IL FONDAMENTALISMO DI BUSH E QUELLO DI BIN LADEN
Francesco Comina incontra Leonardo Boff
da: Il margine
Leonardo Boff, oggi si parla molto di fondamentalismo islamico, quasi che solo
da qui vengano i pericoli e le minacce per l'umanità intera. Ma come è possibile
che la lettura del testo sacro nelle religioni porti in sé delle
radicalizzazioni così aggressive e violente che portano alla scelta di uccidere
e farsi uccidere in nome di Dio, Padre misericordioso?
In effetti oggi si parla molto di fondamentalismo. Ma stiamo attenti a non
ridurre questo fenomeno solo nelle sue derive islamiche. Infatti esistono un
fondamentalismo del mercato e del progetto neoliberale, un fondamentalismo
cristiano e un fondamentalismo islamico, primo responsabile degli attentati
dell'11 settembre. C'è poi un fondamentalismo politico, oggi rappresentato al
massimo livello dalle posizioni belliche assunte dal presidente americano George
W. Bush jr.
Cerchiamo, allora, di capire come si manifesta il fondamentalismo.
Il germe del fondamentalismo compare nel protestantesimo nord-americano alla
metà del secolo XIX e si formalizza nel libro dal titolo Fundamentals. A
Testimony of the Truth (1909-1915). Si tratta di una tendenza di fede che ha
propri predicatori e teologi, i quali prendono le parole della Bibbia alla
lettera (fondamento di tutto per la fede protestante è la Bibbia). Se Dio ha
dato la sua rivelazione nel libro sacro allora tutto, ogni parola e ogni
pronunciamento - secondo tale atteggiamento di fede - deve essere vero e
immutabile. In nome di questa fedeltà letterale alla Parola questi fedeli si
oppongono alle interpretazioni della «teologia liberale». Essa usava ed usa i
metodi storico-critici ed ermeneutici per interpretare testi e scritti di due o
tre mila anni fa. Si suppone, infatti, che la storia e le parole non rimangono
congelate, quindi è necessario interpretarle per ridare loro il senso
originario. Questo procedimento per i fondamentalisti è un'offesa a Dio.
Da dove deriva l'intolleranza?
Davanti ai diversi cammini spirituali il fondamentalista è intollerante poiché
per lui questi cammini sono errati. Nella morale il fondamentalista è rigoroso.
Egli è contro gli omosessuali, contro il movimento femminista e contro i
movimenti liberali in generale. Nell'economia è conservatore e nella politica
esalta sempre l'ordine e la sicurezza a qualsiasi costo. Il fondamentalismo
protestante assunse un rilievo sociale a partire dagli anni '50 con la «Chiesa
elettronica»: predicatori famosi usano la radio e la televisione e in rete con
altri per le loro predicazioni e campagne conservatrici. Sotto Ronald Reagan
esse hanno rappresentato un fattore politico determinante. Combattono
apertamente il Consiglio mondiale delle Chiese sorto a Ginevra (che riunisce più
di duecento denominazioni cristiane) e ogni tipo di ecumenismo, ritenuto come
casa del diavolo.
Anche nel cattolicesimo assistiamo a queste radicalizzazioni settaria?
Naturalmente anche il cattolicesimo possiede il suo fondamentalismo. Esso si
esplica con la restaurazione e l'integralismo. Si fonda sull'antico ordine che
si basa sul matrimonio (incestuoso) fra potere politico e potere clericale. Si
aspira ad una integrazione di tutti gli elementi della società e della storia
sotto l'egemonia dello spirituale rappresentato, interpretato e proposto dalla
Chiesa cattolica. Il nemico da combattere è la modernità con le sue libertà e il
suo processo di secolarizzazione. L'integrismo attualmente è impersonato dal
cardinale Ratzinger, presidente dell'antica Inquisizione ed esemplificato nel
documento Dominus Jesus, che sostiene ancora la tesi secondo cui la Chiesa
cattolica è l'unica chiesa di Cristo e anche l'unica religione fuori dalla quale
tutti corrono il rischio di perdizione; o l'arcivescono Marcel Lefebvre che ha
fondato la sua chiesa parallela, considerata la fedele detentrice della
tradizione e della fede vere.
Perché il fondamentalismo incorpora in sé la mano violenta della soppressione
dell'altro (l'infedele, il diverso, l'oppositore politico e culturale, il
potenziale «nemico»)?
Il fondamentalista conferisce carattere assoluto al suo punto di vista e dentro
questo assolutismo altre verità non hanno spazio. L'intolleranza genera il
disprezzo dell'altro e il disprezzo l'aggressività e l'aggressività la guerra
contro l'errore che deve essere combattuto e sterminato. Irrompono conflitti
religiosi violentissimi con vittime che non si possono nemmeno contare. Non c'è
nessuna religione più guerriera che la tradizione dei figli di Abramo: giudei,
cristiani e musulmani. Ciascuno vive la condizione tribale di essere popolo
scelto e portatore esclusivo della rivelazione, del Dio unico e vero. Questa
fede deve essere diffusa in tutto il mondo normalmente collegata al potere
colonialista e imperiale come storicamente è accaduto in America Latina, Africa
e Asia. Oggi il fondamentalsimo giudaico trova il suo centro nella costruzione
dello stato di Israele secondo la grandezza che gli attribuisce la Bibbia
ebraica; il fondamentalismo islamico vuol fare del Corano l'unica forma di vita,
di morale, di politica e di organizzazione dello stato fra gli islamici in tutto
il mondo. Tutti coloro che si oppongono a questa visione del mondo sono ostacoli
all'instaurazione della «Città di Dio» e per conseguenza sono infedeli e
meritano di essere perseguiti ed eventualmente eliminati.
