In
tv, una «bomba» Cia contro Bush
La Ts1, emittente della
svizzera italiana, manda in onda le false verità del presidente Usa
ANTONELLO CATACCHIO
Giovedì scorso, 13 marzo,
la televisione della Svizzera italiana, Tsi1, ha mandato in onda
Falò,
un contenitore informativo sulla scottante attualità in prima serata, subito
dopo il tg. Tra gli altri servizi ne viene presentato uno dal titolo
Cia-Bush: come ti manipolo i servizi,
a cura di John Goetz e Volker Steinoff. Dieci minuti stringati e spaventosi.
Spaventosi perché presentano le testimonianze di tre ex agenti della Cia: Ray
McGovern, Robert Baer e David McMichael. McGovern era stato a suo tempo anche
stretto collaboratore di Bush padre. E racconta come dopo l'11 settembre
l'agenzia sia stata sollecitata a trovare collegamenti tra gli attentati negli
Usa e l'Iraq. L'intelligence indaga, ma non trova alcunché. E lo riferisce nel
suo rapporto ufficiale al presidente. Ma George W. non se ne cura, anzi parla
pubblicamente di collegamenti provati. E si prosegue, la Cia deve trovare le
prove di armi di sterminio di massa in possesso di Saddam Hussein. Nessuna prova
ma Bush legge il rapporto ufficiale e ne rovescia pubblicamente il senso. Terza
sollecitazione: Saddam e l'atomica. L'intelligence dice che ci stanno lavorando
ma che non potranno averla prima della fine del decennio. Poco importa, con il
supporto della disinformazione televisiva, con Fox News in testa, si fa credere
agli statunitensi esattamente l'opposto.
Intervistate le persone della strada si dicono infatti
certe che Saddam sia implicato nella tragedia dell'11 settembre, che possieda
armi di sterminio di massa e che possa usare le tante atomiche che detiene. Ma
gli ex agenti Cia si spingono oltre. Visto che i loro rapporti basati sui fatti
erano considerati insoddisfacenti, raccontano che Rumsfeld ha organizzato una
sua squadretta speciale di intelligence. Non formata da agenti ma da
incompetenti totali in termini di raccolta di informazioni, abili però nel
manipolare e comunicare falsità rendendole credibili. Giornalisti, avvocati e
comunicatori che hanno sostituito la Cia (che non è proprio un'istituzione
neutrale) per costruire il clima adatto all'attacco.
In pratica la linea del presidente e del suo staff era già
decisa, ai servizi spettava solo di fornire le prove per rendere plausibile la
volontà di guerra. Non avendo trovato quelle prove si è giocato di
manipolazione. Con falsità dichiarate, esplicite. Dieci minuti a loro modo
formidabili nella capacità di mostrare documenti, assemblare date, mostrare
distorsioni e raccogliere testimonianze. Nessun dibattito, solo i fatti
raccontati dai protagonisti. Ancora increduli di fronte al comportamento del
proprio governo. Governo che hanno servito probabilmente sobbarcandosi anche
lavori sporchi visto che operavano sul campo. Sporchi non a sufficienza per i
disegni di guerra di George W. Bush.
Se già il servizio è una piccola bomba, stupisce ancor più
il vederlo presentare in prima serata, dal conduttore e autore del programma
Aldo Sofia senza grandi discussioni, tra un servizio dal titolo La volpe e
l'uva, sul merlot ticinese e L'ultima cena di ötzi, la mummia alpina.
Forse è la lezione che viene da secoli di neutralità e non belligeranza, anche
se sappiamo che non sempre le scelte confederali sono state limpide. Ma è
soprattutto una piccola lezione di grande giornalismo. Laddove ci si affanna
come se una guerra fosse solo una questione ideologica, qualcuno va alle fonti,
trova informazioni di prima mano, raccoglie testimonianze e organizza un
servizio coi fiocchi. Peccato che in Italia non si veda la tv svizzera.