L'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani
"E' fra i migliori al mondo, meritava un'eccezione"
"Rivaldo è un affare,
altro che scandalo"


di ENRICO CURRO'

MILANO - Galliani, Rivaldo è l'unico colpo di un mercato stagnante: vale gli affari Shevchenko e Van Basten?
"Ne sono molto soddisfatto, abbiamo preso uno dei più forti al mondo. Ma preferisco non inorgoglirmi adesso. Lo farò, spero, quando ci saranno i risultati del campo. E non vorrei neanche commentare troppo la vicenda, dal momento che le visite mediche e la presentazione devono ancora arrivare".

Teme forse che Rivaldo abbia problemi al ginocchio come a Barcellona?
"Onestamente non credo proprio: visto quello che ha fatto al Mondiale, siamo convinti che le visite mediche confermeranno la bontà di questo affare. Abbiamo ottenuto, a parametro zero, un fuoriclasse vero, che arricchirà la rosa del Milan, già molto competitiva".

Ma perché il presidente Gaspart si sarebbe lasciato scappare un campione del genere, senza incassare un euro per il suo cartellino?
"I dirigenti del Bar[e7]a hanno fatto i loro calcoli, così come noi abbiamo fatto i nostri. Il Barcellona, nella sua storia, ha scelto altre volte di rinunciare ai grandi calciatori, valgano per tutti gli esempi di Maradona e Ronaldo".

Ma in quei casi aveva guadagnato molti soldi dalle cessioni.
"Il nuovo mercato ha cambiato gli scenari, non è più come prima. Rivaldo sarebbe comunque andato via alla scadenza del contratto, nel giugno del 2003. Può accadere, di fronte a un contratto oneroso come quello che aveva il giocatore, che un presidente decida di risparmiare un altro anno di ingaggio. E poi non dimentichiamo che la rescissione del contratto si spiega con i rapporti tra Rivaldo e Van Gaal: il nostro nuovo attaccante non andava d'accordo con l'allenatore olandese".

L'ingaggio che gli garantisce il Milan non è meno oneroso di quello che aveva in Catalogna.
"Abbiamo chiarito ufficialmente, attraverso il nostro sito, che si tratta di un triennale da 4 milioni di euro l'anno e soprattutto che il giocatore è arrivato a parametro zero. Per un campione della classe di Rivaldo, è senza dubbio un affare. Eppure c'è chi vuol fare lo scandalizzato".

Come si concilia una spesa del genere con l'esigenza, da lei stesso invocata in Lega, di contenere gli stipendi?
"Quel discorso resta più che mai valido e attuale. Rivaldo ha uno stipendio uguale ad altri campioni del calcio italiano, con la differenza che il suo cartellino non è costato nulla e il loro, invece, ha inciso sui bilanci".

Alla presentazione del Milan lei disse due cose: non prenderemo più brasiliani, per via dei troppi impegni con la nazionale, e i tifosi devono imparare che le grandi squadre non si fanno con le figurine.
"Non rinnego quelle parole. Ma la frase sui brasiliani andava riportata nella sua interezza. Dissi anche che non ne avrei più acquistato uno, a patto che non ci fosse in giro Pelé redivivo, calcisticamente s'intende, perché Pelé è vivo e vegeto. Ora, Rivaldo appartiene appunto alla categoria dei calciatori per i quali si può fare l'eccezione, che conferma la regola".

E la frase sulle figurine?
"Il presidente Berlusconi, come del resto il sottoscritto, ha sempre considerato Rivaldo uno dei più grandi al mondo. È quello che ci piaceva di più in assoluto e infatti è stato proprio Rivaldo a ricordarmi che, quando il Milan giocò col Barcellona, il presidente volle fargli i complimenti".

I tifosi già sognano il trio Shevchenko-Inzaghi-Rivaldo, ma per Ancelotti sarà un incubo.
"E perché? Io al trio di attaccanti aggiungo Rui Costa. Sono convinto che il Milan possa tranquillamente schierarsi come il Real Madrid. Se loro mettono in campo contemporaneamente Raul, Morientes, Zidane e Figo, non vedo per quale motivo noi dovremmo rinunciare a qualcuno dei nostri quattro".

Un giovane talento italiano come Pirlo, però, dovrà andarsene.
"Non abbiamo mai pensato di cedere Pirlo. Credo proprio che non andrà via nessuno".

E il contrasto con Rui Costa per il numero 10?
"Aspettiamo che Rivaldo arrivi, ma fin d'ora posso dire che mai lui ci ha chiesto il numero 10 e che nessuno chiederà a Rui Costa di abbandonare la sua maglia".

La trattativa è stata complicata: oltre al contratto sportivo ce n'è anche uno pubblicitario.
"C'è ancora qualche dettaglio da definire. Contiamo di recuperare la spesa, in fondo l'immagine di Rivaldo, per la pubblicità, ha il fascino del fuoriclasse, che per di più ha appena vinto col Brasile la coppa del mondo".
(29 luglio 2002)

Fai quello che dico e non fare quello che faccio questo è un detto delle mie parti rivolto ai preti.

Ma calza benissimo per questo caso che dimostra comunque che questa società si basa sull’ipocrisia e sulla furbizia.

 

Mamma mia quanti furbi abbiamo !