Lei nei suoi scritti non si sofferma a descrivere unicamente il fondamentalismo
religioso, anzi, i suoi ultimi lavori si soffermano molto a considerare le
derive fondamentaliste della scienza e della tecnica che uccidono la Madre
Terra. È così?
Naturalmente fra i fondamentalismi includo anche il paradigma scientifico
moderno. Esso si determina nella violenza contro la natura. A ragione diceva
Francis Bacon, padre della moderna metodologia scientifica: «Si deve torturare
la natura come fa l'inquisitore con il suo inquisito, fino a che essa consegni
tutti i suoi segreti». Si impone questo metodo fondato nel taglio e nella
frammentazione della realtà una e diversa come l'unica forma accettabile di
accesso al reale. Si sviliscono altre forme di conoscenza che vanno oltre o
restano al di qua dei cammini della ragione analitico-strumentale. Negli anni il
progetto tecnico-scientifico ha generato il principio dell'autodistruzione della
vita. La macchina della morte, già costruita, può mettere fine alla biosfera e
bloccare il progetto planetario dell'uomo. Nella guerra batteriologica basta
mezzo chilo di tossina di botulismo per ammazzare un miliardo di persone.
Arriviamo così allo scontro politico e ideologico di oggi, la guerra del Bene
contro il Male, l'operazione «libertà duratura» lanciata da Bush per estirpare
dalla terra il germe infausto del terrorismo. Cosa pensa dello scontro fra
George Bush jr e Osama Bin Laden?
Anche in questo caso possiamo parlare di due fondamentalismi contrapposti,
quello di Bush e quello di Osama Bin Laden. Il presidente nord americano tesse i
suoi discorsi nel miglior codice fondamentalista: la lotta è del Bene (America)
contro il Male (terrorismo islamico): o si è contro il terrorismo e per
l'America o si è a favore del terrorismo e contro l'America. Non ci sono
sfumature né alternative. L'attacco terroristico non è stato portato contro gli
USA ma contro tutta l'umanità nella supposizione che essi sono la stessa
umanità. Il progetto iniziale della guerra si chiamava «giustizia infinita»,
termine che usurpa la dimensione del divino. Successivamente, con minore
arroganza, si è stato chiamato «libertà duratura». Bush termina i suoi
interventi con il linguaggio «Dio salvi l'America». Sono decine di anni che la
politica estera degli USA maltratta le nazioni arabe venendo a patti con
governanti dispotici in regione della garanzia dell'approvigionamento di
petrolio. A partire dal 1991, in occasione della guerra contro l'Iraq, sono
morti circa un milione di bambini a causa dell'embargo, che impedisce l'arrivo
dei medicinali. Il cinque per cento della popolazione è morta in sistematici
bombardamenti. L'attuazione nel conflitto fra Israele e Palestina è la posizione
degli USA visibilmente unilaterale a favore degli attacchi devastanti che la
macchina da guerra israeliana muove contro la popolazione palestinese che usa
pietre (intifada). L'Arabia Saudita è occupata da una poderosa base militare
nord americana, sacro territorio dell'islamismo dove si situano le due città
sante Mecca e Medina. Tale fatto è per la fede islamica tanto vergognoso quanto
per un cattolico tollerare la mafia nel governo del vaticano. Questi fatti
accumulano amarezza, risentimento, rivolta e volontà di vendetta.
E il fondamentalismo di Osama Bin Laden?
Non meno fondamentalista è la retorica dei Talebani e di Osama Bin Laden. Anche
lui colloca la guerra fra il Bene (islamismo) e il Male (l'America). Nel suo
famoso discorso dopo l'attentato divide il mondo fra due campi: il campo dei
fedeli e quello degli infedeli. L'attentato terrorista significa che «l'America
è stata attaccata da Dio in uno dei suoi organi vitali... Grazie e gratitudine a
Dio». La cultura occidentale indistintamente viene vista come materialista,
atea, secolarizzata, antietnica e bellicista. Da qui il rifiuto di dialogare e
la volontà di strangolarla in nome del proprio Allah.
Insomma, secondo lei Dio viene utilizzato secondo scopi politici e ed egemonici?
Il Dio di cui essi parlano non è sicuramente il Dio della vita, di Allah il
grande misericordioso e nemmeno il Padre nostro Signore Gesù Cristo della
tenerezza degli umili e della opzione per gli oppressi. Parlano in nome di idoli
che producono morti e vivono di sangue. Infatti è proprio del fondamentalismo
rispondere terrore con terrore. Poi si tratta di conferire la vittoria all'unica
verità e al bene e distruggere la falsa verità e il male. É ciò che i due, Bush
e Bin Laden, stanno facendo. Fintanto che continueranno a predominare questi
fondamentalismi saremo condannati all'intolleranza, alla violenza e alla guerra.
Io credo che ci troviamo ad un crocevia: o si creeranno relazioni multipolari di
potere, uguali e includenti con grandi investimenti nella qualità della vita
affinché tutti possono mangiare preservando l'integrità e la bellezza della
natura o andremo all'incontro alla catastrofe. Chissà, forse allo stesso destino
dei dinosauri.