Articolo tratto da "Liberazione" del 30/4/2003

L'ex impresa di Cheney trae profitti dal sostegno alle...
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Quando le prime bombe hanno iniziato a piovere su Baghdad, CorpWatch (una rete statunitense per il monitoraggio del comportamento delle imprese) ha scoperto che migliaia di dipendenti della Halliburton, impresa amministrata fino a poco tempo fa dall'attuale vice-presidente Dick Cheney, lavorano al fianco dell'esercito statunitense in Kuwait e Turchia in base ad un accordo per il valore di quasi un miliardo di dollari. Secondo fonti dell'esercito Usa, sono adibiti alla costruzione di tendopoli e al sostegno logistico alla guerra, in Iraq così come in altre zone calde della "guerra al terrorismo".

Se i recenti reportage formulavano ipotesi sulla "pacchia" della ricostruzione e del dopoguerra, da cui aziende come la Halliburton erano pronte a trarre i massimi profitti, gli ultimi sviluppi rivelano che la Halliburton ci sta già guadagnando, grazie a contratti per operazioni da realizzarsi in tempo di guerra per un valore di centinaia di milioni di dollari.

Cheney è stato amministratore delegato della Halliburton fino a quando è sceso in campo a fianco di Bush per le presidenziali del 2000. Ancora oggi, percepisce compensi fino ad un milione di dollari all'anno dalla Halliburton, benché il suo portavoce neghi qualunque aiuto da parte della Casa Bianca all'azienda per vincere l'appalto.

Nel dicembre 2001, la Kellog Brown & Root, una società controllata dalla Halliburton, ha ottenuto dal Pentagono un contratto decennale denominato "Programma ausiliario civile per la logistica" (LOGCAP). Si tratta di un contratto di "costo più compensi accessori/fornitura a tempo indeterminato e quantità indeterminata", che in sostanza significa che il governo federale ha carta bianca sul mandato e sul budget per inviare la Brown & Root in qualunque parte del mondo a seguire le operazioni militari in cambio di profitti.

Linda Theis, addetta alle pubbliche relazioni del Comando di supporto per gli interventi sul campo dell'esercito degli Usa, con sede al Rock Island Arsenal, in Illinois, ha confermato a CorpWatch che la Brown & Root fornisce sostegno logistico anche in Afghanistan, Gibuti, Georgia, Giordania e Uzbekistan.

«Le ubicazioni specifiche, le unità militari, il numero dei soldati e la durata sono da considerarsi informazioni riservateâ, ha aggiunto. «Posso dire però che il costo complessivo previsto degli incarichi assegnati come da contratto del dicembre 2001 ammonta a circa $830 milioni».


Kuwait
Il contratto per il Kuwait è iniziato nel settembre 2002, quando Joyce Taylor, dell'ufficio management del Comando per gli equipaggiamenti militari dell'esercito statunitense, è giunto in loco per occuparsi della supervisione degli addetti a costruire le tendopoli che avrebbero dato alloggio a decine di migliaia tra soldati semplici ed ufficiali.

Gli ufficiali che lavorano a fianco della Brown & Root affermano che la collaborazione contribuisce ad abbattere i costi, con l'utilizzo di manodopera locale a costi inferiori rispetto ai salari dell'esercito. «E' possibile acquistare rapidamente i materiali da costruzione e adibire alla realizzazione del progetto manodopera di paesi terzi. Servono così meno soldati dei servizi di supporto per l'aspetto logistico della costruzione degli attendamenti», afferma il tenente colonnello Rod Cutright, ufficiale del LOGCAP responsabile della pianificazione in tutta l'Asia sud-occidentale.

Nelle ultime settimane, questi dipendenti della Brown & Root hanno contribuito a trasformare il Kuwait in un accampamento militare a cui si appoggiano circa 80.000 soldati stranieri, una cifra che equivale a circa il 10% della popolazione kuwaitiana autoctona.

La maggioranza dei soldati vive in tendopoli nell'inospitale deserto a nord di Kuwait City, tenendosi pronta ad invadere l'Iraq. Alcuni accampamenti sono stati battezzati con il nome degli Stati che hanno subito gli attentanti dell'11 settembre 2001: Camp New York, Camp Virginia e Camp Pennsylvania.

