Ecco una lista di interventi che ho preparato.
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Intervento all'INCONTRO CON I PARTIGIANI del 23/04/2001
Vorrei iniziare questo mio intervento dicendo grazie, suppongo a nome di tutti i presenti, ai partigiani che sono intervenuti oggi, per aver contribuito alla liberazione del nostro Paese, in primo luogo, da un'occupazione militare ad opera di una nazione straniera - mi riferisco alla Germania - in secondo luogo, da un regime dittatoriale come quello nazista. Se oggi noi possiamo vivere in un'Italia libera e democratica lo dobbiamo anche a questi signori.
Tuttavia, alcuni nostri concittadini non sono stati altrettanto fortunati; alcuni Italiani, per vivere in un'Italia libera e democratica, hanno dovuto abbandonare la loro terra: mi riferisco ai profughi giuliano-dalmati.
Un po' di storia
Forse non tutti qui conoscono la storia della Venezia Giulia e della città di Fiume, mi permetto di esporre alcune vicende in ordine cronologico.
Dopo l'8 settembre, come in gran parte della penisola, anche nella Venezia Giulia si acutizza il fenomeno della resistenza. Il disfacimento dello stato italiano facilita il proliferare di gruppi di partigiani. Tra i tanti atti compiuti da questi gruppi, occorre, purtroppo, ricordare, pochi giorni dopo l'8 settembre, l'inizio di quel fenomeno noto come "foibe", ad opera di partigiani croati. In questo primo periodo si parla di 600-800 infoibati.
Il 16/09/1943, dei partigiani italiani e croati occupano Rovigno, in Istria. "Sul municipio venne inalberata la bandiera tricolore italiana con la stella rossa, simbolo dei partigiani italiani dell'Istria e di Fiume" (diario del partigiano GIORGIO PRIVILEGIO). Vorrei far notare come alcuni partigiani italiani, che usavano come simbolo la stella rossa, operavano insieme ai croati, responsabili delle foibe. Ma probabilmente non sapevano...
Il 16/10/1943, la squadra dei vigili del fuoco di Pola, comandata dal maresciallo Arnaldo Harzarich, riceve l'ordine di esplorare la prima foiba. Dunque, è ragionevole pensare che, dopo questa data, le azioni dei partigiani croati fossero note a tutti. In ricordo degli infoibati vorrei citare i nomi delle sorelle Radecchi, Albina (21, in stato di gravidanza), Caterina (19) e Fosca (17), ritrovate nella foiba di Terli.
Eppure, nei primi mesi del '44, l'Unione degli italiani dell'Istria e di Fiume, organizzazione politica antifascista, riferimento per i partigiani italiani in quella regione, aderisce "alle tesi annessionistiche espresse dai croati per bocca di Andrija Hebrang (appartenenza di Trieste, Pola, Fiume e Zara alla nuova Jugoslavia)" (FULVIO MOLINARI, Istria contesa).
Eppure, nei primi giorni di maggio '45, "un foglio clandestino, 'Il nostro giornale', nell'annunciare che i carri armati dell'armata jugoslava circolavano per le strade dell'Istria, aggiunge: 'L'arrivo della IV armata significa la resa dei conti per tutti i nemici del popolo. La mano dei nostri combattenti sarà giusta ma pesante, perché così esige il futuro felice della nostra gente'. Secondo questi partigiani, dunque, Tito è entrato nella Venezia Giulia con le sue truppe per liberare la "nostra gente"...
Eppure, quando tra il 30 aprile ed il 1 maggio 1945 "formazioni del IX Korpus partigiano scendono in città a Trieste e a Fiume, occupano l'Istria e penetrano a Gorizia"(FULVIO MOLINARI), "con le truppe che hanno raggiunto Trieste non ci sono reparti italiani. Delle formazioni garibaldine Natisone, Trieste, Fontanot, inserite organicamente nell'esercito partigiano jugoslavo, la prima e la terza concorrono alle operazioni di liberazione di Lubiana, che cadrà l'11 maggio" (MASERATI).
Il 10/02/1947, alla Conferenza di Parigi, "l'Italia subisce una 'pace ingiusta': perde Fiume, Zara, le isole del Quarnero, quasi tutta l'Istria; si apre la 'questione di Trieste' costituita in Territorio libero, focolaio di future tensioni. [...] Più di duecentomila istriani e dalmati lasciano la loro terra e si rifugiano in Italia, esuli in patria".
Conclusioni
A questo punto mi sembra chiaro come alcune formazioni partigiane italiane della Venezia Giulia, che combattevano insieme ai partigiani croati o nell'esercito di Tito, non potevano non sapere quello che i loro alleati si portavano dietro: tribunali del popolo, epurazioni, arresti, uccisioni nelle foibe. Eppure continuavano a combattere con loro e, a volte, per loro.
