CNN, il Pentagono in redazione

Robert Fisk*

26.2.2003
La madre di tutte le tv si prepara alla prossima guerra in Iraq. Sul campo, l'esercito addestra i giornalisti. Ad Atlanta, funzionari governativi pronti a bloccare notizie scomode

La stampa americana sta già esprimendo la propria approvazione per la copertura giornalistica delle forze armate americane che l'esercito Usa intende consentire ai reporter nella prossima guerra del Golfo. I ragazzi della Cnn, della Cbs, della Abc e del New York Times saranno «inseriti» tra i marines e la fanteria Usa. Il grado di censura non è ancora chiaro, ma non importa quanto il Pentagono taglierà dai dispacci dei reporter. Un nuovo sistema della Cnn di «approvazione dello script» - l'iniqua indicazione data ai reporter, in base alla quale essi dovranno inviare tutte le loro notizie ad anonimi funzionari ad Atlanta affinché siano debitamente epurate - fa ritenere che il Pentagono e il Dipartimento di stato non avranno nulla di cui preoccuparsi. E neanche gli israeliani. Per la verità, la lettura di un nuovo documento della Cnn, «Reminder of Script Approval Policy» («Promemoria sulla politica di approvazione degli script»), lascia letteralmente esterrefatti. «Tutti i reporter che stanno preparando dei servizi devono sottoporre lo script a verifica per l'approvazione» recita il documento. «I servizi non possono essere messi in onda finché gli script non saranno stati approvati (...) Tutti i servizi giornalistici che non abbiano avuto origine a Washington, Los Angeles o New York, compresi quelli provenienti da tutti gli uffici internazionali, devono pervenire al Row di Atlanta per l'approvazione».

La data di questo messaggio straordinario è il 27 gennaio. Il Row è il gruppo degli «script editor» che possono pretendere modifiche o «bilanciamenti» nel servizio di un reporter. «Uno script non è approvato per la messa in onda a meno che non risulti formalmente approvato da un manager autorizzato(...) Se viene aggiornato, lo script deve essere riapprovato, preferibilmente dalla stessa autorità che lo aveva approvato in precedenza».Qui si notino le parole chiave: «approvato» e «autorizzato». Il o la corrispondente della Cnn dal Kuwait o da Baghdad - o da Gerusalemme o Ramallah - può conoscere il background del suo pezzo; in verità, ne saprà molto di più delle «autorità» ad Atlanta. Ma saranno i capi della Cnn a decidere quale taglio dare alla notizia.

La Cnn, naturalmente, non è sola in questa forma paranoica di giornalismo. Altre reti Usa usano sistemi altrettanto anti-giornalistici. E la colpa non è dei reporter. Le troupe della Cnn potranno indossare divise militari (le vedrete farlo nella prossima guerra), ma cercano di ricavare comunque la verità. La prossima volta, però, le loro chance saranno ancora minori del solito.

Dove condurrà questo odioso sistema è reso evidente da un intrigante balletto consumatosi tra il reporter della Cnn nella città occupata di Ramallah in Cisgiordania, e Eason Jordan, uno dei pezzi grossi più importanti ad Atlanta. La prima lamentela del giornalista riguardava una notizia del reporter Michael Holmes sugli autisti della Mezzaluna rossa, a cui le truppe israeliane sparano ripetutamente. «Abbiamo rischiato la nostra vita e siamo andati in giro con gli autisti delle ambulanze (...) per una giornata intera. Dal nostro finestrino abbiamo anche visto i soldati israeliani sparare alle ambulanze (...) Il servizio è stato approvato da Mike Shoulder. È andato in onda due volte e poi Rick Davis (un dirigente della Cnn) l'ha tolto di mezzo. La ragione era che non avevamo una risposta dell'esercito israeliano, anche se nel servizio dicevamo che Israele ritiene che i palestinesi usino le ambulanze per trasportare le armi e i ricercati».