Il quartier generale di questo contingente si trova a Camp Arifjan, dove civili e militari hanno costruito un patio con la superficie ricoperta di ghiaia, arredato con tavolini da picnic e sedie e circondato da varie tende, di cui una adibita a palestra ed una ad emporio, senza dimenticare gli ultimi arrivati, ossia i fast food, Burger King, Subway e Baskin Robbins, che hanno trovato posto all'interno di rimorchi e container marittimi. I canestri per il basket e le reti da pallavolo si trovano invece all'esterno della sala mensa.


Turchia
Lasciando l'Iraq in direzione nord, si trovano circa 1.500 civili alle dipendenze della Brown & Root e dell'esercito degli Stati Uniti accanto alla città di Adana, nell'entroterra, a circa un'ora di macchina dalla costa mediterranea della Turchia centrale, venuti in sostegno ai circa 1.400 soldati statunitensi delle squadriglie di F15 "Aquila" e F16 "Falchi da combattimento" dell'Operazione Northern Watch, a presidio della zona interdetta al volo sopra il trentaseiesimo parallelo in Iraq.

Ad occuparsi degli alloggiamenti dei piloti, presso la base militare di Incirlik, a circa 10 km dalla città, è un'azienda di nome Vinnel, Brown & Root (VBR), una joint venture tra la Brown & Root e la Vinnel di Fairfax (Virginia), in base ad un contratto stipulato il 1° ottobre 1988, che comprende altre due zone militari di minore importanza sul territorio turco, quelle di Ankara e Izmir.

L'ultimo contratto sottoscritto dalla joint venture, con durata dal 1° luglio 1999 al settembre 2003, era stato inizialmente valutato in $118 milioni: tuttavia, alcuni ufficiali dell'esercito statunitense confermano, pur rifiutandosi di fornirne i dettagli, che la Brown & Root avrebbe ricevuto nuovi ed ulteriori contratti in Turchia nell'ultimo anno, per il sostegno alla "guerra al terrorismo".

«Forniamo servizi di supporto all'aeronautica statunitense nel settore dell'ingegneria civile, del trasporto con veicoli a motore e di altri servizi da offrire in loco, tra cui la ristorazione, gli alloggi e la manutenzione di un campo da golf. Ci occupiamo anche delle ispezioni doganali», ha spiegato il manager della VBR Alex Daniels, che lavora ad Incirlik da ormai 15 anni.

La manodopera a buon mercato rappresenta la ragione principale che induce a ricorrere allo strumento dell'appalto, afferma il maggiore Tony Kemper, responsabile della base per le pubbliche relazioni. «Il motivo per cui l'esercito appalta i servizi è in primo luogo la maggiore competitività in determinate aree. Negli anni, molti studi hanno evidenziato quali servizi possano essere erogati da una ditta d'appalto piuttosto che dall'esercito stesso. Perché ad esempio con gli appalti non siamo obbligati a pagare i contributi sanitari e tutti gli altri oneri che ci accolliamo per i dipendenti: la scelta viene lasciata al datore di lavoro».

Poco dopo la firma del contratto, durante la guerra del Golfo, nel gennaio 1991, Incirlik divenne un importante scalo per migliaia di sortite contro l'Iraq e il Kuwait occupato, nel corso delle quali furono sganciate oltre 3.000 tonnellate di bombe su obiettivi militari e civili.


Contratti
in Asia Centrale
E' ancora in corso il primo contratto LOGCAP nel quadro della "guerra al terrorismo", iniziato nel giugno 2002, quando la Brown & Root sottoscrisse un accordo per $22 milioni per i servizi di supporto al Campo Stronghold Freedom ("Roccaforte della Libertà"), situato nella base aerea di Khanabad nell'Uzbekistan centrale. Khanabad è una delle principali basi USA per la guerra in Afghanistan, con circa 1.000 soldati dei Berretti Verdi e della Decima Divisione di Montagna.

Nel novembre 2002, la Brown & Root ha dato avvio ad un contratto annuale, per un valore di $42,5 milioni, per i servizi alle truppe di stanza a Bagram e a Kandahar. I dipendenti della Brown & Root sono stati adibiti ai servizi di lavanderia, alle docce, alla mensa e all'installazione degli impianti di riscaldamento negli accampamenti.


