CHIESA
PARROCCHIALE “S.MICHELE ARC.”
CASTRIGNANO
DEL CAPO
La Chiesa Madre di Castrignano del Capo, ex Collegiata ricettizia numerata, riveste particolare interesse nel contesto storico e sociale del paese, non solo perchè da secoli è il centro di comunione spirituale dei parrocchiani, ma anche perchè sul piano civile rientra quale parte integrante dello stemma del Comune.
La sua erezione è scaturita da un’esemplare volontà comune fra il Clero ed il Popolo castrignanese in conseguenza di un’infausta calamità naturale. In effetti, l’attuale matrice sorge sulle rovine di altra precedente del XVI secolo, anch’essa dedicata al Patrono S.Michele Arcangelo, danneggiata dal terremoto che il 2o febbraio 1743 colpì tutta la Penisola Salentina. Da documentazione archivistica della parrocchia si desumono in dettaglio gli estremi di tale accidente. Il Sindaco del tempo, Alessandro Marzo, in acordo con il Parroco don Giovanni Petese fecero relazione al Vescovo di Alessano sullo stato di precaria stabilità della vecchia chiesa, annotando fra l’altro che mostrandosi del tutto “rotta nell’arco di mezzo”, era doveroso abbatterla per farne altra più sicura.
I lavori condotti dalle maestranze locali e con il concorso in denaro di tutta la popolazione, ebbero inizio il 2 aprile 1743, e nel 1744 si dava già mano al completamento della seconda e più ardita parte architettonica, consistente nella vasta volta au unica campata.
Benchè non si abbiano specifiche testimonianze in merito, lo stile e la fattura del portale e suoi laterali sostegni in basso rilievo, ivi compresa la minuscola statua del Patrono in pietra leccese, posta al centro del frontone, lasciano pensare ad un periodo anteriore del sec. XVIII, e riferibile perciò alla struttura della vecchia chiesa, abbattuta in seguito al summenzionato sisma.
La matrice nella sua struttura muraria, fu completata nel 1747; seguirono quindi, svariati lavori di assestamento, rifiniture, collocazione di sei altari e di quello maggiore, e di disposizione di altre strutture ornamentali, fino ad essere ufficialmente aperta al culto nel 1751 con solenne cerimonia religiosa celebrata dal Vescovo della Diocesi, coadiuvato dall’Arciprete e da tutto il capitolo ricettizio alla presenza delle Autorità civili e di tutto il popolo castrignanese che in quel tempo contava 1057 anime.
Il materiale impiegato nella costruzione, proveniente, secondo la tradizione, dal fonte “Sterne” (cisterne) in territorio di Castrignano del Caapo, è il calcare sabbioso concrezionale duro, volgarmente detto “il càrparo” di particolare resistenza alle intemperie climatiche, di colore giallo tendente al rossastro che col tempo, per via di formazioni crittogamiche, ha assunto la caratteristica patina scura.
Alta 17 metri, per una lunghezza di 36 metri e una larghezza di metri 11, essa si mostra divisa da una struttura perimetrale aggettante (cornicione) in due ordini architettonici di stile chiaramente riferibile al tardo barocco, date le sue linee sobrie ed essenzialai, con lese lungo le fiancate inframezzate da mascheroni per lo scolo delle acque piovane intervallati da 14 enormi finestroni per il passaggio dall’esterno della luce solare.
Il barocco si intravede anche lungo la cornice della piccola entrata laterale di sinistra.
Rettangolare il suo sviluppo planimetrico, terminante nel fondo absidale in forma semiesagonale.
La facciata anterore presenta quattro nicchie, di cui soltanto le due inferiori contengono rispettivamente le statue in pietra leccese dei Santi Pietro e Paolo.
Notevole, come si è detto, il portale con le sue configurazioni fantastiche a figure e fregi floreali, scolpite sulla superficie delle finte colonne laterali, sormontate dal frontone che agli estremi riproducono in rilievo la più antica rappresentazione del blasone civico comunemente interpretato come “la Chiesa fra le due torri quadrangolari”, le quali erano del 1557, ma sono state abbattute nel corso di questo secolo.
Una interpretazione errata della nuova liturgia ha portato a delle operazioni di scempio quali la distruzione dell’antico altare centrale e delle mense dei vari altari laterali distruggendone quelle che sono le testimonianze storiche della precedente liturgia
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NOTA.- La Chiesa di San
Michele Arcangelo, ubicata nel centro storico del Capoluogo del Comune di
Castrignano del Capo in Piazza Sant’Angelo, è riportato nel N.C.E.U. della
Provincia di lecce al foglio 8 part. D(la Chiesa) e part. 379 (Sagrestia e
cortile).
L’edicio è riconosciuto di importante interesse storico e
architettonico e pertanto vincolato ai sensi della Legge Statale 1.6.39, n. 1089
dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici
della Puglia.
