Nr.unico domenica 1 giugno 2003 Sinistra Giovanile Amantea “le guerre vengono combattute dalla miglior gente che c’è in un paese……le dirigono invece, le hanno provocate e iniziate rivalità economiche precise e un certo numero di porci che ne approfittano …” Ernest Hemingway Amantea – Aloe: “occultamento di entrate per circa 1 miliardo 200 milioni” Possibili nuove opere pubbliche per diversi miliardi. Nell’ultimo Consiglio Comunale, tenuto il 23 maggio scorso, nel discutere il bilancio di previsione per il 2003, Rocco Aloe, rappresentante DS, dopo avere ripetuto nei confronti della maggioranza critiche documentate da tempo sollevate sulla situazione e sulle prospettive del Comune, ha contestato l’occultamento di entrate per circa 1 miliardo e 200 milioni. Dopo avere dimostrato il fondamento della propria dichiarazione, ha ottenuto dall’Amministrazione comunale l’impegno a concordare una variazione di bilancio con la quale destinare le entrate in questione a quote di ammortamento per il finanziamento delle seguenti opere:  Marciapiedi e illuminazione SS 18 tratto Acquicella Lava Ganza/Pretura;  Marciapiedi e illuminazione SS 18 Coreca Campora;  Lungomare Coreca-Oliva e accessi;  Lungomare Colongi Tonnara e accessi;  Nuovo capannone di deposito mezzi comunali nell’area ex depuratore con rilascio dell’attuale sito Mulino Catocastro;  Parco fluviale Catocastro con riconversione a parco dell’area vecchio mulino;  Parco fluviale Olivo;  Acquedotto Gallo;  Completamento accessi al mare e strada sottoferrovia Campora;  Bitumatura strada Oliva Gallo;  Bitumatura strade rurali Campora;  Sistemazione strade interne capoluogo;  Sistemazione marciapiedi strade interne capoluogo;  Potenziamento illuminazione pubblica capoluogo . L’Ulivo e Prc in recupero Amministrative favorevoli al centro sinistra “C’è un vento di pace che soffia in Europa” Aspettando i ballottaggi, l’Ulivo e Prc vincono al primo turno delle Amministrative. “C’è un vento di pace che soffia in Europa” è il commento di Fausto Bertinotti riferendosi ai successi della sinistra ottenuti anche in Germania e Spagna, successi anche condizionati dal grande movimento pacifista che ha preso coscienza e si è battuto per perseguire la stessa. Ad ogni modo, è evidente che in questa tornata di Amministrative il centro sinistra ha dimostrato una validità di programmi che hanno portato alla vittoria elettorale. Dato assai rilevante è la vittoria al primo turno nella provincia di Roma: per la quantità dei votanti sarebbe ipocrita sottovalutare questo dato, inoltre si sa che Roma rappresenta il cuore degli umori e delle tendenze a livello nazionale; dunque, se ne può dedurre che c’è un vento favorevole che soffia nelle vele del centro sinistra. Rilevanti sono anche le riconferme ed i recuperi in Sicilia, dove alle politiche il centro destra aveva fatto il pieno, e dove, dunque, è finita la sindrome del sessantuno a zero. Il dato politico forse più rilevante da cogliere in questa tornata di Amministrative, è il fatto che in molti Comuni e Province l’Ulivo e Prc hanno camminato insieme, raggiungendo compatibilità di programmi (dunque, non attraverso logiche compromessiste), con evidenti risultati. Nel centro destra, invece, la Lega ha deciso di camminare da sola in alcuni Comuni del centro nord, manifestando, così, una rottura (tra l’altro già palesata)con la Casa delle Libertà. Pronte, sono arrivate le critiche di Gianfranco Fini che chiede una “verifica di maggioranza”. Non è servito lo slogan “divisi al primo turno per colpire insieme al secondo” per nascondere i profondi mali che oggi patisce la Cdl: è fin troppo evidente che alcuni dei compromessi raggiunti che doveva tenere unita questa maggioranza non si reggono più. Così, da una parte ci si divide, dall’altra ci si unisce. E’ vero, come ha affermato il Senatore Angius, che “non è detto che gli accordi raggiunti alle Amministrative rispecchieranno poi quelli a livello nazionale”, ma, sicuramente, oggi come mai ci sono le basi per allargare l’Ulivo ed il centro sinistra a forze che storicamente ne hano già fatto parte, come ad esempio Prc; e questa, è una musica che suona bene. I compromessi raggiunti da Lega, AN, FI, UDC stanno collassando; al contrario, il confronto sulla base di idee, proposte, programmi, tra Ulivo e Prc stanno creando un elemento di unificazione. E’ evidente che, a queste Amministrative, l’elettore ha manifestato sfiducia al governo