8 Dicembre 2003. Siamo quasi alla fine di un 2003 a dir poco negativo (a dire il vero vergognoso) per i rossoblù, ma simbolicamente il mese di dicembre, al di là del tonfo con l'Udinese in coppitalia, inizia con una vittoria in campionato, anche se con il fanalino di coda Ancona e in una partita finita 3 a 2 e con tantissimi patemi, anche se a venti minuti dalla fine il Bologna era sopra di tre goal e pronto a cogliere una vittoria sonante. Una partita veramente incredibile, come è incredibile il Bologna di quest'anno, finita bene ma con l'amaro in bocca. Il Bologna ha segnato due reti nel primo tempo, con un bel po' di fortuna (incredibile autorete in apertura di Bilica e gran "tiro della domenica" dell'irriducibile Carlo Nervo), triplicando ad inizio ripresa grazie all'unica bella azione rossoblù, con una triangolazione sulla sinistra fra Pecchia ed Amoroso, che ha messo Beppe Signori in grado di ricevere un cross basso in piena area, trasformandolo in oro con il suo miglior "utensile": il piede sinistro.
A metà ripresa Mazzone decide due sostituzioni, ed inserisce due fra i giocatori più "inquietanti" del Bologna 2003-2004, Guly e Troise, e nel volgere di un quarto d'ora si trova a dover subire la rimonta dorica, sulla quale il secondo ci mette del suo, in particolare un piede nell'occasione del 3 a 1, ed un mancato tackle a centrocampo, lasciando indifesa la propria fascia in occasione del 3 a 2. Non è un caso che nella vittoria del Bologna ci sia lo zampino di Carlo Nervo (nei primi due goal) e di Signori.
L'IRRIDUCIBILE E IL TOTEM
Carlo Nervo, l'irriducibile, rappresenta il più importante punto di riferimento in campo del Bologna, spesso il migliore dei rossoblù, l'unico capace di saltare l'uomo, di cambiare il ritmo di un'azione, pronto a correre ed a portare la croce per i compagni, anche se avrebbe l'età e l'esperienza per pretendere tutto ciò dagli stessi. Beppe Signori anche quest'anno è tormentato dagli infortuni, ma il suo rientro è coinciso con l'importante pareggio in Calabria e con la vittoria scacciafantasmi, con goal, con l'Ancona, nonostante in campo sia praticamente fermo, proprio come un totem. Quella vecchia lenza di sor Carletto ha capito bene che se si vuole tirar fuori qualcosa da questo Bologna, questi due, l'irriducibile ed il totem, devono essere sempre in campo, anche con le stampelle.
CHI L'AVREBBE DETTO?
Fino a poche ore fa il Bologna era in zona retrocessione. Dopo la vittoria con l'Ancona, complici le contemporanee sconfitte di tutte le altre pericolanti, i rossoblù salgono a 10 punti in 12 gare (2 vittorie, 4 pari e 6 sconfitte), alla pari della Reggina e davanti a 5 squadre (Brescia 9, Lecce 8, Perugia 7, Empoli 6 e Ancona 4). Tantissimi commentatori, addetti ai lavori e tifosi, in questi mesi hanno definito questo Bologna come il peggiore dell'era Gazzoni, costruito con giocatori "tristi" (che sotto le due torri significa brocchi) o decotti, ma allora perché tutta quella fila per fare gli abbonamenti e tutti quei commenti positivi dopo la campagna acquisti? Anche chi scrive ebbe occasione di definire questa squadra come "accattivante", nonostante sapesse già della cessione di Castellini e di quella molto probabile di Cruz, e non sapesse di alcuni nuovi innesti in arrivo come Moretti, Natali e Tare (e a dire il vero anche delle partenze di Smit e Dalla Rocca): ma soprattutto se avesse saputo dell'addio di Guidolin e dell'arrivo di Mazzone avrebbe avuto una ragione ulteriore per essere ottimista.
