"MODENA CITY RAMBLERS" A COSENZA

Il 29 Aprile 2002 nel parcheggio di fianco il polo linguistico dell’UNICAL, si è tenuto l’attesissimo e intenso concerto dei Modena City Ramblers.

La Sinistra Giovanile di Casole Bruzio è accorsa numerosa all’evento, in quanto ammiratrice e appassionata della musica in generale, ma più in particolare di tutta quella musica, che non solo fa divertire, ma che trasmette anche emozioni forti, momenti di riflessione e attimi di commozione. Per la SG di Casole i MCR ricalcano in pieno tutto ciò. Ad un cerco punto del concerto Cisco, leader del gruppo, ha annunciato la loro  presenza al concerto del 1° Maggio, ma dicendo che era loro proibito cantare Bella Ciao!   “Sono spariti gli elmetti e i fucili... ci sono le giacche e le cravatte, ma la dittatura c’è lo stesso?!” chiedeva Cisco alla folla calabrese.   Ebbene quel fatto ci scosse e ci infervorì ancora di più!

Durante il concerto della Festa dei Lavoratori, trasmesso da Rai Tre, i MCR cantarono Bella Ciao, senza essere interrotti o oscurati. Aveva vinto il buon senso? Aveva vinto la libertà? Il giorno seguente, su La Repubblica, è apparso il seguente articolo

 

Dietro il palco lite fra organizzatori e Modena City Ramblers

“Volevano impedirci di cantare Bella ciao”

“Ci avevano vietato ‘Bella Caio’... ce l’avevano detto chiaro e tondo: perchè questo è il momento di unire e non di dividere il Paese... bé, noi l’abbiamo suonata lo stesso perchè sia chiaro che quella è la canzone in cui la Repubblica d’Italia nasce e potrebbe essere il suo inno”. Cisco, il cantante dei Modena City Ramblers, è appena sceso dal palco: è sudato e anche fuori di sè perchè sulla strada per il camerino ha pure litigato con gli organizzatori del concertone. Il direttore artistico Sergio Bardotti è il primo a non aver gradito la sorpresa, lui che pure aveva fortemente voluto i Modena suggerendo due pezzi del nuovo disco “Radio Rebelde”: “Gliel’ho detto subito: sono stati scorretti, ho detto che non si fa, che avrebbero dovuto avvertirmi. E’ vero, avevo chiesto di non cantare ‘Bella Ciao’ e non ci vedo niente di male: perchè questo non è un comizio, qui non si fanno provocazioni politiche per il gusto di farle, per quello ci sono altri palchi, più autorizzati di questo.

Mi hanno fatto la morale, ma io sono un uomo di sinistra di lunga data e non accetto lezioni di primo maggio da nessuno”. L’effetto Santoro sul brano simbolo della Resistenza si è fatto sentire anche a San Giovanni, mettendo fuori gioco uno dei titoli del repertorio dei Modena City Ramblers, uno dei brani che ai loro concerti suscita più entusiasmo: una rilettura rock che la formazione emiliana, tra le più politicizzate del panorama musicale italiano, propone immancabilmente nei circa 100 concerti che ogni anno tiene lungo la penisola. Sul palco di San Giovanni non l’avevano ovviamente provata. Hanno architettato tutto la sera prima in albergo: avrebbero attaccato con il secondo brano, che ha la stessa tonalità di ‘Bella Ciao’ e dopo l’introduzione avrebbero continuato con il brano vietato cantando fino in fondo e senza tralasciare infine uno slogan: “L’articolo18 non si tocca!”. “I sindacati hanno lasciato libertà agli organizzatori: ‘L’Amore’ come slogan principale è un’ovvietà” commenta Cisco “Cantando ‘Bella Ciao’ abbiamo voluto mandare un messaggio anche a loro, perchè finalmente capiscano cosa è diventato questo baraccone”.