Berlusconi; i cittadini hanno, ormai dopo due anni di governo, compreso la totale incapacità di governare di questo centro destra. Ed in effetti, quali benefici poteva apportare al Paese un governo che è stato più impegnato a risolvere i problemi privati dei propri esponenti, invece di studiare le giuste riforme e politiche in grado di realizzare sviluppo nel Paese? Dove sono le “più opportunità per tutti” che Berlusconi aveva promesso? Dov’è il miracolo economico? Dove è stata questa diminuzione delle tasse? Dove sono questi ottomila miliardi in più nelle tasche degli italiani? Il popolo italiano ha capito l’inganno a cui è stato sottoposto, ha visto quali sono i veri obiettivi di questo scellerato governo, ha intuito che la fiducia data a questo governo per il bene del Paese non può essere riconfermata: il voto delle Amministrative lo dimostra. Provinciali Provincia Centro sinistra Centro destra 1) ROMA GASBARRA 53,4% MOFFA 43,7% 2) MESSINA MARTINO 28,7% LEONARDI 65,4% 3) PALERMO COCILOVO 36,5% MUSOTTO 60,3% 4) CATANIA FAVA 31,30% LOMBARDO 64,9% 5) AGRIGENTO BIRRITTERI 38,1% FONTANA 56,4% 6) BENEVENTO NARDONE 73,6% FELEPPA 26,0% 7) FOGGIA STALLONE 59,0% AGOSTINACCHIO 40,2% 8) MASSA CARRARA ANGELI 55,0% BARANI 34,9% 9) ENNA SALERNO 59,8% GRIMALDI 38,5% Al ballottaggio: 10) SIRACUSA MARZIANO 47,9% VINCIULLO 49,4% 11) CALTANISSETTA COLURA 47,96% DELL'UTRI 45,09% 12) TRAPANI GUCCIARDI 33,9% ADAMO 48,1% Comuni Comune Centro sinistra Centro destra 1) MESSINA SAITTA 44,0% BUZZANCA 54,0% 2) PISA FONTANELLI 57,5% MEZZANOTTE 34,0% 3) MASSA NERI 64,2% CIARLEGLIO 17,3% Al ballottaggio: 4) VICENZA RIBONI 33,53% HULLWECK 43,26% 5) TREVISO CAMPAGNER 37,9% GOBBO 44,9% 6) BRESCIA CORSINI 47,1% BECCALOSSI 32,1% 7) SONDRIO SCHENA 47,42% BIANCHINI 48,79% 8) PESCARA D'ALFONSO 47,1% MASCI 48,1% 9) RAGUSA SOLARINO 49,39% AREZZO 45,64% Hanno inquinato il 25 aprile. Il 25 aprile è la festa della liberazione dell’Italia dal fascismo e dall’occupazione straniera portata dal fascismo. Credevamo che questa fosse la festa di tutti gli italiani, ma ci sbagliavamo: c’è chi organizza controcerimonie, c’è chi preferisce la strada del silenzio, c’è chi auspica l’abolizione del 25 aprile, non per eliminare un giorno in più di festa sul calendario, ma per compromettere una memoria storica evidentemente ritenuta scomoda. Secondo MIRKO TREMAGLIA (AN), Ministro per gli italiani all’estero: “il 25 aprile deve essere dedicato sia a quei giovani che dopo l’8 settembre scesero in campo contro la Rsi e contro la Germania perché credevano in una patria liberata dai tedeschi e dal fascismo, sia a quelli che aderirono alla Rsi”. CARLO GIOVANARDI (UDC), Ministro per i rapporti col Parlamento, invece crede che “non tutti i partigiani combatterono per la democrazia e la libertà, ma una parte di loro per imporre in Italia, anche dopo la guerra, un regime di tipo stalinista”. Sulla stessa linea il portavoce di Fi SANDRO BONDI, pronunciandosi in relazione all’eccidio di Marzabotto (una delle pagine più macabre e tragiche della Resistenza italiana, che vide la morte di 1830 civili per ordine del maggiore Reder); secondo il parlamentare, infatti, “neanche a Marzabotto i comunisti hanno le carte i regola….se le popolazioni civili hanno pagato un prezzo troppo alto è colpa dei partigiani che hanno radicalizzato lo scontro con i nazisti in ritirata”. E’ così, nelle parole di Ministri e parlamentari della maggioranza, che ritorna il fantasma del revisionismo storico: il teatrino è aggravato dal silenzio consenziente del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Politici che si improvvisano storici vorrebbero accomunare vittime e carnefici, descrivere i partigiani come fuorilegge e ridimensionare il significato della Resistenza nella storia italiana: ecco il falso, ignorante e macabro revisionismo storico proposto da certi immorali Onorevoli della Cdl. Le succitate dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza sono state criticate in quanto ritenute almeno inopportune. Ma, a detto del capogruppo della Lega alla Camera SANDRO CE’“la sinistra deve capire che non può strumentalizzare una festa che è di tutti e non solo sua”. E ti pareva: - E’ la sinistra a dipingere i partigiani come banditi? - E’ la sinistra che organizza adunate e marce dei nostalgici di Mussolini? - E’ la sinistra che raffigura la Resistenza come opera di bande criminali? - E’ la sinistra che organizza gite nei luoghi