Tratto da "il Manifesto" del 3/4/2003
Baghdad, un razzo sulla maternità
L'ospedale di maternità della Mezzaluna Rossa colpito durante un attacco aereo
nel quartiere Mansour: tre morti, 27 feriti. La popolazione resta sotto tiro: da
Bassora ai villaggi presso Mosul, a Kerbala e Najaf. La Croce Rossa: proteggere
i civili
MARINA FORTI
La popolazione civile resta sotto tiro. Un ospedale della Mezzaluna Rossa,
reparto maternità, è stato colpito ieri mattina da un missile statunitense a
Baghdad. Lo riferiscono diversi testimoni, lo confermano i portavoce della
Mezzaluna Rossa, e poi i reporter andati a vedere. In serata il Comitato
Internazionale per la Croce Rossa ha parlato di tre persone uccise e almeno 27
ferite. Si allunga così la lista delle vittime civili della guerra - mentre i
portavoce del Comitato internazionale per la Croce Rossa si dicono sempre più
preoccupati per Nasiriya, Najaf, Kerbala: centri abitati dove sono in corso
combattimenti ma nessuno ha notizie precise sulla situazione della popolazione.
La Croce Rossa definisce «orrore» quello che si abbatte sugli iracheni.
L'attacco aereo sul quartiere Mansour di Baghdad è avvenuto intorno alle 9,30
del mattino, a strade affollate: la corrispondente della reuter arrivata poi sul
luogo ha visto almeno cinque automobili carbonizzate in mezzo alla strada. I
testimoni dicono che i passeggeri sono morti bruciati nei loro veicoli, ma non
sappiamo ancora quanti siano. Residenti e medici dicono che almeno tre missili
si sono abbattuti sul quartiere: hanno colpito l'ospedale, il vicino palazzo del
commercio e gli uffici dell'Unione dei Farmacisti e degli Insegnanti. Quanto
all'ospedale, poteva esere una strage ben peggiore: l'edificio non è stato
centrato dal missile ma preso di sbieco, dice un medico della Croce Rossa
internazionale andato sul luogo. E per fortuna molte delle pazienti erano state
trasferite poco prima in altri ospedali della capitale irachena.
Anche così, la facciata del Red Crescent Maternity Hospital è sfondata, molti
soffitti sono crollati - i reporter hanno visto macerie e sangue a profusione.
Tre operatori della Mezzaluna Rossa sono stati feriti, ha riferito il dottor
Mohammad Ibrahim, medici e infermieri. Tra gli altri un suo collega, il dottor
Mohammad Fadel, che si preparava a una normale giornata di superlavoro come da
quando è cominciata la guerra. Un suo paziente, andato a chiedere una visita, ha
avuto una gamba amputata. Gli altri feriti sono persone che lavorano
nell'ospedale o abitano nell'immediata vicinanza.
Il portavoce delle forze Usa in Qatar ha rifiutato ieri sera di commentare
l'episodio: «non ne sono a conoscenza». Secondo il comando americano, i raid
aerei ieri hanno solo preso di mira il nuovo Palazzo presidenziale nella zona di
Al Khark e altri palazzi governativi, bunker e il complesso da cui il figlio di
Saddam Hussein, Qusai, comanda la Guardia Repubblicana.
Le notizie sul resto del paese sono frammentarie. I delegati a Baghdad del
Comitato internazionale per la Croce Rossa hanno potuto visitare l'ospedale di
Al Hilla, ma non hanno ancora notizie dirette dagli altri centri urbani in cui
sono in corso combattimenti. Nel nord, la situazione resta stabile nei distretti
sotto amministrazione kurda (La Croce Rossa ha una delegazione a Arbil), ma
nessuno sa dire con precisione cosa succeda a Kirkuk, Mosul, e le zone
circostanti, rripetutamente bombardate.
