LETTERA DEL PARROCO

                                                                                        31/03/2001

Carissimi,

siamo agli ultimi giorni della Quaresima. All’inizio, Mercoledì delle ceneri, ci era stato proposto un cammino di conversione per seguire più da vicino Cristo Signore: un cammino, illuminato dalla quotidiana Parola di Dio, sostenuto dalla forza dello Spirito, per affrontare il buon combattimento spirituale con le armi della penitenza, della preghiera più assidua e con le opere di carità. Alla vigilia dell’ormai imminente solennità della Pasqua, c’è da verificarsi: a che punto siamo? Abbiamo operato in noi una qualche conversione? Siamo ritornati a Dio? Possiamo dire di amarlo di più, dopo esserci scrollata di dosso la zavorra del nostro peccato dei indifferenza, di tiepidezza, di apatia verso il Signore? La PASQUA sarà anche per noi una Risurrezione?

Stiamo ricordando quest’anno il 250° anniversario della nostra Chiesa. Spesso mi leggo ciò che riguarda le date e le cronache dell’avvenimento “terremoto e ricostruzione della chiesa”. Un’iscrizione che si trova sul muro interno della facciata mi è sembrata opportuna per questa Pasqua. La lapide è stata collocata il 22 luglio 1744 , ma è molto eloquente. Suona così, dopo la solita intestazione: D.O.M. –Ad futuram rei memoria. Sia noto a tutti che con il favore della divina clemenza, il 2 aprile 1743 ebbe inizio la costruzione di questa chiesa: il popolo di Castrignano ha voluto far collocare questa lapide come ricordo per i posteri, e come si iniziò con l’entusiasmo di tutti così confida che in breve tempo si porti a termine”. E in un’altra cronaca si leggeche la costruzione della chiesa fu “insigne esempio di buon volere, e d’animo religioso e pio di cui eran forniti i nostri antenati”. Era Parroco in quel tempo, fin dal 1719, Don Giovanni Petese, che morì , dopo aver visto la Chiesa ultimata, il 13 agosto 1763.

Pensavo: il 2 aprile di quel 1743 probabilmente era sabato santo: più bell’omaggio non si poteva fare a Cristo Risorto, mettere la prima pietra di una Chiesa che risorgeva sulle macerie della precedente: e anche il popolo era risorto con nuovo entusiasmo e con nuova speranza per vedere la sua nuova e bella chiesa, e non si risparmiarono in sacrifici e privazioni; forse molti non videro i frutti dei loro sacrifici sulla terra, li contemplarono dal cielo.

Nel far memoria di quell’avvenimento in questa Pasqua del 2001, vorremmo anche noi lasciare un ricordo per i posteri, specialmente per le generazioni più giovani. La Comunità Parrocchiale non ha un luogo dove radunarsi, dove far convergere i suoi ragazzi e i suoi giovani, non ha strutture per fare catechismo, per organizzarsi nelle varie realtà associative. Finora, grazie alla bontà delle Suore, abbiamo usufruito dell’Asilo; ma, ormai, l’Asilo come tale non funziona più, e prima che sia alienato per altri usi, la Parrocchia intende acquistarlo per trasformarlo in Oratorio; ed occorre la bella cifra di 350.000.000 (=trecentocinquantamilioni) per il solo acquisto, senza parlare, poi, della ristrutturazione che occorrerà operare. Se ci state, mi dovete dare una mano. Le modalità le studieremo. Cominceremo da Pasqua.

Vi auguro una Pasqua in novità di vita con aumento di fede, di speranza e di amore. Risuoni in tutte le case:Cristo è Risorto: Alleluia!

Con affetto

                                            Don Benedetto