Era
nell’aria ed è puntualmente successo. E forse è meglio così; è meglio
trovarsi subito di fronte ai problemi piuttosto che trovarseli fa capo e collo
durante la stagione. E’ accaduto due anni fa quando un apparente ottimo avvio
della stagione post scudetto ha nascosto problemi che sono esplosi nel famoso
derby prenatalizio condizionando tutta la stagione, complice la nota divisione
nello spogliatoio. In un certo modo anche lo scorso anno la Fortitudo partì in
gran carriera, soprattutto con ottime prestazioni di alcuni nuovi arrivi, come
Milic ed Evtimov, per poi capitolare pesantemente a Biella e con Cantù in
campionato, e poi in Europa, correndo ai ripari con l’ingaggio di Savic a dare
vitalità e convinzione alla squadra.
Quest’anno
l’ennesima rifondazione, forse quella alla fine più accettabile (al di là
dell’estenuante ed interminabile oltre che ingiusto empasse iniziale tradotto
in quasi due mesi di silenzio sul futuro di squadra e allenatore), ha però
dovuto pagare subito dazio. Provo ad analizzarne le ragioni.
La
prima è quasi scontata: squadra rinnovata per 7/10, ergo difficoltà a trovare
amalgama, ritmi, schemi etc ... Secondo: condizione dei giocatori ancora
approssimativa (tra l’altro Pozzecco ha saltato quel poco di preparazione
svolta dalla squadra, Delfino e Scepanovic si sono aggregati da pochi giorni).
Terzo: sono già emerse vere e proprie carenze tecnico tattiche sulle quali
occorrerà il massimo impegno di Boniciolli e della squadra per trovare un
equilibrio, condizione si ne qua non
per una conferma dei biancoblù ai vertici del basket italiano.
Entrando
nel dettaglio di queste carenze, occorre sottolineare che, malgrado un
sostanziale rafforzamento della Skipper (ne sono ancora convinto), non è stato
ancora coperto il grande vuoto lasciato da Fucka. In realtà Galanda in questo
momento non sta facendo rimpiangere più di tanto l’airone (con Trieste 19 pt.,
8 rimbalzi e 25 di valutazione), ma al di là di Jack non vi sono Ali forti di
ruolo, a meno che non si voglia considerare Kovacic un 4. In più è stato dato
in prestito Cittadini per risolvere la faccenda di Delfino, ed è arrivato un
tal Lubos Barton, giovane e comunque con credenziali da Ala piccola. Da
apprezzare comunque la scelta tattica di Boniciolli di provare Skelin e Kovacic
assieme, variante che potrà a mio avviso essere giocata anche in futuro, anche
in caso di nuovi arrivi nel ruolo di 4.
Reparto
esterni. A Trieste Pozzecco è stato il miglior esterno, almeno in attacco, ma
quello che si deve chiedere al Poz, almeno a mio avviso, non è tanto caricarsi
la squadra sulle spalle per quanto riguarda le conclusioni, anche se è da
apprezzare il 7 su 11 complessivo dell’ex varesino, quanto invece prendere in
mano la squadra innestandone le armi offensive che si chiamano Basile e
Scepanovic, apparsi alquanto appannati. Il Baso alla fine ha fatto tornare i
conti, almeno sul piano statistico, anche se rimane la gravità delle 4 palle
perse a fronte di 0 recuperi, mentre lo slavo ha tirato appena 7 volte,
nonostante egli debba essere il nostro principale tiratore, soprattutto da 3,
anche perché, se la sua difesa è quella mostrata a Trieste, stiamo freschi se
non ci garantisce almeno 25 punti a partita. In sostanza, a mio avviso, manca
ancora il giusto affiatamento fra Pozzecco e Basile, che dovrebbe rappresentare
l’arma in più della Skipper 2002 - 2003, con una chiara distribuzione dei
ruoli: Poz play e Baso guardia, mentre occorre costruire azioni e schemi per
portare al tiro con più frequenza Vlado Scepanovic.