Gli israeliani si sono rifiutati di concedere alla Cnn un'intervista e hanno rilasciato solo una dichiarazione scritta. Questa dichiarazione è stata allora riportata nello script della Cnn. Ma, ancora una volta, lo script è stato respinto da Davis ad Atlanta. Solo quando, dopo tre giorni, l'esercito israeliano ha rilasciato una intervista alla Cnn, il servizio di Holmes è stato autorizzato - ma, a quel punto, con l'inserimento disonesto di una riga che diceva che le ambulanze erano state colpite in uno «scontro a fuoco» (il che voleva dire in pratica che i palestinesi avevano sparato alle loro stesse ambulanze).

La protesta del reporter è fin troppo ovvia. «Da quando teniamo una notizia in ostaggio dei capricci dei governi e degli eserciti? Ci è stato detto da Rick che se non avessimo ottenuto una versione israeliana, il servizio non sarebbe andato in onda. Questo significa che i governi e gli eserciti ci stanno indirettamente censurando, e noi stiamo facendo direttamente il loro gioco». L'importanza di questo meccanismo nella prossima guerra del Golfo è del tutto evidente. Se anche andrà mai in onda un qualunque reportage dall'Iraq, ci toccherà vedere un ufficiale dell'esercito americano negare tutto ciò che gli iracheni diranno.

Prendiamo un'altra delle proteste del corrispondente da Ramallah lo scorso anno. In un servizio sui danni a Ramallah dopo la pesante incursione di Israele lo scorso aprile, «noi avevamo già detto, proprio all'inizio del nostro pezzo, che Israele sostiene di fare tutte queste incursioni per colpire l'infrastruttura del terrore. Però evidentemente non è bastato. Il Row ci ha imposto di ripetere questo stesso concetto tre volte in un servizio, per garantire che continuiamo a giustificare le azioni israeliane»

Ma il sistema di «approvazione dello script» che ha così danneggiato il lavoro della Cnn, si è aggravato. In un messaggio ulteriore e ancor più sinistro datato 31 gennaio di quest'anno, allo staff della Cnn viene detto che un nuovo sistema computerizzato di approvazione dello script consentirà «a coloro che sono incaricati della valutazione di marcare gli script (cioè i pezzi) in un modo chiaro e standardizzato. I produttori esecutivi degli script cliccheranno sul pulsante colorato `approvato' per far passare lo script da rosso (non approvato) a verde (approvato). Se qualcuno modificherà lo script dopo l'approvazione, il pulsante diventerà giallo». Qualcuno? Chi è questo qualcuno? Ai reporter della Cnn non viene detto.

Quando penso che la Cnn rivelò, dopo la guerra del Golfo del 1991, di aver consentito ad alcuni «tirocinanti» del Pentagono di entrare nella newsroom della Cnn ad Atlanta, mi viene qualche sospetto.


da il manifesto 26.2.2003

Traduzione di Marina Impallomeni

 

 

* Nato e cresciuto in Inghilterra, vive attualmente a Beirut. Possiede il titolo di Ph. D. in Scienze Politiche rilasciato dal Trinity College di Dublino ed ha ricevuto la laurea H.C. in Giornalismo dall'Università di Lancaster. Dal 1971 al 1975 è stato il corrispondente del Times a Belfast.
Dal 1976 in poi è stato corrispondente dal Medio Oriente, attualmente per The Independent, quotidiano londinese. Nei suoi reportage da questa regione ha documentato l'invasione del Libano da parte di Israele (1978-82), la rivoluzione in Iran (1979), la guerra tra Iran e Iraq (1980-88), l'invasione sovietica dell'Afghanistan (1980), la guerra del Golfo (1991), la guerra in Bosnia (1992-96) e il conflitto in Algeria (dal 1992 in poi).

Per la sua attività ha ricevuto i seguenti riconoscimenti:

"Overall Media Award" di Amnesty International nel 1998
"British International Journalist of the Year Award" (7 volte, l'ultima nel 1996)
il premio "Johns Hopkins SIAS-CIBA" per il giornalismo internazionale nel 1996
"United Nations Press Award" nel 1986
Link:

http://msanews.mynet.net/Scholars/Fisk/
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