti realizzati su 6 partite (m.p. 0.67)
contro il Milan (2-0 in casa, 0-0 fuori)
contro il Chievo (3-1, 0-2)
contro la Lazio (2-0, 2-2)
totale 11 punti su 6 partite (m.p. 1.83), proiezione su 34 partite = 62 punti, 9 gol realizzati sui 40 totali
contro il Perugia (2-1 in casa, 0-1 fuori)
contro l’Atalanta (1-0, 2-2)
contro il Torino (1-0, 1-1)
totale 11 punti su 6 partite (m.p. 1.83), vedi sopra
contro il Piacenza (1-2 in casa, 0-2 fuori)
contro l’Udinese (0-1, 1-0)
contro il Brescia (2-1, 0-3)
totale 6 punti su 6 partite (m.p. 1.00), proiezione su 34 partite = 34 punti = retrocessione, 9 gol subiti in queste partite (quasi ¼ del totale gol subiti)
contro il Verona (2-1 in casa, 1-0 fuori)
contro il Lecce (4-3, 0-1)
contro la Fiorentina (3-2, 1-1)
contro il Venezia (1-1, 0-1)
totale 17 punti su 8 partite (m.p. 2.13), realizzando 13 gol subendone però 9 e lasciando sul campo 7 possibili punti con le ultime 3 classificate che complessivamente hanno totalizzato appena 68 punti, 5 dei quali ottenuti proprio contro i rossoblu.
In coda a questi dati vi è la consapevolezza del fatto che il Bologna è stato messo in difficoltà dalle squadre che lottavano per la salvezza. Quando ha incontrato il Verona, sia all’andata che al ritorno, gli scaligeri erano ancora in posizione di sicurezza, idem anche per l’Udinese. Per quanto riguarda il Brescia è stato battuto con fatica all’ultima d’andata e ci ha umiliato all’ultima di ritorno, che per Baggio & C. ha significato salvezza. Il Piacenza deve la sua salvezza proprio al Bologna: boccata di ossigeno, anche se molto annebbiato, all’andata e punti salvezza per i piacentini al Dall’Ara a 3 dal termine. Con il Lecce, che si giocava le ultimissime chances, abbiamo sudato le sette camicie per conquistare il 4-3 in casa, mentre in Salento avevamo perso all’andata, rinvigorendo le speranze leccesi, purtroppo svanite nel girone di ritorno. Con i Viola si era vinto di misura e con gol rocamboleschi in casa, anche se sul 3-2 abbiamo sprecato molto, compreso un rigore, mentre al Franchi, a Fiorentina praticamente retrocessa, abbiamo rincorso un inutile 1-1 dopo essere passati in svantaggio. Così è stato anche in casa col Venezia, anche se c’è da dire che il Bologna era senza diversi titolari; all’andata, in laguna, avevamo strappato un meritato 1-0 in zona Cesarini con l’esordiente Zauli. Un Bologna Robin Hood, che ruba ai forti per dare ai deboli …
Concludo con un giudizio sui “ragazzi”.
Pagliuca (34 gare, 40 gol subiti). Ha il grosso difetto di essere virtussino e di Casalecchio. Ha però disputato quest’anno un ottimo torneo fino ai ¾, poi è naufragato come e più della squadra, subendo a volte gol ogni volta che gli avversari guardavano verso la nostra porta. VOTO 6.5
Falcone (33 gare). Uno dei perni quando la difesa reggeva, uno dei problemi della difesa quando abbiamo cominciato a subire qualche gol di troppo. Comunque tanto impegno e corsa, sicuramente uno dei punti di forza del Bologna degli ultimi due anni e speriamo anche del futuro. VOTO 6.5
Fresi (25 gare, 8 gol). Il classico esempio del “recupero alla bolognese”, giocatore rigenerato e riproposto nel ruolo che predilige. Addirittura rivelatosi come goleador di razza. Buona padronanza della difesa, un leggero calo a fine stagione. VOTO 7
Castellini (30 gare). Vi ricordate Bachlechner dei tempi migliori? Non si passa! Tanto impegno e dedizione, pochi falli, tanta affidabilità dalla prima all’ultima giornata, che dire di più per uno che dovrebbe andare in Giappone al posto di certi impresentabili convocati dal Trap? VOTO 7.5
Brioschi (25 gare, 1 gol). Forse un po’ fragile, ha bisogno di essere in forma per incidere, da ricordare la prestazione di Bergamo. VOTO 6
