Autentica bandculto per gli appassionati del rock progressivo italiano, il Biglietto per l’Inferno, oriundo di Lecco, ci ha lasciato purtroppo un solo album ufficiale realizzato nel ’74. Biglietto per l'inferno rientra con pieno merito tra i migliori dieci dischi realizzati in Italia. Le musiche sono sostenute principalmente dalla chitarra elettrica di Mainetti che tuttavia non risulta mai ingombrante o fastidiosa e dalle tastiere di Cossa e Banfi (che poi si dedicherà come solista alla musica elettronica) i quali contribuiscono al vigore e alla veemente carica che sprigiona questo lavoro d’avanguardia. A sigillare il tutto c’è poi la performance di Claudio Canali, superlativo tanto al flauto quanto al canto. Da segnalare anche la buona qualità dei testi che non risultano mai retorici e scontati.
Il tempo della semina è il loro secondo disco misteriosamente mai uscito all’epoca ma rimasto nei cassetti finché i nastri non vennero ripresi e pubblicati nel ‘92 per interessamento della Mellow Records; affiora così un’altra perla unica che proprio nulla ha da invidiare all’album d’esordio, sia per grinta che per forza espressiva, con un grande Claudio Canali impegnato al flauto ancor più che nel long playing precedente.
Dopo l’esperienza col Biglietto per l’Inferno quasi tutti i membri hanno seguito strade molto diverse, alcuni continuando la carriera in ambito musicale: Claudio Canali è oggi monaco eremita nel monastero di Lecco; Banfi tra il ’78 e l’88 ha inciso quattro album di musica elettronica; Bianchini ha pubblicato invece alcuni singoli di musica abbastanza leggera; Mainetti è dottore in fisica e Gnecchi infine suona attualmente in un gruppo jazz vantando pure una partecipazione nel disco Racconti della tenda rossa (Virgin 1991) di Franco Mussida.
Discografia:
(1) Biglietto per l'inferno (Trident
1974)
(2) Il tempo della semina (Mellow 1992) [‘74 -‘75]
Formazione:
Giuseppe “Baffo” Banfi: organo,
sintetizzatore
Claudio Canali: flauto, voce
Fausto Bianchini: basso
Marco Mainetti: chitarra
Mauro Gnecchi: batteria
Giuseppe Cossa: pianoforte, organo
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