TELE E STATUE
NELLA CHIESA DI S.MICHELE ARC.
1. A DESTRA DELLA PORTA D’INGRESSO, SUL MURO: Madonna
delle grazie.
Del sec. XVIII di ignoto. Tela dipinta ad
olio. La Madonna col Bambino in alto sospesa su di una nuvola mentre 5 figure di
santi intercedono presso di Lei. Reastaurata dal Prof. De Mitri nel 1967.
2. 1° ALTARE
A DESTRA: Anime Sante del Purgatorio,
OPPURE S.Michele pesatore di anime.
Del sec. XVII, di ignoto - Tela dipinta ad
olio. La composizione si presenta in tre scene disposte orizzontalmente. Nella
prima in alto, sospeso su di una nuvola, vi è Dio con degli Angeli, in quella
centrale vi è Cristo in piedi su di una sfera che rappresenta il mondo, con ai
lati la Vergine ed alcuni santi; nella scena inferiore, un Angelo, S.Michele,
che domina sulla moltitudine delle Anime Sante, tende la mano sinistra ad
un’anima per trasportarla con sè in Paradiso, mentre con la destra sorregge
una bilancia.
3.--AL DI SOPRA DEL PRIMO ALTARE A DESTRA: Santa
Lucia e un santo vescovo.
Sec. XVII di ignoto - Tela dipinta ad olio in
forma tonda. Santa Lucia con in mano una palma ed un piattino su cui ci sono due
occhi; alla sua destra un santo vescovo con lo sguardo rivolto in cielo.
4. - 2° ALTARE A DESTRA - San Vito martire
Del sec. XIX di
ignoto - Tela dipinta ad olio -San Vito Martire reca nella mano sinistra una
croce, un libro, una palma. Al suo fianco vi è un vescovo martire (S.Eligio?).
In alto 5 angeli reggono un quadro della Madonna del Riposo.
5° - AL DI SOPRA DEL 2° ALTARE DI DESTRA: Una
Santa
Tela dipinta ad olio. Una santa in abito
principesco nell’atto doi scrivere; ha sulla testa una corona (S.Elena?)
6° - 3° ALTARE A DESTRA: Madonna di Pompei
Sec.
XIX di Emilio Stasi - Madonna del Rosario di Pompei seduta con il bambino e ai
lati Santa Caterina e san Domenico
7° - AL DI SOPRA DEL 3° ALTARE A DESTRA: Sacro
Cuore di Gesù
Sec. XX Tela
di forma ovale dipinta ad olio. Cristo con lo sguardo rivolto in basso, la mano
destra sul petto mentre nella sinistra porta il suo Cuore.
8° A SINISTRA DELLA PORTA D’INGRESSO, SUL MURO: S.
Oronzo
S.Oronzo insieme a due angeli; ai suoi piedi
è raffigurato un corpo umano monco. Restaurata dal Prof. De Mitri nel 1967.
9° - 1° ALTARE A SINISTRA: Morte di S.Giuseppe.
Sec. XVIII di ignoto, tela dipinta ad olio. -
San Giuseppe moribondo, assistito dalla Vergine e da Cristo. In alto su di una
nuvola Dio e la COLOMBA ello Spirito Santo.
Iscrizione: Sic
moritur justus ( Così muore il giusto)
10° AL
DI SOPRA DEL PRIMO ALTARE A SINISTRA: S.
Agata e S. Apollonia
Sec. XIX - Tela dipinta ad olio ovale.-S.Agata
e s.Apollonia con una palma in mano, in alto lo Spirito Santo.
11° 2°
ALATRE A SINISTRA: S.Michele Arcangelo
Del 1707, di NICOLA FUMO, scultore, statua in
legno. Apparteneva alla distrutta Chiesa della Solitaria e fu poi recuperata nel
Coro della Chiesa di s. Caterina da Siena a Napoli. Raffigura S.Michele
Arcangelo che con la mano destra impugna una spada e schiaccia sul ventre
Lucifero.
“...È del 1707 l’Arcangelo Michele della Matrice di castrignano del Capo, una figurazione che destò molto interesse a giudicare dalle repliche operate dall’artista e dalla sua scuola. Le raffinatezze settecentesche sono evidenti nei fluttuanti panneggi, nella chioma mossa dal vento e nel senso di moto che l’artista ha impresso a tutta la composizione; ma queste acquisizioni, connaturate al personaggio dell’Arcangelo, si riflettono anche nel Maligno permeato da annotazioni settecentesche nel dettaglio del modellato, contrastanti con il soggetto desunto dai satiri riberiani. “ (Dal testo STUDI DI STORIA PUGLIESE IN ONORE DI NICOLA VACCA, articolo:”Sculture di Nicola Fumo”, di Gennarro Borrelli,p.25)