Zaccardo (19 gare, 1 gol). Un prospetto. Epica la sua prova a Roma con la Lazio. VOTO 6+
Gamberini (16 gare). Un giovane gigante di vetro. Credo che la Juve ce lo lasci ancora un po’. Piuttosto affidabile quando è stato impiegato. VOTO 6
Tarantino (22 gare, 1 autogol bellissimo). Se la Juve ha vinto lo scudetto, buona parte lo deve a Massimo. Questo giocatore comunque da anni risponde presente, con un’umiltà a dir poco rara in questo mondo di montati. Peccato per il calo nel finale di stagione. Voto 6.5
Wome (13 gare, 1 gol). Oggetto misterioso lui, testardo Guidolin che si ostina ad utilizzarlo col contagocce. A fine campionato abbiamo sempre l’impressione di non aver giocato con tutte le carte disponibili, rinunciando ad uno dei protagonisti dei successi del Camerun. VOTO 6-
Macellari (10 gare). Prima dell’infortunio era iscritto al club dei recuperati alla bolognese. Non riesco a capire perché 6 mesi non siano stati sufficienti per rimetterlo in piedi. Boh. VOTO 6.5
Nervo (30 gare, 1 gol). Il mio prediletto ha disputato stagioni migliori di questa, anche se rimane quello che corre di più ed il più utile e poliedrico della squadra. Un moderno e capelluto Adelmo Paris. Con la lingua a penzoloni nelle ultime giornate. VOTO 6.5
Olive (28 gare, 1 gol). Questo è il vero Olive, quello che trasloca da solo noleggiando il furgone, un vero cacciatore, anche sul campo. Non si passa. Stoico nel giocare con una frattura costale ancora da guarire. Non bello da vedere, a volte in ombra, ma sempre presente. VOTO 7-
Brighi (32 gare). Ha iniziato timidamente e progressivamente si è imposto come centrocampista rivelazione dell’anno. Un delitto non portarlo in Giappone. E’ già da Juve. Un leggero calo sui ¾ di stagione, prontamente ripreso. Da rivedere quando è stato impiegato sulla fascia. VOTO 7+
Pecchia (33 gare, 5 gol). Centrocampista offensivo con il vizio del gol. Intelligente, soprattutto fuori dal campo, ma anche dentro. Non ha lesinato impegno, tutto sommato anche nelle ultime giornate. Un altro innesto decisivo per l’ottima stagione del Bologna. Da confermare. VOTO 7
Zauli (27 gare, 6 gol). Un autentico fuoriclasse, un Detari italiano, un po’ più continuo. Buon fiuto del gol e dell’assist. Un crimine non provarlo di più con Signori. Mi ha deluso molto quando è stato impiegato nelle ultime giornate, era già in ferie? VOTO 7
Firmani (5 gare), Goretti (2 gare). VOTO n.g.
Locatelli (2 gare). Non bastano 8 mesi per recuperare da un infortunio al ginocchio, per grave che sia? E dire che l’Isokinetic è a 20 metri da Casteldebole! Nervo e Baggio insegnano. Speriamo di rivederti in forma per il 2002-2003. VOTO n.g.
Cipriani (0 gare). Vedi sopra.
Cruz (33 gare, 10 gol). Giocatore indispensabile per questo Bologna. All’andata pochi gol e molto lavoro per la squadra. Al ritorno sono venuti i gol, almeno fino a 5-6 gare dal termine. Un crimine non convocarlo in Giappone. Grande cuore, giardinero. Abbasso i distinti e forza curva. VOTO 7
Signori (16 gare, 3 gol). Deludente il suo atteggiamento dopo la vittoria con la Lazio, da lui innescata, il suo rientro poteva semplicemente modificare equilibri, invece li ha rotti, anche per colpa sua e di scelte sbagliate del Mister, tipo utilizzarlo in trasferta e metterlo in panca in casa, oppure proponendolo in alternativa a Zauli. Ma ti perdoniamo, grande beppegol. VOTO 7 di stima
Bellucci (24 gare, 1 gol). Questo magari l’anno prossimo va in B, nel Como di turno, e fa 25 gol. Quest’anno però è stato deludente assai, e non si può dire non abbia avuto le sue occasioni per farsi vedere. Visti i precedenti gli darei comunque un’altra chance. VOTO 6--
Della Rocca (6 gare). Un altro prospetto da tenere sott’occhio.
Negri (2 gare). Una meteora. Guidolin e la società dovrebbero spiegarci anche questo. VOTO n.g.