L'ipocrisia del "Mi dispiace..."

 

In prima pagina sul giornale "Muore di cancro a 18 anni" oppure "Disastro umanitario in Burundi".

Racconta l'amico "E' morta la madre della mia vicina di casa".

Cosa li accomuna?

La risposta che chiunque darebbe subito: "Oh... mi dispiace..."

 

Breve riflessione:

se succede una disgrazia in giro per il mondo, e con questo intendo anche ad un isolato da casa, a persone che non conosciamo, l'esclamazione "Oh, mi dispiace" è pura ipocrisia, perché sappiamo benissimo che in realtà non ce ne frega niente. Precisiamo: se siamo esseri con un briciolo di umanità e/o razionalità comprendiamo il problema, vorremmo che si evitasse, magari ci muoviamo anche perché in futuro non accadano simili avvenimenti, ma del caso in questione non abbiamo un contatto diretto, è solo un problema da affrontare, razionalmente, strategicamente, come, che ne so, l'effetto serra.

 

Potrebbe avere un significato la stessa frase se detta in occasione di una disgrazia che tocca qualcuno che conosciamo, ad esempio la morte di un'amica di un amico, persona che tu però non conoscevi. In questo caso un collegamento c'è.

Pensadoci però si può concludere: ma che differenza c'è tra l'amica dell'amico e il giovane israeliano morto in un attentato?

Nessuna.

Allora vuol dire che in fondo non ce ne frega niente (sentimentalmente parlando) anche del caso a noi più vicino.

In una situazione simile l'unica cosa sensata da dire sarebbe: "Mi dispiace per te, amico, perché ti senti triste per la scomparsa della tua amica". Ma provate a dire una cosa del genere, vi prenderebbero a calci in culo.

 

La verità è che ci interessa - sentimentalmente - solo delle persone che conosciamo e che sono molto vicine a noi (quando va bene). E in caso di destino negativo, non ci dispiace per la persona coinvolta, ma ci dispiace per i riflessi che ha su di noi, magari perché soffriremo della sua assenza, ma siamo dispiaciuti per noi stessi.

E' per questo che non ce ne frega niente di chi non conosciamo, nè dell'israeliano nè dell'amica di secondo grado.

Ed è per questo che ogni volta che diciamo "Oh... mi dispiace..." siamo solo dei falsi ipocriti.

 

 

 

04/02/2002 - R.R.

 

 

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