Capitolo
giovani: è apparso evidente, sia nell’amichevole con la Bignami
Castelmaggiore che nella trasferta di Trieste, che il nucleo dei giovani, che
poi dovrebbe costituire la base per il futuro, è ancora un po’ acerbo per la
massima serie in una squadra di vertice, anche se ciò potrebbe essere dovuto ad
un logico fattore emotivo. Delfino sta facendo intravedere solo a sprazzi il suo
grande talento, ma paga lo scotto del noviziato in una squadra di vertice, oltre
alle tensioni legate alle note vicende contrattuali di quest’estate ed il
conseguente ritardo con cui si è aggregato al gruppo, mentre Mancinelli e Fultz
hanno mostrato una certa difficoltà ad inserirsi. Anche qua occorre chiarire se
davvero puntiamo tanto su questi giovani, perché, in caso affermativo, bisogna
concedere loro più spazio.
Quello
che è mancato alla Fortitudo nella sua prima apparizione ufficiale è carattere
ed animus pugnandi, che si è tradotto in una difesa colabrodo (siamo stati
gli unici a subire più di 100 punti) ed in 22 palle perse contro appena 9
recuperate. Sono però convinto che con il lavoro si possa tranquillamente
venire a capo di questi problemi, e dunque è un bene si siano manifestati
subito.
Io
sono uno di quelli che è convinto che una sconfitta possa insegnare molto di più
di una vittoria.
Non
sono mancate comunque le note positive. In primo luogo un Jack Galanda, tirato a
lucido e ancor meglio dei già ottimi playoff da lui disputati in primavera.
Mate Skelin ha convinto nel ruolo di Centro titolare, malgrado una condizione
ancora un po’ approssimativa; sembra comunque meglio dei centri che hanno
presidiato l’area biancoblù nella scorsa stagione, a partire da Kovacic.
Oltre ad essere preciso in zona tiro è ben presente a rimbalzo, soprattutto in
fase difensiva. Lo stesso Kovacic, a Trieste condizionato dai falli, è da
riscoprire non solo come vice Skelin, ma anche, come sopra accennato, insieme al
connazionale. Il croato mantiene la consueta precisione al tiro e potrebbe
rappresentare un buon aiuto per Skelin nei rimbalzi offensivi. In questo senso
con Poz, Baso e Scepanovic in campo contemporaneamente a mitragliare da fuori, i
due Croati farebbero ben valere sotto il canestro offensivi i loro muscoli e
centimetri. Scepanovic era molto piaciuto nell’amichevole di presentazione con
il Castelmaggiore, ma ha molto deluso a Trieste, mentre il Poz è stato, come
detto, il migliore degli esterni.
Anche
quest’anno, però, sarà Gianluca Basile il barometro della Fortitudo: la sua
condizione, la sua intesa con Pozzecco, la consapevolezza e la convinzione di
poter finalmente sperimentarsi nel ruolo di guardia, svincolato da compiti di
regia (all’occorrenza c’è Fultz come vice Poz), saranno determinanti per
l’identità finale della Skipper di quest’anno, che a mio avviso dovrà
completarsi con l’aggiunta di un discreto 4 di ruolo.
Sarà
un’annata difficile. Un campionato che vede il rafforzamento delle squadre
“metropolitane” (Roma, Milano, ed anche Napoli), che verrà ancora più
favorito - c’è da giurarci - da tutto l’ambiente federale e della stampa,
un ambiente che non vede l’ora di mettere in discussione l’egemonia di
Bologna e Treviso. Si tenterà dunque di scardinare quest’asse consolidato che
ha visto negli ultimi 10 anni Fortitudo, Virtus e Benetton essere quasi sempre
presenti nelle semifinali, nelle finali, dividendosi gli scudetti (con
l’eccezione di quelli di Milano e Varese). A scardinare questo sistema
potranno contribuire altre squadre che si sono rafforzate, a partire dalla già
forte Siena, che si è ulteriormente rinvigorita e punta direttamente al titolo,
proseguendo con Cantù che ha
confermato allenatore ed il grosso della squadra rivelazione dell’anno scorso,
ed anche la stessa Trieste e Roseto non nascondono ambizioni. Queste squadre e
le compagini “metropolitane” partono agguerrite e Fortitudo e Virtus, in
fase di rifondazione, sono bocconi molto ghiotti, anche perché molto
difficilmente si potrà mettere, almeno quest’anno, in discussione la
leadership della Benetton, che ha confermato l’impianto dell’ottima squadra
dell’anno scorso, per di più affidandola a Messina.
Aspettiamo
ora di giungere alla decima giornata del campionato per poter formulare opinioni
più compiute. In fondo, formalmente è iniziata la stagione, ma nei fatti
alcune squadre sono ancora in precampionato ...