Quasi nulla di quello che "gira" su un computer è nato per essere utilizzato a scuola.

Le storie negli ovetti

Una rispettabile Casa Editrice e una classe di scuola elementare che voglia valorizzare i suoi alunni-scrittori hanno alcuni elementi in comune:


  • i problemi economici legati ai costi, (carta, tiratura, distribuzione, ecc.),
  • la ricerca di nuove idee e nuovi strumenti per far circolare i testi dei loro autori presso il maggior numero possibile di lettori,
i problemi di "mercato". I lettori adulti sono ancora pochi in Italia, come tutte le statistiche indicano da decenni. Ma i lettori sono pochi, pochissimi anche nella comunità scolastica, se ci riferiamo ad un tipo particolare di letture, quelle autonome e volontarie.
L'ultimo successo

editoriale della Casa Editrice Quarta B è nato quasi per caso, osservando il mucchietto di ovetti di plastica Kinder che si erano accumulati in una scatola, giorno dopo giorno, ricreazione dopo ricreazione ("Non si sa mai! Prima o poi qualcosa ci si potrebbe fare.").
Di solito i bambini rompono l'uovo, aprono il contenitore, distendono il foglietto e seguono passo passo (più o meno) le istruzioni di montaggio.
Gli ovetti-contenitori finiscono subito nella spazzatura; d'altronde, a cosa potrebbero servire?
Eppure, se ci fermiamo un attimo a riflettere, sono contenitori nuovissimi, usati una sola volta: potrebbero ancora svolgere magnificamente la loro funzione.
Prendiamo le misure, con precisione: nell'ovetto entra, ben