Articolo tratto da "Il manifesto" del 12/4/2003

 

Fuoco al check point,uccisi due bambini
Ancora vittime civili Nasiriya, un'auto non si ferma all'alt: i marines sparano e ammazzano due bimbi. Tikrit è sempre sotto le bombe. Ucciso anche un fratellastro di Saddam
M.M.
Altri due bambini. Uccisi dai marines americani a un check-point vicino a Nasiriya, nel sud dell'Iraq, ieri mattina. «Uno spiacevole incidente», se l'è cavata così il capitano Jay Delarosa, portavoce della quindicesima U.S. Marine Expeditionary Unit. Anche «il nostro comando lamenta questo incidente». Amen. Ma, ha poi spiegato il capitano Delarosa, quei bambini o chi per loro, se la sono cercata. Perché il pullmino su cui viaggiavano non si è fermato a un posto di blocco e «i nostri marines sono entrati in azione per proteggersi contro quello che credevano fosse un attacco suicida». E secondo le regole d'ingaggio fissate dai comandi centrali americani dopo i numerosi attacchi kamikaze durante le tre settimane di guerra, prima si spara e poi si si vede.

I marines, ha spiegato il capitano ed è comprensibile che sia così, sono molto nervosi, sempre sul chi vive e con il dito sul grilletto.

Secondo la ricostruzione ufficiale, un veicolo carico di gente si è avvicinato a un ceck-point a Nasiriya verso le sei e tre quarti di ieri mattina. «Ad alta velocità».

«Al veicolo è stato ingiunto più volte di fermarsi, con segnalazioni e ingiunzioni dei marines». Ma, chissà perché, il mini-bus «ha cominciato ad aumentare le velocità e a zigzagare fra gli ostacoli posti di fronte al posto di blocco». A quel punto i marines «hanno sospettato, a causa dei precedenti, che si trattasse di un attentatore suicida. E hanno sparato».

Solo che dentro il veicolo non c'erano kamikaze o fedayn, ma solo povera gente in fuga dalla guerra e dal caos in cui «la guerra di liberazione» e il collasso del regime saddamista hanno sprofondato l'Iraq.

Due bambini che erano a bordo sono stati uccisi e altri nove passeggeri feriti. Una successiva ispezione effettuata dai marines ha accertato che nessuno era armato né di bombe né di altre armi.

«Uno spiacevole errore».

Intanto nel cosiddetto «fronte nord», dopo la caduta ieri di Mosul, Tikrit - città natale di Saddam Hussein - resta l'unico centro iracheno strategico che gli eserciti anglo-americani non hanno ancora «conquistato». Sulle sorti di Tikrit, nonché di Saddam e della leadership irachena che sembrano svaniti nel nulla, le voci e le speculazioni si rincorrono.

I generali Usa sostengono di aver osservato i militari iracheni scavare trincee ed erigere fortificazioni attorno a Tikrit, che gli americani considerano l'ultimo bastione della resistenza irachena.

«Ci stiamo concentrando su Tikrit per evitare che il regime ricostruisca un comando nella città o riesca a rifugiarsi all'interno», ha dichiarato il portavoce del Comando centrale americano, generale Vincent Brooks. «Concentrarsi» su Tikrit significa che la città - 200.000 abitanti,175 chilometri a nord di Baghdad - viene martellata dai bombardamenti dell'aviazione militare Usa. Durante uno di questi raid, ieri un aereo americano ha sganciato sei bombe «intelligenti» a guida satellitare sulla casa di Barzan Ibrahim Hasan al-Tikriti, fratellastro di Saddam Hussein ed ex capo dei servizi segreti iracheni. Al-Tikriti - che secondo la televisione araba al-Jazeera sarebbe morto, seppellito sotto le macerie della sua abitazione - era stato posto da tempo fuori dal regime e messo sotto sorveglianza in seguito a dissidi con Qusai e Uday Hussein, figli di Saddam. Dunque le bombe «intelligenti» hanno ucciso un uomo agli «arresti domiciliari», un ex notabile che non contava quasi più nulla nella struttura di potere del regime iracheno.

La protezione della città natale di Saddam Hussein era stata affidata alla settima divisione meccanizzata «Adnan» della Guardia repubblicana. Secondo gli Stati uniti adesso quest'ultima sarebbe stata rinforzata dalla Guardia repubblicana speciale, i Feddayyn di Saddam ed elemnti del partito Baath rimasti fedeli al rais. Non è chiaro se Saddam sia sopravvissuto agli almeno due tentativi da parte degli americani di assassinarlo con le bunker buster, bombe che penetranno nei rifugi sotterranei e che hanno un micidiale effetto distruttivo. Tuttavia i generali Usa pensano che il rais possa essersi rifugiato proprio a Tikrit e sono pronti a dare alla città l'assalto finale. Nel frattempo, da giorni, la bombardano con l'aviazione colpendo centri radio, caserme della Guardia repubblicana e istallazioni militari. Dal Pentagono si dicono pronti a quella che definiscono una «grande battaglia». Le forze speciali Usa hanno anche chiuso la strada che da Baghdad porta a Tikrit, per bloccare un'eventuale ritirata di forze irachene dalla capitale.

E a nord di Tikrit le forze speciali Usa avrebbero scoperto cinque piccoli aerei «nascosti» che - secondo fonti militari amricane - forse dovevano servire per la fuga di esponenti di spicco del regime.

 


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