POVERA BASKET CITY!

13 ottobre 2002.

La stagione 2002 - 2003, come qualcuno temeva, non è certo iniziata con i migliori auspici per il basket bolognese e regionale.

Dopo due giornate Fortitudo e Virtus avevano raccolto la miseria di due punti in due (francamente non ricordo a quando bisogna risalire per trovare un precedente simile, bisogna tornare almeno negli anni '80). Per di più, causa la retrocessione dell'Andrea Costa Imola, sono rimaste le uniche rappresentanti regionali nella massima serie (dove è finito il dominio emiliano-romagnolo nella palla a spicchi?). E in legadue i corregionali non vanno molto meglio: dopo quattro giornate solo Ferrara ride a 6 punti, mentre Imola, Rimini e Reggio Emilia hanno 4 punti e la Bignami Castel Maggiore è ancora al palo.

Molto diverse le storie delle due compagini petroniane. Quanto meno in termini di marketing. La Virtus ha incentrato la propria immagine estiva sulla figura del nuovo pirotecnico manager, Dado Lombardi, protagonista di proclami e conferenze stampa. In pompa magna è arrivato Tanjevic a sostituire l'allenatore Messina, oltre ad una quantità di giocatori di varie nazionalità, alcuni buoni, altri mediocri, il 50% rotti. In realtà la Virtus ha perso un grande coach, Messina, e giocatori come Abbio, Jaric, Ginobili e Griffith, protagonisti della fantastica stagione 2000 - 2001, culminata con il grande slam, ed il cui canto del cigno ha prodotto la Coppitalia 2002. Oggi il dadone non parla più e quel che resta della squadra - più della metà sono in infermeria - è qualcosa che fa intristire anche un fortitudino come me, al quale viene la malinconia vedendo una Virtus (peraltro ancora senza sponsor, non accadeva da secoli) davvero irriconoscibile, nella quale si salva il solo Rigadeau, ed in parte Bell, forse l'unico nuovo arrivo per ora degno di nota. In questo momento la Virtus non è nelle migliori 10 - 12 squadre italiane, ed anche in Europa rischia seriamente di non approdare nel top 16.

La Skipper invece quest'estate non ha fatto proclami. Si è chiusa fino a metà agosto in un dispettoso ed irritante silenzio. Poi in pochi giorni ha costruito una squadra giovane e credibile, imbastendo una campagna abbonamenti innovativa e coraggiosa, vincendo, per la prima volta anche qua, la sfida con gli odiati cugini, i quali, visto l'attuale pubblico, potrebbero anche trasferirsi al Palacaselle di San Lazzaro. Però, ci sono dei però che fanno in modo che i risultati della Skipper siano addirittura peggiori di quelli ottenuti dai cugini. Anzitutto si paga il fatto di aver progressivamente rinunciato ai campioni che nel bene o nel male hanno costituito l'identità biancoblù degli ultimi anni: Myers, Fucka e Meneghin. Una saggia politica di ridimensionamento del budget, ma tant'è, non si poteva pensare di non pagare lo scotto. Secondariamente il fatto di aver tenuto "a bagno maria" per ben due mesi il buon Boniciolli non ha certo rafforzato la posizione di un coach che, pur valido, non è certo ancora abbastanza navigato, se non altro per la giovane età. Terzo, l'aver puntato tanto sui giovani è mossa lungimirante, che però non può pagare nell'immediato. Solo recentemente Mancinelli e Fultz stanno cominciando a mollare i logici timori reverenziali, mentre Delfino paga pesantemente il passaggio da una squadra di bassa classifica ad una con ambizioni, sia pur ridimensionate rispetto il recente passato, e Lubos Barton deve ancora capire dove è piombato, e noi dobbiamo ancora capire che razza di giocatore sia. Quarto, Scepanovic e Skelin sono due ottimi acquisti ma totalmente neofiti per il basket italiano, ergo l'ambientamento è difficile anche per loro, in più il serbo ha problemi fisici che ne limitano notevolmente il rendimento. Quinto, ci vuole comunque tempo per amalgamare un gruppo nuovo almeno per sette undicesimi. Sesto, forse la più grave contraddizione è rappresentata da Pozzecco, ultima voglia di Seragnoli, che però Boniciolli non voleva: se si vuol puntare su questo giocatore, e io credo che sia giusto farlo, non lo si può considerare un oggetto ingombrante, o considerarlo semplicemente un cambio di Basile, ma è proprio sull'accoppiata Poz - Baso che bisogna credere e a mio avviso Poz deve essere il play della Fortitudo con Baso in guardia (discorso trito e ritrito sul quale certamente non smetterò di ripetermi anche in futuro). Settimo, una squadra abituata da anni a giocare con un "quattro" come Fucka oggi si trova totalmente scoperta in quel ruolo: Galanda sta giocando davvero molto bene, ma rimane un giocatore atipico. In attacco tende ad allontanarsi dal canestro ed ormai preferisce andare a tirare da 3 piuttosto che da sotto, mentre in difesa il meglio di se forse è in grado di darlo in posizione di pivot: chi può dimenticarsi la sua marcatura su Griffith, decisiva nell'unico derby vinto dalla Fortitudo nella stagione del grande slam virtussino? Van der Spiegel, davvero ottimo nelle prime due apparizioni, è comunque un 5, ergo vice Skelin. Kovacic è un pivot anche lui, anche se si sta adattando bene a giocare Ala forte affiancato a Skelin pivot. Non mi dispiace questa soluzione, un'accoppiata formata dal doppio pivot croato che mi ricorda l'accoppiata americana formata da Comegys e Gay un paio di lustri or sono, ma intanto il basket è cambiato e questa soluzione può essere impiegata a mio avviso solo per fasi di partita.

