I  MORTI  DEL  GANDINO

Il nome

La Chiesa che i remedellesi chiamano "Morti del Gandino", è in realtà dedicata alla Madonna; ufficialmente alla "Maternità della beata Vergine di Morti del Gandino", come testimoniano alcune raffigurazioni. Morti perché durante le  varie pestilenze la zona veniva adibita a lazzaretto per la sua posizione periferica. Gandino dal nome della omonima località in cui si trova che deriva dal longobardo "ganda" cioè luogo sassoso.


Un ex voto ottocentesco conservato in sagrestia, l'unico rimasto dei molti che tappezzavano le pareti. Mucchi di ossa come questo dovevano essercene molti all'esterno del santuario e sotto i portici.


Le invocazioni ai morti del Gandino, graffite sull'intonaco della facciata. Altre ancora visibili sono all'interno della Chiesa.

Le tradizioni

Molte sono le storie leggendarie attorno a questo santuario, si raccontava che ogni notte le ossa sotto il terreno si lamentavano e invocavano le preghiere dei vivi e che i fantasmi di esse si aggiravano ricoperti da sudari per impietosire i passanti. Queste leggende hanno probabilmente sfondi veritieri infatti sotto l'altare principale potrebbero esserci resti ma non si sono mai effettuati scavi. Altro fatto è che alla seconda domenica di luglio (festività del Gandino), frequenti temporali disturbavano i villeggianti che facevano pic-nic sui terreni della Chiesa, evidentemente questi infastidivano i morti. Curiosamente però da quando la festività è stata sospesa non si sono più verificati temporali.


La Madonna col Bambino e Sant'Antonio da Padova, attuale pala del santuario dipinta dal Paglia.



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