Mi chiedo e vi chiedo, non è forse giunto il momento di fare una distinzione critica all'interno di ciò che viene chiamato Resistenza? Voglio dire, è giusto continuare a confondere sotto gli stessi nomi persone che hanno combattuto per l'Italia di tutti con persone che si sono implicitamente rese complici delle foibe?
Vi ringrazio per l'attenzione.
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- INTERVENTO AL C.d.F. DEL 23/05/2001
Dopo ben quattro anni, il 4 e 5 aprile scorsi si sono tenutele elezioni per il rinnovo della rappresentanza studentesca.
La nostra Facoltà ha visto una discreta affluenza alle urne (circa il 17%) che garantisce una legittimazione a noi rappresentanti neo eletti. Ereditiamo dai nostri predecessori un impegno assunto per portare avanti diversi argomenti a favore di noi studenti: ora tocca a noi riprendere con nuovo vigore i punti che sono ancora rimasti in sospeso e proporne di nuovi.
Intendiamo iniziare il nostro mandato segnalando il seguente problema.
Molti studenti, non potendolo fare nelle loro case, vengono a studiare qui in Facoltà. Basta pensare agli studenti fuori sede, un numero considerevole qui da noi, molti dei quali vivono in tre o più persone in due o tre locali.
Abbiamo constatato che, se da una parte sia la Boaga che la Sala di Lettura al biennio sono oltremodo affollate, dall'altra molte biblioteche dei dipartimenti non seguono lo stesso orario della nostra Facoltà. Peggio ancora, alcune di queste, come la biblioteca del Dipartimento di Idraulica, Trasporti e Strade, è aperta solo nella mattinata.
Abbiamo visto che alcune aule vengono chiuse quando finiscono le lezioni mentre la Facoltà è ancora aperta: ricordiamo il caso dell'aula 36.
Vogliamo ancora sottolineare le esigenze particolari dei nostri colleghi di Ingegneria Edile - Architettura: non solo hanno bisogno di spazio per poter studiare, ma di spazio che sia attrezzato con tavoli da disegno.
Considerate tutte queste difficoltà, chiediamo che:
· tutte le biblioteche rispettino il seguente orario: LUN-VEN 9,00-19,00;
· tutte le aule in cui non si stia svolgendo attività didattica, restino a completa disposizione degli studenti;
· ci sia a disposizione degli studenti, sia al triennio che al biennio, un'aula attrezzata con tavoli da disegno per almeno sei ore al giorno (eventualmente, si potrebbe assegnare un'aula per tre ore la mattina ed un'altra per tre ore nel pomeriggio).
Qualora ci siano problemi di "custodia", come c'è stato detto, noi rappresentanti possiamo impegnarci nel "sorvegliare" tali spazi.
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- INTERVENTO AL CdF DEL 13/06/2001
Dopo circa due mesi dalle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche, sono arrivate finalmente le nomine, e questo è il primo Consiglio dove possiamo partecipare ufficialmente.
Ora dobbiamo iniziare a lavorare, per questo, faremo in modo che vengano consegnati al più presto, a chi di dovere, i nomi dei "candidati" ai vari organi (Commissione Didattica, Osservatorio Studentesco, NVF).
Riforma.
Vogliamo innanzitutto far sapere la nostra posizione sulla riforma: abbiamo il timore che il nuovo ordinamento sia un completo fallimento. Così la pensa anche l'Albo degli Ingegneri e molti docenti universitari, tra cui diversi di questa Facoltà. Tuttavia sappiamo che non è in questa sede che dobbiamo opporci ad esso, quindi, attraverso i vari organi dove saremo presenti, cercheremo di lavorare per limitarne i danni.
Spazi.
Abbiamo visto con piacere che sta continuando la ristrutturazione delle aule del biennio. In attesa che venga ristrutturata anche la sede del triennio, vogliamo ricordare che, con le nuove norme, occorreranno degli spazi in Facoltà sia per l'Osservatorio Studentesco che per il Difensore degli Studenti.
Ricordiamo inoltre che questi giorni bisognerà preparare il calendario per il prossimo anno accademico, quindi, riprendendo le nostre richieste avanzate nello scorso CdF, si potrebbe fare in modo di lasciare libera un'aula da disegno al biennio ed una al triennio a favore degli studenti di Ingegneria Edile-Architettura che necessitano di tali spazi.
Concludiamo con un'altra proposta già avanzata da noi. In questo periodo si parla di "incentivazioni": chiediamo che una parte di queste venga attribuita a favore di chi possa rendere possibile un'apertura prolungata delle biblioteche presenti all'interno della nostra Facoltà.
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