Detto questo, mentre la situazione della Virtus mi sembra complicata, la Fortitudo dà l'impressione di avere enormi margini di miglioramento, mostrati nelle due partite vinte ad Avellino e contro l'Olimpia Milano, ma anche, seppure a sprazzi, nelle sconfitte di Barcellona e Roma.

Rimane il fatto che le due bolognesi stiano pagando caramente la politica di ridimensionamento, con il risultato di essere nettamente inferiori alle squadre che non hanno seguito la stessa politica, in primis Benetton, ma anche Siena, e di giocarsela con un discreto numero di squadre rispetto alle quali fino all'anno scorso erano nettamente superiori, come Milano, Roma, Roseto e Cantù (che era forte anche l'anno scorso), ma anche Trieste, Pesaro, Varese e Reggio Calabria. Il risultato sarà un difficile approdo nelle migliori quattro, che potrebbe comportare una non presenza delle squadre bolognesi in semifinale, come non accade da tempi immemorabili. La Virtus potrebbe addirittura faticare ad entrare nelle prime dieci o addirittura in zona playoff.

Anche in questo caso le situazioni delle due compagini sono molto differenti. La Virtus attuale è figlia di uno smantellamento e di scelte societarie molto discutibili, e la proprietà non ha dato molti segnali di grande affidabilità per il futuro. E' anche vero che, esaurita la stagione degli infortuni, potrebbe anche riassestarsi, La Fortitudo, invece, ha compiuto una scelta di ridimensionamento del budget e in particolare degli ingaggi, puntando sui giovani, come ha fatto il Parma nel calcio. Si potrebbe dunque trattare anche dell'inizio di un ciclo - una sorta di nuovo progetto Fortitudo - che potrebbe dare nei prossimi anni risultati molto interessanti, con qualche possibile soddisfazione immediata, sempre che anche alla fine di quest'anno non si decida di nuovo di cambiare la squadra per oltre il 50%. L'anno scorso erano arrivati Kovacic, Evtimov, Milic, Savic, Goldwire e Marcelic (non cito gli altri play transitati in stagione), quest'anno Scepanovic, Skelin, Delfino, Barton, Fultz, Van der Spiegel (che l'anno scorso non ha toccato campo) e Pozzecco. Penso che sia ora di consolidare il gruppo ...

E' un momento difficile per le squadre bolognesi, calcio a parte, dopo un recente passato ai più alti livelli: nel basket, come da tempo si auguravano tanti gufi antibolognesi, nel baseball, dove netta è l'impressione di aver sprecato una grande occasione se non altro per andare in finale, nella pallamano, dove la stagione non è iniziata come l'anno scorso, nel rugby e nella pallanuoto, dove abbiamo perso la presenza nella massima serie. Ma Bologna continuerà ad esserci e non molla, e rimane a mio avviso la sport city per eccellenza, dato il numero di discipline di squadra che la vedono protagonista nei massimi campionati, e non ho citato l'hockey prato, il football americano (Bologna sta tornando anche qua) e, pensate, il cricket. Ed i titoli vinti in tutte queste discipline sono paragonabili ed in alcuni casi superiori a quelli ottenuti dalle grandi metropoli italiane, come Milano, Roma, Napoli e Torino. Dunque sempre forza Bologna.

Classifica dopo 5 giornate lega A basket 2002-2003:
1.   Benetton TV 10;
2.   SI, RC, TS, RM 8;
6.   MI, Roseto, VA, Virtus BO 6;
10. Cantù, Fortitudo BO, PS, LI 4;
14. NA, Fabriano, AV 2;
17. BI, UD 0.
NA e AV una gara in meno.

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