San Giorgio Martire   

 

                  La Storia Della San Giorgio  

La chiesa di San Giorgio Martire di Pianura vanta la sua fondazione fin dalla prima
metà del 1200.

Sembra infatti che, intorno al 1250,un primo drappello di operai - minatori addetti alle locali cave di piperno e provenienti da Napoli Posillipo e Marano abbia dato vita al nucleo accentrato del casale di Pianura e che probabilmente a loro è da attribuirsi la costruzione della prima cellula della fabbrica oggi sottoposta rispetto al livello stradale.

E' certo comunque che in età angioina ed aragonese, soprattutto a partire dal 1484,in concomitanza con il rifacimento delle mura di Napoli, si ebbe un notevole incremento dell'attività estrattiva del piperno di Pianura, che certamente dovette influire sulla realtà economica e demografica del casale.

Sui locali di questa parrocchia, oggi sottoposti all'attuale livello stradale e adibiti ad auditorium, fu iniziata nei primi anni del 1500 con le offerte dei suoi fedeli la costruzione della chiesa in forma più piccola di quella attuale e già nel 1589 essa contava tre altari di fabbrica, uno maggiore e due minori.

Nel 1620, venivano donate alla chiesa le reliquie di San Giorgio Martire dal Vescovo di Pozzuoli Mongiojo Palatino, e nel 1676 gli altari salivano a sette,anche se incompleti.

I lavori, a causa delle ristrettezze economiche in cui la parrocchia versava, proseguivano per oltre cento anni ancora: infatti è solo nel 1717 che 
veniva realizzata la balaustra in marmo dell'altare maggiore ad opera del maestro Vincenzo Trinchesi.

In questi anni, tra i primi del 1600 e la fine del 1700, si realizzano i dipinti su tela: 
la pala d'altare raffigurante l'incoronazione 
della Vergine e il trionfo di San Giorgio sul male;
e due pale per gli altari delle cappelle 
raffiguranti un angelo e San Vincenzo ammonitore.

Nel 1783 la chiesa veniva consacrata per la prima volta.
Nel 1789 si aggiungeva un corpo di fabbrica laterale con la costruzione della nuova sagrestia e si ripavimentava la chiesa.

Inoltre, in questo stesso anno, si realizzava l'orologio pubblico ed in questo si ponevano le campane della chiesa, una delle quali acquistata dal Comune.

La chiesa necessitava di restauri e consolidamenti già prima del 1797, che si iniziavano il 20 settembre 1796 e si protraevano fino agli inizi del 1800.

Tra il 1811 ed il 1819 veniva costruito il campanile con l'attuale facciata, che presentava una struttura architettonica alquanto semplice, caratterizzata 
nel primo ordine da un'apertura a serliana che dà nell'atrio rettangolare in cui si apre il portale.

In questo stesso periodo si completava il rivestimento in marmo delle cappelle e si attrezzava la chiesa con i relativi arredi sacri.

Nel 1831 si sistemava la zona della cantoria, completata in seguito dall'organo progettato e realizzato dal maestro Gaetano Aveta.

Nel 1874 venivano ultimati gli affreschi interni iniziati nel 1852 dal pittore Giuseppe Simonetti,tra i quali i quattro evangelisti affrescati nei 
pennacchi sottostanti il tamburo della cupola principale,l'Annunciazione alla Beata Vergine Maria,la Flagellazione di Cristo, la Natività ed il Martirio di San Artema.

Successivamente, e fino al 1882 la chiesa veniva interessata da altri restauri, tra i quali quello della scala che oggi dà sulla piazza e quello degli stucchi interni.

Restauri di una certa consistenza venivano realizzati nel 1961 ad opera della Soprintendenza, che ha ripristinato l'originario prospetto di facciata, con l'eliminazione delle bifore realizzate negli anni precedenti.