Futuri contratti
in Iraq
La Halliburton figura anche tra le cinque grandi imprese statunitensi offerenti per la gara d'appalto che potrebbe dar adito al maggiore progetto di ricostruzione mai organizzato dai tempi della seconda guerra mondiale. Le altre aziende candidate sono Bechtel, Flour, Parsons e Louis Berger.

Il piano per la ricostruzione dell'Iraq richiede agli aggiudicatari dell'appalto di realizzare varie opere, tra cui la riapertura di almeno la metà di "strade e ponti economicamente importanti", ossia circa 2.400 km di strade in 18 mesi, secondo il Wall Street Journal.

All'aggiudicataria dell'appalto sarà inoltre richiesto di riparare il 15% della rete elettrica ad alta tensione, di ristrutturare diverse migliaia di scuole e di recapitare 550 generatori di emergenza in due mesi. Secondo le stime, il contratto avrà un valore fino a $900 milioni solo per le operazioni preliminari.

Il Pentagono ha inoltre assegnato, sempre alla Brown & Root, un contratto per il controllo degli incendi dei pozzi petroliferi qualora Saddam Hussein li avesse dati alle fiamme. Le riserve petrolifere irachene sono seconde solo a quelle dell'Arabia Saudita: ciò fa della Brown & Root la principale candidata a diventare l'appaltatrice della maggiore operazione di recupero dei pozzi petroliferi mai realizzata in Iraq, per un valore fino a $1,5 miliardi in contratti che, secondo gli analisti industriali, darebbero un fortissimo impulso al settore petrolifero nel dopoguerra iracheno.


I profitti della guerra
Nella dichiarazione dei redditi compilata da Dick Cheney nel 2001, figurano "compensi differiti" fino a $1 milione all'anno, a lui corrisposti dalla Halliburton dopo le sue dimissioni da amministratore delegato, rassegnate nel 2000: all'epoca, Cheney aveva infatti optato per non ricevere la buonuscita in un'unica soluzione, preferendo un pagamento differito in 5 anni, probabilmente per ragioni fiscali.

L'azienda non intende precisare l'ammontare esatto di tali compensi: nell'apposito modulo per la dichiarazione dei redditi, obbligatorio per tutti i principali esponenti dell'Amministrazione USA, si afferma soltanto che le somme sono comprese tra $100.000 e $1 milione, ma il metodo di calcolo non è chiaro.

Secondo i detrattori, l'evidenza del conflitto di interessi è deplorevole. «La squadra Bush-Cheney ha trasformato gli Stati Uniti in un'impresa di famiglia», afferma Harvey Wasserman, autore del libro The Last Energy War (Seven Story Press, 2000). «Ecco perché Cheney non si vede mai: è troppo impegnato a fare accordi con i suoi compari, che gli hanno dato come liquidazione un malloppo multimilionario. Ma non hanno un po' di pudore, non si vergognano, non hanno un briciolo di buon senso? Perché non fanno governare l'America direttamente alla Enron? Oppure la Zapata Petroleum [una società di esplorazione petrolifera in capitale di rischio diretta da George W. Bush e oggi fallita] ha costruito un oleodotto in Afghanistan?».

Gli ufficiali dell'esercito dissentono da queste posizioni. Il maggiore Bill Bigelow, responsabile delle pubbliche relazioni per l'esercito americano in Europa occidentale, risponde: «Se mi si pone una domanda specifica come "ritiene giusto che gli appaltatori facciano profitti in tempo di guerra? ", direi che sarebbe meglio chiederlo ad un livello più elevato, ad esempio a chi elabora le politiche. Non siamo noi a decidere le politiche, ma ci limitiamo a lavorare all'interno di un quadro precostituito».

«Queste domande si pongono da sempre, perché risalgono alla seconda guerra mondiale, quando Chrysler, Ford e Chevy smisero di fabbricare automobili per produrre fucili e carri armati. È ovvio che questo interrogativo sia in giro da tempo. Ma è vero che al giorno d'oggi sono pochissime le aziende che ricevono appalti dalla Difesa, mentre se pensiamo a 60 anni fa, ai tempi della seconda guerra mondiale, allora quasi tutti producevano merce che, direttamente o indirettamente, aveva a che fare con la Difesa», aggiunge Bigelow.

 

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