EQUIVOCO BASILE
Come
negli anni ’80. Come si può dimenticare la mitica Libertas Livorno, marchiata
Enichem, rapinata, sportivamente parlando, di uno scudetto meritato
dall’Olimpia Milano, in una delle finali playoff più combattute della storia?
Ebbene, quella squadra nel corso della partita di solito utilizzava con
continuità appena sei giocatori: Alessandro Fantozzi, Andrea Forti, Alberto
Tonut, Wendell Alexis, Joe Binion (sostituito da David Wood, per infortunio) e
Flavio Carera. Agli altri 4 erano riservate brevi comparse. Ed ha mancato lo
scudetto per un pelo, anzi forse per un “doveroso tributo politico” alla
squadra metropolitana milanese, che ha vinto altri scudetti “politici”, come
quello “soffiato” alla Fortitudo negli anni ’90. Preoccupa quest’anno il
rifiorire della società meneghina. Purtroppo, calcio docet.
Domenica
scorsa (29 settembre 2002) la Fortitudo Skipper ha “violato” il Pala Del
Mauro di Avellino lasciando in campo per 40 minuti Galanda e Skelin, per 39
Basile e per 35 Scepanovic. Delfino, entrato nel quintetto base, ha giocato 16
minuti, alternandosi con Pozzecco, impiegato per 19 minuti. Una decina di minuti
per saggiare il nuovo arrivo, Lubos Barton, un minutino concesso a Fultz, per
far riposare il Baso, e riga per Kovacic, infortunato, e Mancinelli, in odore di
uscire dai dieci.
Era
un bel po’ di tempo, comunque, che non vedevamo due giocatori Fortidudo in
campo per 40’. Scelta dettata da infortuni, ma anche da - non mi stancherò
mai di ripeterlo - carenze d’organico nel ruolo di 4. Anche Lubos Barton,
infatti, è un 3.
Questo
rigurgito di vecchio basket, oltre a sistemare per un po’ i conti in casa
Fortitudo, tranquillizzando la posizione del buon Boniciolli, è molto
stimolante, in quanto le mosse promosse da Matteo in quel di Avellino, che siano
o meno dettate da emergenze di carattere fisico, ripropongono vecchi tormentoni.
Si
è provato a far partire il Poz dalla panca, ed il risultato ha dato frutti
eccezionali. Era già successo in Fortitudo con Esposito (a favore di Blasi) e
Myers (a favore di Jaric). Dunque nulla ha inventato Boniciolli. Anche allora il
risultato è stato molto positivo, anche se l’esperimento è durato molto
poco, ed i motivi addotti erano anche allora la non perfetta condizione fisica
del campione. Ma, questa volta, c’è un però, che non è legato al Poz, o
alla sua difesa, fin qua scadente (però come il resto della squadra, Basile
compreso). Com’è che Basile ha aspettato la gara di Avellino per tornare a
difendere?
In
realtà, il vero equivoco della Fortitudo degli ultimi anni è proprio Gianluca
Basile. Un equivoco che non è di per sé negativo, anzi può essere molto
positivo, così come in genere è positivo l’apporto dei giocatori atipici. Il
caso Galanda è sotto gli occhi di tutti. Bisogna però saper ammettere questo
equivoco ed organizzarsi di conseguenza. Tutto il mondo vuole vedere Basile alla
prova con il ruolo di guardia pura, compreso il sottoscritto. In realtà va a
finire che Basile deve giocare come play, o quanto meno partire come tale, per
giocare in tranquillità. La spalla ideale di Baso, non stancherò mai di
ripetermi, deve essere un giocatore come lui o con caratteristiche ambivalenti:
un John Douglas andrebbe benissimo (non voglio comunque paragonare John e Baso,
due giocatori diversissimi), cioè un giocatore capace di alternarsi con Baso
nel ruolo di play e di guardia. In un rapporto difficile, dettato anche da una
sorta di competizione. Questo credo sia inevitabile. Così era la coppia Basile
- Jaric, esplosiva ma provata per davveero poco tempo (d’altra parte, come si
poteva escludere Carlton, il miglior giocatore d’Europa); così era la coppia
John Douglas - George Bucci.