Ed ecco invece una squadra che progressivamente si spegne ed offre senza ombra di dubbio il peggior calcio della serie A, distinguendosi come la squadra che crossa di meno e tira meno in porta di tutto il torneo. Proviamo a darci qualche spiegazione. Innanzitutto Cruz e Castellini erano i due punti di forza della squadra: l'argentino sta facendo vedere con l'Inter di essere fra i migliori giocatori del campionato, e capiamo ancor meglio come a Bologna da solo potesse far reparto, e pazienza non facesse 20 reti a stagione; Castellini a Parma ha raggiunto finalmente la meritata convocazione in Nazionale (se il Trap lo avesse notato ai tempi del mondiale .... ma allora vestiva rossoblù ....). Seconda questione: Zanchi nei fatti non è ancora rientrato, anche perché è stato buttato nella mischia a Roma contro la Lazio e si è subito infortunato. Terzo: di conseguenza la difesa ha perso tutti e tre i suoi cardini dell'anno precedente (Castellini, Zanchi e Falcone), e gli innesti destinati alla panchina (Troise, Gamberini e Juarez) si sono trovati a giocare molto, anche perché nel frattempo anche Zaccardo ha dovuto saltare qualche partita per infortunio. I nuovi arrivi, Moretti e Natali, hanno le caratteristiche dei compagni di reparto, cioè di giocatori che giocavano poco, ed in squadre retrocesse o comunque in lotta per la salvezza. Troise e Gamberini addirittura vengono dalla B, il primo reduce da campionati fallimentari, il secondo mandato a "farsi le ossa" a Verona, con risultati non troppo soddisfacenti. Va detto che il "Gambero" finora ha giocato poco ed in modo abbastanza soddisfacente. Natali è il difensore che è piaciuto finora di più, a pubblico e critica, ma in realtà è poco superiore alla media dei compagni di reparto. Quarto: in generale questa squadra è stata influenzata dagli infortuni, in particolare a carico dello stesso Zanchi, di Signori, di Locatelli, gli stessi Zaccardo e Nervo hanno saltato qualche gara, pure Meghny si è fatto male, tutti giocatori che nel Bologna contano. Quinto: i nuovi arrivi del centrocampo, quelli che dovevano far fare il salto di qualità al Bologna, sono quelli che stanno deludendo maggiormente, a partire da Guly, passando per Dalla Bona e dallo stesso Pecchia, che non è quello di due anni fa. Inoltre lo stesso Amoroso ha reso meno di quanto ci si aspettasse ed avesse fatto intravedere la scorsa stagione, mentre un velo pietoso va steso su Bellucci, il peggiore nel rapporto "costi-benefici". Paradossale la vicenda Guly - Dalla Bona, le due "perle" della campagna acquisti rossoblù: il primo, lento, svogliato, perennemente fuori dal gioco, resosi antipatico dal goal di mano segnato all'Udinese in campionato, sembra aver mandato a Bologna il suo fratello dall'Argentina (come fece Cruz il primo anno), mentre il secondo non è nemmeno lontano parente del promettente diciottenne visto qualche anno fa con la maglia del Chelsea. Quinto: l'attacco del Bologna fa tenerezza, ed in particolare i due giganti Rossini e Tare che avrebbero bisogno di un buon piede alla Baggio per innescarli o di avere al loro fianco il miglior Signori per farlo segnare. Non ci si spiega perché mandare in B Cipriani e Dalla Rocca e poi prendersi questi due, che giocano costantemente spalle alla porta, e che non mi si venga a dire che faceva così anche Andersson, perché Kenneth era un altro capace di fare reparto da solo, mentre il lancio in avanti per questi due, 9 volte su 10 è palla persa. La cura dunque è da un lato il recupero di Signori, dall'altro quello di Locatelli (o Meghny) e vedrete che i due volenterosi giganti sapranno portare qualcosa di più alla causa rossoblù.
PERCHE' ALLORA ESSERE ANCORA OTTIMISTI?
La vittoria con l'Ancona, comunque sia arrivata, dà ossigeno al Bologna. Guardando i numeri (ed alla fine sono quelli che contano) ed accettando il fatto che i rossoblù si giocano il campionato della salvezza, non si può non osservare che il Bologna si sta ben comportando contro le dirette concorrenti (vittoria con Ancona, pareggio a Reggio Calabria e Brescia, ma anche in casa con Perugia), e le sei sconfitte le ha maturate con le squadre più avanti in classifica, Modena escluso, cioè Roma, Milan, Juve (queste due in trasferta e con molta sfortuna), Lazio e Sampdoria, mentre ha pareggiato con il Parma e con l'Inter deve ancora giocare. Dunque è da presupporre che le prossime gare prima della fine del girone d'andata (Inter, Siena, Empoli, Lecce e Chievo) possano portare alla causa altri punti importanti, per avvicinarsi il più possibile a quota 20 (che è la metà di 40 ...), mentre nel frattempo il "cavalier" Gazzoni potrebbe portarci qualche strenna, consapevole che una retrocessione rappresenterebbe un danno (economico) prima di tutto per se stesso.
Inoltre, peggio di così il Bologna non può giocare (o no?), ed abbiamo già visto cosa significa recuperare giocatori importanti. Dunque attendiamo con ansia i rientri di Locatelli e Zanchi, sperando che a centrocampo Colucci continui così, ma contemporaneamente la smetta di essere il migliore del reparto ..... Ci aspettiamo dunque qualcosa di meglio da Guly, Dalla Bona e Pecchia, e dallo stesso Amoroso, che già ha fatto intravedere qualche raggio di sole, altrimenti è meglio che qualcuno torni al mittente prima del tempo.
DUNQUE, SOSTENIAMO QUESTO BOLOGNA !!!
Si, perché, nonostante tutto, non ci sono motivazioni per abbandonarlo, visto che Guidolin non c'è più ed in panca siede il nostro beniamino Carletto Mazzone. A parte gli scherzi, il Bologna è una fede, sia se in panca siedono Ulivieri o Mazzone, sia se siedono Guidolin o Cerantola. Ed è una fede anche se i giocatori sono mercenari o non si impegnano, anche se sono caratteristiche che fanno imbestialire la curva molto di più della "tristisia".