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Rubrica periodica di approfondimento |
home|page wind|page link|page forum|page PRIMA PUNTATA - LA STORIA DI BLU |
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Blu|Page da il via a questa nuova rubrica d' approfondimento su alcune tematiche importanti. Come primo tema ho deciso di trattare proprio quella della storia e della morte di blu, il quarto gestore di telefonia mobile ormai acquistato e spezzetato dalla concorrenza. Con questa prima puntata cercheremo di ripercorrere la breve storia di questo gestore attraverso un articolo che ci ha gentilmente fornito il sito societacivile.it Chi vuole proprio investire in Borsa potrà fare trading on line direttamente dal telefonino personale. Insomma, cambierà il modo di comunicare, ma anche di lavorare e d’investire. In modi che oggi possiamo solo in parte immaginare. Previsione degli esperti: l’Umts diventerà il 90 per cento della telefonia entro sette, otto anni. L’appuntamento, dunque, è per il 2010. |
A questo punto gli esperti inseriscono un intermezzo tecnologico-politico-finanziario, edificato su due domande. Prima: l’Umts è un grande affare o un’illusione, decollerà davvero oppure no? Per la risposta, non resta che aspettare il 2010. Seconda: i voraci governi europei non hanno fatto male i loro conti, trattando le telefoniche come vacche da mungere, spremute per le gare e ora rimaste, in tutta Europa, senza più risorse per investire in impianti? Cambiando animale: per portare a casa la gallina oggi, non rischiano di non avere più le uova d’oro domani? Ma mentre ci si interroga sulle sorti delle telecomunicazioni e sui destini del mercato, qualcuno dimostra di essere più furbo degli altri. Nel dicembre 2001 un socio zitto zitto si defila, prende il cappello e se ne va. È Mediaset. Esce da Blu, vendendo la sua quota (9 per cento) a British Telecom, in forza di «patti parasociali» (tecnicamente: un diritto di put) sventolati al momento buono, ma fino ad allora ignoti agli altri soci. La vendita avviene oltretutto a un prezzo incredibile, 106 milioni di euro, in un momento in cui la crisi non è ancora manifesta, ma certo Blu è già in stato di difficoltà strategica e ha difficilmente il valore di quei 1,2 miliardi di euro che British Telecom ha invece accettato senza battere ciglio. Che cosa ha promesso, in cambio, Mediaset (e il suo maggiore azionista, Silvio Berlusconi) agli inglesi? Esplode il caso. Nel gennaio 2002 Vito Gamberale, rappresentante dei Benetton nel consiglio d’amministrazione di Blu, si dimette. Come a dire agli ex soci di Mediaset: vi siete salvati Dio sa come, ma non pensate adesso di lasciarci qui con il cerino in mano. Si noti il caso da manuale di conflitto d’interessi: Berlusconi azionista di Mediaset si salva mentre il governo di Berlusconi presidente del Consiglio (nella persona del ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri) comincia a darsi da fare per risolvere il caso Blu. E Gamberale e Benetton si rivolgono a Berlusconi presidente del Consiglio perché li faccia uscire dall’incresciosa situazione in cui li ha lasciati Berlusconi azionista di Mediaset. I dipendenti di Blu sono intanto venuti allo scoperto. Hanno inventato nuovi modi di protesta per ottenere visibilità. Hanno inondato l’Italia di e-mail. Hanno scioperato venerdì 1 marzo in difesa del posto di lavoro. Si sono presentati ai girotondi attorno alle sedi Rai esibendo cartelli e i loro cappellini blu. A Palermo hanno sfilato addirittura in mutande. Per farsi sentire hanno usato la rete internet: il sito www.breadandroses.it animato da Filippo Di Nardo e Lorenzo Guerra, specializzato in storie di lavoro e net economy. Dopo le agitazioni dei dipendenti di Matrix-Virgilio e di Omnitel, ecco un’altra vicenda di lavoratori di tipo nuovo, senza tuta e senza tutela. Nella sede di Firenze sono 340 i contratti di formazione lavoro e 260 sono i lavoratori interinali già usciti dall’azienda. A Palermo 440 sono i contratti di formazione lavoro. Nelle sedi Blu di Roma, Napoli, Milano e Padova vi sono poi altri 880 dipendenti, più garantiti perché assunti con contratto a tempo indeterminato, ma comunque a rischio nel caso che Blu naufraghi. A maggio, quando scadranno molti contratti di formazione lavoro, saranno almeno 500 i dipendenti usciti da Blu: licenziati invisibili, perché mai assunti. La politica però è tranquilla. Blu è un problema, ma la soluzione è pronta. Il più è già stato fatto: Mediaset ha risolto da sé il suo caso (miracolo italiano che si verifica quando un’azionista è anche presidente del Consiglio); Benetton ha avuto quello che voleva, cioè l’ingresso in Telecom. Resta soltanto da smontare Blu. Il fido Gasparri si è recato a Bruxelles dal commissario Monti e gli ha proposto la sua soluzione: Tim si compra Blu, con l’impegno di vendere poi a pezzi i suoi asset. Monti ha scosso la testa: no, neanche in via transitoria è possibile una concentrazione contro le regole della concorrenza. E allora, spezzatino: Blu vende i clienti e un po’ di dipendenti a Wind; ripartisce le frequenze e gli impianti tra gli altri operatori; il marchio, i dipendenti residui e le perdite accumulate nei bilanci se le accolla Tim. È la quadratura del cerchio: Wind da una parte (con i clienti) s’ingrandisce, dall’altra (con i dipendenti) inghiotte il rospo, ma lo deve fare, visto che il governo Berlusconi sta per fare le nuove nomine dell’Enel, che di Wind è la mamma; Tim deve inghiottire un rospo ancora più grosso, ma in cambio potrà iscrivere nel suo florido bilancio le perdite di Blu (900 milioni di euro), risparmiando una montagna di tasse; e non solo: domani il governo Berlusconi potrà ricambiare il favore, magari concedendo a Tim una sostanziosa defiscalizzazione degli investimenti sulla banda larga, per far decollare la telefonia del futuro – con grande soddisfazione di Tronchetti Provera. Resta solo un problema giuridico da risolvere: le frequenze, essendo proprietà dello Stato concesse in licenza, non possono essere vendute tra privati, dev’essere il governo a riassegnarle. Ma figurarsi se i due Berlusconi (l’azionista di Mediaset e il presidente del Consiglio), con tanti avvocati intorno, non troveranno una bella soluzione anche per questo. FINE PRIMA PUNTATA |
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