Come
si inserisce il Poz in questo ragionamento? E’ veramente difficile. Il Poz, è
vero, ha anche i numeri per alternarsi in guardia con Baso; domenica, per
esempio, ha chiuso con 19 punti in altrettanti minuti giocati, spaccando la
partita con un 3 su 3 nelle bombe, 3 su 4 da 2 e 4 su 4 ai liberi, oltre a 5
rimbalzi, 3 perse, 4 recuperi e 3 assist. Ma il grande valore aggiunto del Poz
è quello di prendere in mano la squadra, farla girare ed innescare i compagni,
come a mio avviso non sa fare abbastanza il Baso. Questo è il grande limite del
ragazzo di Ruvo di Puglia, il cui rendimento diviene fondamentale per la
squadra, proprio perché se non è in giornata non è neppure in grado di
servire i compagni, mentre un vero play al limite azzera le proprie conclusioni
personali, ma non rinuncia ad innescare i compagni. E la Fortitudo non ha
ancora, se non minimamente, utilizzato il grandissimo potenziale di uomini come
Scepanovic e Delfino, che ha avuto un difficilissimo impatto. Ed è arrivato
anche Barton ...
Credo
che ritorneremo su questi temi.
Un
accenno alla partita, quasi sempre condotta dalla Skipper, salvo un momentaneo
pari nel terzo quarto, poi l’ultimo strappo per il + 15 finale, grazie al Poz.
Basile, si è detto, ritrovato soprattutto in difesa, dove ha recuperato ben 8
palloni!!! Un assist e 5 rimbalzi completano il suo apporto alla squadra insieme
ai 13 punti frutto di un 5 su 12 al tiro complessivo. Il 13 ha portato bene
anche a Scepanovic e Skelin, almeno come punti realizzati. Lo jugoslavo è stato
impreciso nel tiro da 3 mentre il croato ha peccato nelle palle perse (alla fine
5). Pessima la prestazione di Delfino (-7 di valutazione). Lubos Barton, da
rivedere, comunque ha portato alla causa 2 punti, altrettanti rimbalzi e un
recupero.
Jack
Galanda ha forse giocato la sua partita più appariscente da quando è in
Fortitudo: in 40’ ha segnato 29 punti con un eloquente 5 su 5 da 3, 6 su 11 da
2, 2 su 2 ai liberi, 10 rimbalzi, 2 perse, 29 di valutazione e 1,53 di Oer.
L’alpino si sta dimostrando un giocatore veramente duttile: ha fatto bene come
cambio dei lunghi, ora sta facendo benissimo come 4 titolare, allontanando il
fantasma dell’Airone. Deve però poter lavorare in un clima di fiducia,
altrimenti diventa il giocatore più abulico del mondo, come nelle ultime due
stagioni (escluso playoff dell’anno scorso), oppure nella stagione
‘97/’98, quando Bianchini e Skansi non seppero riporre fiducia sul ragazzo.
Ciò
non toglie che occorre colmare il buco con un giocatore che possa coprire il
ruolo di 4. A questo punto si può anche puntare su Galanda come titolare, si può
alternarlo anche con Kovacic, ma serve comunque un altro 4 nel roster.
Per
concludere, un’annotazione statistica. La Skipper è la squadra che sta
tirando meglio da 2, con oltre il 63%, la seconda dopo la Benetton nel tiro da
3, con oltre il 42%, e negli assist, con più di 12 a partita, una delle sei
squadre con percentuale oltre l’80% ai tiri liberi. Dunque, almeno a livello
offensivo, non c’è che augurarsi di continuare così. Dove invece siamo stati
davvero carenti, lo hanno capito anche i bambini, è la difesa, dove subiamo una
media di valutazione degli avversari oltre i 100 punti a partita. Ma il dato più
preoccupante (e qua mi riallaccio al discorso del 4) è rappresentato dai pochi
rimbalzi offensivi, appena 14 in 3 partite, molto, molto al di sotto delle altre
squadre. Da migliorare, ovviamente, anche il saldo recuperate - perse, molto
penalizzante per la Skipper soprattutto in fase difensiva (-25).
Il
lavoro è ancora molto lungo ...
Ah,
dimenticavo, serve un 4!!