Articolo tratto da "Liberazione" del 10 Aprile 2004

Un vero e proprio esercito ombra sta operando in Iraq: dei 180 mila uomini della coalizione almeno 20 mila sono veri e propri soldati di ventura. E potrebbero arrivarne altri 10 mila
La sporca guerra dei mercenari
 
 
«Siamo addolorati per la perdita dei nostri colleghi e preghiamo insieme alle loro famiglie». Così Blackwater Usa commemora sul sito l'orribile fine dei mercenari uccisi a Fallujah. Sì perché i "privati cittadini", come si ostinano a definirli soltanto i media italiani, erano in realtà stipendiati da una delle Military private companies (Compagnie militari private) più potente del mondo. Oltre a occuparsi della sicurezza di Paul Bremer, Blackwater addestra i marinai americani nella sua enorme struttura in North Carolina, grazie a un contratto da 35,7 milioni di dollari firmato con il Pentagono. L'impegno di Blackwater, comunque, è solo la punta di un iceberg: dei 180 mila uomini della coalizione impiegati in Iraq almeno 20 mila sono veri e propri soldati di ventura.


La privatizzazione dei conflitti
Papà Bush ha cominciato, Clinton ha dato una mano ma la vera e propria escalation si deve a "W". Oggi le compagnie militari private si occupano della sicurezza personale del presidente dell'Afghanistan, costruiscono i campi di detenzione di Guantanamo e pilotano gli aerei e gli elicotteri utilizzati per debellare narcotraffico e guerriglia in Colombia. Non solo. Controllano sofisticati sistemi di armamento nei teatri di guerra e hanno in mano importanti snodi di telecomunicazione come il sistema di cui si serve l'Us Northern Command in Colorado, responsabile di coordinare la risposta a qualsiasi attacco scatenato contro gli Stati Uniti. Infine, con l'autorizzazione del Dipartimento di Stato, le compagnie addestrano i soldati e riorganizzano gli eserciti di molti paesi. Inutile dire che numerosi contratti sono così segreti, come ha dichiarato il presidente della Blackwater Gary Jackson, «che non si può dire a un'agenzia federale cosa si sta facendo con l'altra». Alla faccia della democrazia.

Comunque, più che un esercito ombra, le Military private companies (per gli amici Mpc), sono innanzitutto un grande business con un giro d'affari da cento miliardi di dollari l'anno. Non a caso le Mpc sono saldamente presenti nella classifica delle 500 compagnie più potenti degli Usa. Ovviamente in questo tipo di affari le amicizie contano parecchio. Ecco spiegato perché fra le Mpc che ultimamente hanno avuto più fortuna c'è la Halliburton, creatura del vicepresidente Dick Cheney che ha lasciato le sue iper-redditizie azioni in amministrazione controllata. Altri marchi famosi della guerra a pagamento sono Vinnell Corp, DynCorp, Mpri, Cubic e Ici, tutte bene ammanicate con le alte sfere. Mpri, ad esempio, ovvero Military Professional Resources, in grado di schierare circa 13 mila veterani esperti e superaddestrati - ovviamente dall'esercito, e quindi con i soldi dei contribuenti - è diretta dal generale Carl Vuono, ex capo delle forze armate durante la guerra del Golfo e l'invasione di Panama. Anche la DynCorp deve avere qualche santo in paradiso se è vero che più del 96 per cento dei due miliardi di profitti annui provengono dal governo federale. Del resto la compagnia è una grande finanziatrice del partito repubblicano e spende parecchi soldi nel lobbismo necessario a bloccare le leggi federali che potrebbero sfavorirla: 32 milioni di dollari solo nel 2001.

Quando ai vertici delle corporation di ventura non siedono ex alti ufficiali dell'esercito, le compagnie possono venire create ad hoc dai servizi di sicurezza, che istallano al comando i loro uomini di fiducia. In questo modo la Casa Bianca può intervenire in aree del mondo che rivestono particolare interesse strategico-economico senza dover informare ufficialmente il Congresso.


L'affare Iraq
Per le compagnie militari private, la grande occasione si chiama Iraq. Si pensa che, vista la situazione, i 20 mila mercenari presenti nel paese aumenteranno rapidamente nei prossimi mesi. La presenza così massiccia dei guerrieri privati, alimentata da anni e anni di outsourcing, allarma non poco i militari veri. Come ha scritto di recente il colonnello Steven Zamparelli nell'Air Force Journal of Logistic: «Una volta, se l'impresa esercitava il suo diritto legale ad abbandonare il teatro di guerra, potevi al massimo perdere un pasto caldo. Oggi può significare che il comandante sul campo perda completamente il controllo del sistema degli armamenti».

Le compagnie non si limitano quindi a occuparsi di sicurezza. Ormai il Pentagono ha subappaltato i complessi sistemi informatici che controllano gli armamenti hi-tech, e non di rado azioni particolarmente complesse vengono dirette dal personale iper-qualificato delle compagnie private. In Iraq è schierato insomma un esercito di carne da cannone mal pagata - 15-20 mila dollari l'anno - e malissimo addestrata, fortemente dipendente dai professionisti privati che possono arrivare a guadagnare 15 mila dollari al mese, gli ufficiali, e "appena" 7 mila i non graduati. Gente che però non risponde al codice militare, si riserva per contratto il diritto di disertare se "in pericolo di vita" e non è perseguibile da nessuno se approfitta del proprio potere per commettere atti criminali. Quando si è scoperto che alcuni mercenari della DynCorp avevano avviato un traffico di prostitute bambine in Bosnia, la totale impunità delle compagnie è risultata evidente.

Non è un caso, infatti, che il teatro iracheno attiri buona parte dei residui tossici dei peggiori regimi del pianeta. In Iraq è morto Francois Strydom, al soldo della compagnia sudafricana Erinys, implicato in molteplici assassini politici commessi dal gruppo paramilitare Koevoet nella Namibia degli anni '80. Oppure Deon Gouws, ferito sul fronte iracheno, ex membro della polizia segreta sudafricana che ha confessato di avere organizzato numerosi attentati contro gli attivisti anti-apartheid. E che dire di Derek William Adgey, ex marine britannico che ha passato quattro anni in galera per il suo lavoro con l'Ulster Freedom Fighters e che ora è nel Golfo per conto dell'Armor Group?

Ma questi, diciamolo, sono dilettanti. Molto più professionali sono i 122 cileni che Blackwater ha scritturato a Santiago. Si tratta niente di meno che di Berretti neri - unità speciale delle forze armate cilene - e marineros che sono stati «perfettamente addestrati» come dicono alla Blackwater, all'epoca di Pinochet. I 122 sono stati selezionati su di un gruppo di 400 veterani da una Mpc locale, il Grupo Tctico fondato nel 1995 da Jose Miguel Pizarro, andato in pensione anticipata alla fine della dittatura. Il generale Ricardo Izurieta, che sostituì Pinochet come capo delle forze armate nel 1998, portò avanti una discreta ma abbastanza efficiente epurazione, costringendo al ritiro parecchi ufficiali che avevano svolto un ruolo nella repressione. Come in Sudafrica, gli ufficiali e i corpi d'elité specializzati in torture e sparizioni si trovarono così senza lavoro, e pensarono di mettere le proprie competenze al servizio dei privati o degli eserciti in vena di subappalto, come la Us Army. In Iraq hanno trovato modo di trarre profitto dalla loro esperienza criminale.

Sabina Morandi

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