“dove si confonde il governare con il comandare”
non è confusione, questi fanno quello che vogliono.
Il
Giornale
Ignobili
accuse della sinistra a Pera
L’Editoriale
Il dibattito sulla legge sul
legittimo sospetto è stato accompagnato, dentro e fuori l’aula di Palazzo
Madama, da un reiterato pesante attacco che alcuni autorevoli esponenti del
centrosinistra hanno sferrato al presidente del Senato accusandolo di
parzialità. Si tratta di un fatto di inaudita gravità che dimostra il disprezzo
che l’Ulivo mostra per le istituzioni repubblicane. Già nei giorni scorsi
Marcello Pera aveva denunciato la gravità dell’accaduto. Ma le accuse sono
continuate come se nulla fosse successo. E ad attaccare la seconda carica dello
Stato hanno provveduto i massimi dirigenti dei partiti dell’Ulivo come Fassino
e D’Alema. Salvo poi, quest’ultimo, invitare alla prudenza evitando rischi di
giacobinismo.
Ma al di là di questo resta
il vergognoso attacco della sinistra al presidente del Senato che ha svolto in
maniera encomiabile le proprie funzioni in questa come in altre occasioni.
Ed è singolare che proprio
chi è sempre pronto a parlare di difesa delle istituzioni adesso abbia compiuto
un così vistoso scivolone.
Così come appare
inconcepibile il silenzio del presidente della repubblica su quanto accaduto.
Carlo Azeglio Ciampi, che da qualche tempo sembra aver trovato quella loquacità
che caratterizzò il suo predecessore, in questo caso è rimasto colpevolmente
silente.
Ma il presidente della
Repubblica non può parlare dell’autonomia della magistratura e tacere
sull’attacco portato alla seconda carica dello Stato. Così come non può
continuare a presiedere il Consiglio superiore della magistratura come ha fatto
fino ad ora. La carica che ricopre, al di là delle funzioni di mera
rappresentanza, oltre alle parate e alle bandiere, comporta precisi obblighi
istituzionali che non possono essere troppo a lungo trascurati. La sapiente
conduzione del Csm, soprattutto in una fase di aspri contrasti tra governo,
parlamento e magistratura, come l’attuale, richiede più accortezza e decisione.
Perchè è anche così che si può valutare se chi è stato un ottimo governatore
della banca centrale può essere considerato anche un altrettanto ottimo capo di
Stato.
(b.c.)
2 Ago 2002
Il
Giornale
Bossi:
adesso cacciamo i giudici politicizzati
“In Italia ci sono alcuni
magistrati che devono essere cacciati perchè non hanno la serenità,
l'equilibrio, l'autonomia per ricoprire un ruolo e una funzione tanto
delicati”, più che una minaccia quello di Umberto Bossi è un programma.
Il leader della Lega Nord è
soddisfatto dell’esito del voto al Senato sulla legge che reintroduce il
legittimo sospetto: “E' un principio di civiltà impedire le esecuzioni sommarie
nelle aule di tribunale. Il disegno di legge è costituzionalissimo, è giusto, è
sensato, è utile”.
Secondo Umberto Bossi in
questo modo si offre ai cittadini la possibilità di chiede di essere processati
da un tribunale equo. Mentre, invece, attualmente, ci sono troppi casi di
processo politici.
“Prendiamo il mio caso: io
so che se vengo processato per le mie idee, soltanto per le mie idee da un
Papalia di turno, ho la matematica certezza di essere mandato alla forca ancora
prima di potermi difendere. E' giusto?. Invece noi vogliamo impedire che certi
magistrati in malafede processino un cittadino per motivi politici, che lo
condannino sulla base di pregiudizi politici, che agiscano non in nome del
popolo e delle leggi ma in nome del partito o dei partiti di sinistra che li
ispirano”.
Quanto all'opposizione della
sinistra il leader della Lega la spiega con la volontà di rivalsa degli
sconfitti. “L'opposizione tenta di difendere le aree di potere che aveva
occupato e si illude di dare una spallata al governo, di decapitare
Berlusconi”.
Ma Bossi tiene soprattutto a
chiarire che il centrodestra non è contro i giudici o l’indipendenza della
magistratura.
“L’autonomia e
l’indipendenza dei giudici sono valori sacri e inviolabili. Però le mele marce
vanno eliminate. Allora qui non si tratta di attentare all’indipendenza della
magistratura. Ma di allontanare un ristrettissimo numero di magistrati incapaci
e in malafede che usano il loro ruolo per fini politici”.
2 Ago 2002
I senatori del centrosinistra non partecipano al voto
Schifani: "Li abbiamo fregati". Angius: "Uno
scempio"
Legge
sposta processi
Via libera del Senato
Blitz
del centrodestra e il testo può essere votato
Grande la
soddisfazione che si respira nella Casa delle Libertà. "Li abbiamo fregati
con l'emendamento Carrara. Siamo
cresciuti e siamo diventati più furbi di loro" esulta il presidente dei
senatori azzurri, Renato Schifani qualche ora prima del voto. Esulta per il
maxi-emendamento, questo l'espediente escogitato dal Polo, che riscrive e
sostituisce per intero i tre articoli del disegno di legge Cirami sul legittimo
sospetto e ne mantiene i contenuti cari al centrodestra. Un nuovo
sposta-processi, insomma, che però, per il fatto di sostituire il testo
precedente, ottiene l'effetto di annullare tutti gli emendamenti del
centrosinistra al provvedimento di Cirami. Lo presenta, intorno alle 18,
Valerio Carrara, senatore del gruppo misto (fu l'unico eletto nella lista Di
Pietro e passò subito al centrodestra)
Castelli attacca, è subito bufera
Il
Guardasigilli: "Un voto contro il governo"