Bombe sul villaggio
Solo ieri è stata diffusa (da Al Jazeera e dall'agenzia France Presse) la
notizia che un villaggio a ovest di Mosul, Bartala, è stato colpito da un
intenso bombardamento aereo il 31 marzo. E' un villaggio a maggioranza
cristiana. Le immagini di Al Jazeera mostrano una decina di case distrutte e
residenti desolati: contano 13 morti e una trentina di feriti, e dicono che non
ci sono strutture militari nel loro paesetto.
Un altro allarme è quello lanciato dall'Unicef: gli addetti del Fondo dell'Onu
per l'infanzia sono arrivati con alcuni convogli di aiuti nel sud dell'Iraq, a
Zubayr e località vicine. Hanno visto che le forze anglo-americane
distribuiscono agli abitanti le «Razioni umanitarie giornaliere», pacchetti di
cibo: quelle razioni sono impacchettate nella plastica gialla, lo stesso colore
e dimensioni delle bombe a grappolo che restano a terra inesplose. Così chi vede
un pacchettino giallo è indotto a prenderlo - ma se è il pacchetto sbagliato
esplode. Proprio come era successo in Afghanistan.
Cannoneggiamenti e attacchi aerei sono continuati ieri per tutto il giorno a
Bassora: in centro, in zone residenziali. Lo riferisce il corrispondente di Al
Jazeera. La seconda città irachena, capitale del sud a maggioranza sciita, un
milione e mezzo di abitanti, è di fatto sotto assedio dall'inizio della guerra.
Al Jazeera nel mirino?
La televisione satellitare araba è l'unico media straniero presente in città
(l'unico autorizzato dal governo iracheno prima dell'inizio della guerra):
attraverso i suoi corrispondenti sappiamo che da un paio di giorni i
cannoneggiamenti sono diventati più intensi, e che gli ospedali sono pieni di
feriti e vittime. Ieri Al Jazeera ha mnostrato che anche l'hotel Sheraton è
stato colpito, in pieno centro: in questo momento vi alloggiano solo loro, i tre
inviati e tecnici della tv araba. Così la direzione del canale satellitare in
Qatar ha inviato una lettera di protesta al Pentagono, e si appella a entrambe
le parti a garantire la sicurezza dei giornalisti (viene alla mente l'ufficio di
Al Jazeera bombardato a Kabul durante la guerra afghana: anche là era l'unica tv
presente).
L'unica buona notizia, per gli abitanti di Bassora, è che ieri la quantità
d'acqua pompata nell'acquedotto è quasi normale: sono riuscite le riparazioni ai
generatori d'emergenza all'impianto di Wafa al Qaed. Martedì l'Unicef aveva
segnalato alcuni casi di colera, ma il Comitato internazionale della croce Rossa
precisa che «per fortuna non ci sono al momento indicazioni di possibili
epidemnie». Ma la temperatura di giorno ormai raggiunge i 37 gradi... La Croce
Rossa ha cominciato a rifornire con autobotti anche le cittadine a sud di
Bassora, a cominciare da Zubayr.
Ai cannoneggiamenti si aggiungono i combattimenti attorno alla città - ieri uno
scontro di particolare violenza è avvenuto a sud. Ma Al Jazeera parla anche di
incursioni fin dentro all'abitato. Questo non impedisce a centinaia di persone
di riversarsi fuori dalla città ogni mattina a cercare oprovviste, per poi
rientrare. Il vai e vieni degli abitanti di Bassora è spiato con golosità dalle
decine di giornalisti occidentali, appostati attorno alla città con le truppe.
Gli abitanti riferiscono che il controllo dell'amministrazione e del regime
resta saldo. Molti aggiungono che negli giorni le milizie fedeli al partito
Baath hanno aumentato la pressione sulla cittadinanza: secondo notizie e voci
raccolte dalla reuter i miliziani girano in uniforme con mitragliette e
lanciarazzi, e con gli altoparlanti invitano la popolazione a combattere gli
invasori. Altri dicono che sono aumentati gli arresti di oppositori. Di solito
le stesse persone esprimono anche grande esasperazione, e ostilità verso le
truppe assedianti.