Processo
Nardo. Veleni sulle accuse a Pippo Gianni
Requisitoria di pm
va in Parlamento
La requisitoria pronunciata dal Pubblico
Ministero Francesco Aliffi nel corso del processo a carico del
boss di Lentini Nello Nardo, è approdata in Parlamento. A
trentaquattro deputati, tutti appartenenti alla Casa delle
libertà, non è andata giù la requisitoria del giovane
sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di
Siracusa. Da parte dei parlamentari si contesta la parte della
requisitoria, nella quale Aliffi ha indicato una causale di
perverso intreccio tra «mafia e politica» per spiegare
l'uccisione dell'imprenditore-malavitoso Mimmo Gala, ed ha
insinuato, sulla base delle dichiarazioni dei pentiti
Francesco Pattarino, Paolo Bottaro e Antonio Dell'Arte, una
presunta corresponsabilità nella vicenda omicidiaria del
deputato priolese Pippo Gianni.
Già prima della scesa in campo dei 34 parlamentari della
maggioranza, che hanno sottoscritto e presentato una
interrogazione al Ministro della Giustizia, era intervenuto
nella querelle tra la Procura della Repubblica di Siracusa e
l'onorevole Gianni il presidente della Commissione nazionale
antimafia, senatore Roberto Centaro, che aveva manifestato le
sue perplessità sui contenuti della requisitoria del piemme
Aliffi. A suo dire, non essendo Pippo Gianni nè imputato nè
sottoposto ad indagini per l'omicidio di Mimmo Gala, il
Pubblico Ministero non avrebbe dovuto in alcun modo tirarlo in
ballo.
Sulla stessa falsariga il contenuto della interrogazione
inviata dai 34 parlamentari al Ministro della Giustizia,
Castelli. I firmatari della interrogazione chiedono di sapere:
«Premesso che nelle edizioni dei giornali «La Sicilia» e «Il
Diario doc» è apparsa notizia che il Pubblico Ministero Aliffi,
nel processo in fase dibattimentale nei confronti di Nardo ed
altri avanti alla Corte di Assise di Siracusa, ha affermato
che la causale dell'omicidio del priolese Mimmo Gala non è da
ricercarsi in uno scontro tra clan opposti per il dominio
territoriale bensì nel deprecabile e perverso rapporto
instauratori tra l'onorevole Pippo Gianni e il boss lentinese
Nardo; l'onorevole Pippo Gianni, deputato nazionale in carica
espressamente indicato come corresponsabile e/o mandante
diretto o indiretto, insieme ad altri imputati dell'omicidio
Gala nel corso della requisitoria del dottor Aliffi nel
processo anzidetto; se il medesimo parlamentare sia imputato
nel processo in questione o risulti esservi indagato; se nel
caso dovesse risultare l'assenza nel processo dell'onorevole
Gianni se il pubblico ministero possa parlarne in termini di
responsabilità od in qualsivoglia modo nel corso della
requisitoria, per di più in assenza di riscontri o indagini;
ove anche tali indagini siano state avviate, se il Pubblico
ministero che ne sia a conoscenza possa accennare all'ipotesi
accusatoria nei confronti dell'onorevole Gianni e come
verrebbe consentita in tal caso la difesa al parlamentare a
causa della sua assenza dal processo; se le affermazioni del
dottor Aliffi fossero state rese in assenza di indagini e
conseguenti riscontri come sarebbero da ritenere sotto il
profilo processuale; se il diritto alla difesa ed alla
reputazione, sanciti e tutelati dalla Costituzione, non
debbano trovare applicazione per tutti i cittadini; quale
cautela debba comunque essere osservata nei confronti di chi
riveste ruoli pubblici, ancor più in quanto espressione della
sovranità popolare, per il disdoro e la fiducia nelle
istituzioni che ne conseguono; quali iniziative di propria
competenza intenda adottare ove sia accertata la veridicità
delle affermazioni attribuite dagli organi di stampa in
premessa».
Sull'interrogazione parlamentare nessun commento è stato
rilasciato nè dal capo della Procura della Repubblica, Roberto
Campisi, nè dal Pubblico Ministero Francesco Aliffi. «Al
momento opportuno, quando cioè ci verrà notificata la copia
della interrogazione, risponderemo a tutti i rilievi», si è
limitato a dire il procuratore capo Roberto Campisi.
Pino Guastella
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