SKIPPER: UNA CRISI DI CRESCITA

08.02.04. Fortitudo contraddittoria e che nel giro di qualche giorno è capace di piombare dall'estasi alla sofferenza estrema. Una crisi di risultati, di attacco, ma soprattutto, in modo ingiustificato, di nervi. Una crisi impersonificata, a mo' di parafulmine, dal coach Jasmin Repesa, che critica apertamente i suoi giocatori, in campo e fuori, che condanna il loro nervosismo, e poi a sua volta si fa espellere. Una Skipper che, orfana di Basile e con qualche giocatore acciaccato, è capace nel giro di 8 giorni di espugnare Tel Aviv, segnando 99 punti in faccia agli attoniti israeliani, poi far fatica a superare i 70 punti nelle due gare successive a Cantù e in casa contro il Cska.

In realtà si tratta di una crisi di crescita, da prendere come tale, da non drammatizzare, così come non vanno drammatizzati i difetti di questa squadra, individuati da subito e mai risolti, ma che poco tolgono ad una di quelle che rimangono fra le più interessanti compagini, in Italia come in Europa.

Oggi la Fortitudo è terza nel suo girone di Eurolega, con la qualificazione alla fase top 16 ormai in cassaforte anche se non ancora aritmetica; è prima a pari merito con Scavolini, Monte Paschi e Benetton, nel sempre più equilibrato ed avvincente campionato italiano, con sole 5 sconfitte sul groppone in 20 partite giocate.

A proposito di questa situazione, la Benetton, dopo una lunga rincorsa, aggancia le prime, con il piglio dei grandi ciclisti del passato, in difficoltà sulle prime asperità delle tappe alpine, ma determinati a salire con il proprio ritmo, a raggiungere e poi (non mi auguro accada) staccare i fuggitivi, arrivando da soli al traguardo finale. La Monte Paschi Siena conferma la pericolosità del proprio forte organico, ma sembra ancora alla ricerca di un'identità, oltre che di una difesa degna di una squadra che mira a grandi obiettivi. La Scavolini, infine, non è una sorpresa, e già dalla prima giornata ha fatto intendere di non essere subalterna a nessuno e di mirare molto in alto, forti anche di un organico di primo livello. Certo, è avvantaggiata dal fatto di non dover affrontare il doppio impegno, e le lunghe trasferte infrasettimanali in giro per l'Europa.

Tornando a noi, la Skipper ha mostrato da subito la sua grande forza e le sue debolezze, rappresentate dall'inesperienza di molti dei suoi giovani, da un reparto lunghi forse non adeguato, da una carenza mostrata nella prima fase della stagione nel tiro dalla lunga distanza. La gioventù in realtà è anche una forza ed un valore, e l'inevitabile inesperienza viene meno quando la squadra può disporre dell'organico pieno, che conta giocatori come Basile, Vujanic, Pozzecco, Smodis, Mottola ed anche Delfino, che certo non difettano in termini di esperienza. Le basse percentuali sul tiro dalla lunga distanza (la Fortitudo è tra le migliori al tiro da due ed ai liberi, ma fra le peggiori al tiro da tre) sono forse il determinante che ha favorito il ritorno di A.J. Guyton, e la rinuncia conseguente a Fultz. Rimane invece scoperto il tema dei lunghi, che provo ad affrontare più in dettaglio.

La Skipper ha quattro lunghi in organico: Van den Spiegel, Smodis, Mottola e Lorbeck, oltre a Mancinelli che all'occorrenza può giocare qualche minuto da "quattro". Il primo problema riguarda il ruolo del pivot, infatti l'unico "cinque" di ruolo è l'ottimo belga; Van den Spiegel è migliorato visibilmente e merita il posto da titolare in una squadra di vertice, ma non è ancora un pivot completo, e talvolta soffre un po' la stazza degli avversari che incontra, oppure fatica a mantenere la concentrazione. Dunque occorreva inserire in squadra una riserva che potesse essere complementare al Leone delle fiandre, alternandosi allo stesso nel minutaggio. Se l'anno scorso dovevamo inventarci un "falso quattro" per dare un'alternativa a Galanda, quest'anno accade l'inverso con VdS. Hanno Mottola ha avuto recentemente una pausa di rendimento, che sembra superata, e si conferma dunque un ottima ala forte in attacco, forse un po' lento. In difesa però è un baccalà e gli avversari apparecchiano e mangiano sulla sua testa; si capisce la sua prematura dipartita dal Tau, durante la scorsa stagione. Matjaz Smodis è senz'altro il "quattro" più completo, il vero erede di Galanda, ma anch'egli soffre di qualche malessere, le cui cause non sono note ai più, manifestato da un eccesso di nervosismo e dalla sensazione che fatichi a trovare una sua identità in questa squadra. Erazem Lorbeck, come gli altri giovanissimi, era partito con grandi prospettive, ma nel tempo si è rivelato ancora inadeguato e comunque chiuso dalle altre due ali forti. Forse era il caso di darlo in prestito, ingaggiando un tipo alla Damiao, esperto e capace di aiutare il belga sotto le plance.

Ma un altra causa di qualche passo falso è da ricercare nella malasorte. In particolare capitan Basile è anche quest'anno bersagliato dagli infortuni; non bastano le solite distorsioni alla caviglia, ci si mettono anche i guai muscolari. E' evidente come l'assenza di Baso incida molto, visto anche che in Vujanic finalmente poteva trovare il compagno ideale. Lo stesso Milos è in crisi di rendimento, e la squadra ne soffre tantissimo in termini di pericolosità offensiva, a dimostrare che, anche se la Skipper non è "Vujanic dipendente", è quanto meno "Vujanic bisognevole". Sono convinto che il rendimento del serbo risenta del suo recente infortunio. L'arrivo di Guyton ci rallegra, ma un interrogativo in merito alle sue motivazioni sorge spontaneo, visto che l'americano aveva già rifiutato la corte estiva di Savic, tentando e non riuscendo la carta Nba, per poi accontentarsi di una poi deludente esperienza in terra israeliana, in una squadra di secondo livello. Non escluderei che lo sfogo di Repesa nei suoi confronti sia anche frutto di un'aspettativa inappagata da parte del nostro focoso coach. Quello che è certo o che appare è l'estrema difficoltà dell'inserimento in squadra dell'americano, pur non essendo uno sconosciuto, avendo giocato con la Skipper la parte finale della scorsa stagione.

Ma questa "crisi di crescita" non allontana la Skipper dalle sue ambizioni e dalle posizioni che contano. La final eight di Coppa Italia è ormai alle porte, e dobbiamo presentarci con il capitano e con tanta rabbia e voglia di vincere. Questo calo di rendimento tra l'altro sembra non aver contagiato due elementi fondamentali della squadra, come Carlos Delfino e quel Gianmarco Pozzecco che in estate era stato scaricato da Savic e forse anche da Repesa, ma che sta mostrando di essere forse il giocatore più utile e più costante della Fortitudo 2003-2004, almeno fino ad oggi.


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