Articolo tratto da "Liberazione" del 15/02/2004

Ventitré morti nell'assalto alla sede del Corpo di difesa iracheno a Falluja. Liberati 400 detenuti
Iraq, attacco alla polizia
 
 
Doppio agguato di prima mattina a Falluja. Contro una stazione di polizia e contro la sede del Corpo di difesa civile iracheno. Al grido «Allah è grande» cinquanta di uomini armati sono piombati nei due edifici sparando all'impazzata. Ventitré morti e trentacinque feriti, ma il bilancio è provvisorio. Tra le vittime ci sono quattordici poliziotti - obiettivo classico della guerriglia che li accusa di collaborazionismo con le forze occupanti - e tre attentatori. Gli altri sono tutti civili. Nell'assalto sono state aperte tutte le celle. Discordanti le notizie sul numero dei detenuti fuggiti: forse cento, forse quattrocento. Tutti detenuti comuni, assicura il comando statunitense, ma secondo alcune fonti lì dentro erano rinchiusi molti uomini chiave della guerriglia. Testimoni assicurano che i militari statunitensi non sono intervenuti durante l'assalto. Lo stesso compound era stato attaccato due giorni fa, nel corso di una visita del comandante in capo delle forze americane in Iraq e in Afghanistan, generale John Abizaid, rimasto miracolosamente illeso.

«I miliziani ci sono venuti addosso con razzi anticarro ed armi automatiche, molto più potenti dei nostri kalashnikov» ha raccontato l'ufficiale di polizia Earazan Abu Issa, che al momento dell'agguato si trovava all'esterno dell'edificio. Circa venti detenuti sono riusciti a fuggire. L'assalto è durato quindici minuti ed è avvenuto nemmeno un'ora dopo che, nella stessa città, un commando aveva ucciso due poliziotti iracheni davanti alla sede del municipio.

In pieno "triangolo sunnita" Falluja, roccaforte dei sostenitori di Saddam Hussein, è diventata una trappola per le truppe statunitensi in Iraq. Dalla fine delle ostilità, proclamata ufficialmente dal presidente americano George W. Bush lo scorso primo maggio, la città è stata quasi continuamente teatro di attacchi contro i militari stranieri. Solo nelle ultime ventiquattro ore sono stati uccisi un soldato statunitense, saltato su un ordign fatto brillare mentre era in corso un pattugliamento, e un militare britannico.

Sempre ieri i cadaveri di tre statunitensi sono stati ritrovti nelle acque del fiume Tigri. Erano stati dati per dispersi il mese scorso. Due erano a bordo di un elicottero precipitato nel fiume all'altezza di Mosul, il 25 gennaio. Li ha ripescati la polizia irachena che esclude l'ipotesi dell'attentato.

Angela Nocioni 

 

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