Bufera in Rai: Lucia Annunziata si dimette
Lucia Annunziata sbatte la porta e se ne
va. Sono da poco passate le 15 quando la presidente Rai annuncia a Milano le
sue dimissioni. “Mi dimetto - spiega in una conferenza stampa - per
sottolineare che i limiti del pluralismo sono stati superati e che questo
Consiglio opera in condizioni di illegittimità”. A provocare le improvvise (ma
non troppo) dimissioni sarebbero state “una serie di nomine chiave per la
gestione dell’azienda” proposte dal direttore generale al Consiglio “con meno
di tre ore di preavviso” e che l’Annunziata non avrebbe affatto gradito. “Nel
Cda si suppone che siano rappresentate tutte le forze politiche del Parlamento
- ha aggiunto la presidente dimissionaria -. Con la mia dipartita c’è almeno
metà del Parlamento e metà della volontà delle istituzioni che non sono più
rappresentate”.
Lucia Annunziata ricopre la carica di presidente della Rai dal 13 marzo 2003.
La sua nomina fu fatta con l’esplicito mandato di svolgere un ruolo di
“garanzia” per il servizio pubblico radiotelevisivo. Col passare del tempo i
rapporti con il Direttore Generale Flavio Cattaneo sono peggiorati
notevolmente, al punto che la rottura definitiva sembrava dovesse arrivare da
un momento all’altro. Solo per citarne alcune delle diatribe tra i due massimi
dirigenti Rai: 30 aprile 2003, Bruno Vespa decide di dedicare una puntata del
suo Porta a Porta a Cesare Previti. L’Annunziata protesta, ma Cattaneo dà
ugualmente il via libera alla trasmissione. 9 maggio 2003, violento scontro
dialettico tra i due dopo che Cattaneo ordina di ispezionare la redazione del
Tg3, rea di aver mandato in onda un servizio sul processo Sme, non gradita al
premier Berlusconi. 22 novembre 2003, esplode il caso Raiot e l’Annunziata
denuncia: “Una cosa è il rispetto delle regole, un’altra la censura”. Il
programma della Guzzanti verrà definitivamente sospeso il 9 dicembre. 5
gennaio 2004, questa volta a saltare è una puntata dell’Elmo di Scipio di
Enrico Deaglio con un’intervista al direttore dell’Economist Bill Emmott,
critico nei confronti del premier. Per l’Annunziata, Cattaneo vuole mettere
sotto controllo il programma, il dg replica spiegando che si è preoccupato
solo di garantire il pluralismo. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, è il
caso dell’intervista al pluriomicida Bilancia concessa a Domenica in il 26
aprile 2004 e criticata dal dg non per i contenuti, bensì per l’orario di
messa in onda. L’Annunziata parla di “schifo”, di “sintomo di gravi
disfunzioni aziendali” e lascia il palazzo di viale Mazzini, dopo l’ennesimo
incontro-scontro con Cattaneo.
L’eco dell’addio al vertice della Rai scuote l’intero mondo politico. Al
fianco dell’ex presidente si schiera compatto tutto il centrosinistra. “Di
fronte all’arroganza della maggioranza di governo, Lucia Annunziata ha fatto
un gesto di grande dignità e responsabilità, nell’interesse del servizio
pubblico” dice il leader della Margherita Francesco Rutelli. Dai Ds arriva il
commento di Fassino: “Annunziata ha fatto l’unico atto che era possibile e
necessario di fronte alla decisione della maggioranza di centrodestra di
occupare la Rai e di mettere le mani sul servizio pubblico con delle nomine
che sono del tutto ingiustificate”. Di opposta opinione la maggioranza di
governo che reputa il gesto dell’Annunziata una “bella mossa elettorale”. Per
il vice-premier Fini infatti “le motivazioni delle dimissioni sono ridicole e
parlare di mancanza di pluralismo è un’autentica sciocchezza. Il Cda vada
avanti senza di lei”. Più cauto il segretario del Cdu Follini che dichiara:
“Con tutti i problemi che abbiamo e ad un mese dalle europee, non c’era
bisogno né di dimissioni tutte politiche né di tante nuove nomine”.
Intanto il Consiglio di Amministrazione della Rai presieduto dal Consigliere
Francesco Alberoni, si è riunito ugualmente, e ha approvato una serie di
nomine in applicazione del nuovo assetto organizzativo dell’azienda di viale
Mazzini. Tra le novità più importanti la nomina di vicedirettore ad personam
di Raiuno a Gigi Marzullo e la direzione di Raidue a Massimo Ferrario, che
sostituisce Antonio Marano.