mussoliniani “per rinfocolare lo spirito del partito”? Non ci sembra. E, allora, quale tentativo di strumentalizzazione ci può essere dietro la difesa ed il perseguimento della verità storica, e cioè della concezione della Resistenza come portatrice di libertà e democrazia? Certo, chi si caratterizza con sentimenti nostalgico-fascita può perseguire politiche fini a strumentalizzare la verità storica e può far ricorso a verità falsificate: ma, non è il nostro caso! Giovani italiani, come è possibile non ricordare quegli uomini e quelle donne che pagarono con la vita la conquista della nostra libertà? Come possiamo non ricordare la reazione di coscienza di chi rifiutò di giurare fedeltà al regime nazi-fascista, e sacrificò il proprio futuro, la propria vita per donarci la libertà? Ricordare la verità storica della Resistenza, del “Secondo Risorgimento”, significa ricordare l’orgoglio e la dignità di un popolo che attraverso il movimento partigiano ha partorito i principi di quella Costituzione Repubblicana antifascista invidiata e fatta propria da molti paesi dell’Europa. La Resistenza è, infatti, la radice della nostra libertà e della nostra democrazia. Ma, allora, perché alcuni parlamentari del centro-destra nelle proprie dichiarazioni manifestano l’intenzione di abolire il 25 aprile, di cambiare il significato della Resistenza e della sua verità storica? Forse perché se si taglia le Resistenza si taglia la Costituzione: forse il vero obiettivo è la modifica dei principi della Costituzione (tra l’altro, imprudentemente definita bolscevica da un tal dei tali)? Non cadiamo nell’errore di sprofondare in queste logiche: difendiamo la memoria storica; facciamo in modo che la verità storica non possa essere modificata da chi si sente parte lesa; ricordiamo ed onoriamo i nostri partigiani caduti per liberarci dall’oppressore fascista, non dimentichiamo il 25 aprile, non dimentichiamo il significato storico-morale della sua ricorrenza, perché il 25 aprile è il simbolo dell’Italia liberata dagli oppressori, ed anche se oggi il nostro senso di libertà rientra nei canoni della normalità, dobbiamo sempre tenere a mente quanti uomini, quante donne, quanti partigiani si sono dovuti privare della propria vita per regalarne a noi una migliore. TESTI QUESITI REFERENDARI DEL 15.06.03 Testo del quesito referendario numero 1 PER L'ABROGAZIONE DELL’ELETTRODOTTO COATTIVO I sottoscritti cittadini italiani richiedono referendum popolare abrogativo - ai sensi dell’art.75 della Costituzione e in applicazione della legge 25 maggio 1970, n. 352 - sul seguente quesito: "Volete che sia abrogata la servitù di elettrodotto stabilita: dall’art. 119 del testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, il quale stabilisce: "Ogni proprietario è tenuto a dare passaggio per i suoi fondi alle condutture elettriche aeree e sotterranee che esegua chi ne abbia ottenuto permanentemente o temporaneamente l’autorizzazione dall’autorità competente"; nonché dall’art. 1056 del codice civile: "Ogni proprietario è tenuto a dare passaggio per i suoi fondi alle condutture elettriche, in conformità delle leggi in materia."?". Testo del quesito referendario numero 2 PER ESTENDERE A TUTTI I LAVORATORI SUBORDINATI LA TUTELA DEL L’ART. 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI CONTRO IL LICENZIAMENTO SENZA GIUSTA CAUSA I sottoscritti cittadini italiani richiedono referendum popolare abrogativo - ai sensi dell’art.75 della Costituzione e in applicazione della legge 25 maggio 1970, n. 352 - sul seguente quesito: "Volete voi, al fine di estendere a tutti i lavoratori subordinati i diritti e le tutele previsti dall'art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, l'abrogazione: dell'art. 18, comma primo, legge 20 maggio 1970, n. 300, titolata "Norme sulla tutela della liberta' e dignita' dei lavoratori, della liberta' sindacale e dell'attivita' sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento", limitatamente alle sole parole "che in ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio reparto autonomo nel quale ha avuto luogo il licenziamento occupa alle sue dipendenze piu' di quindici prestatori di lavoro o piu' di cinque se trattasi di imprenditore agricolo", e all'intero periodo successivo che recita "Tali disposizioni si applicano altresi' ai datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori, che nell'ambito dello stesso comune occupano piu' di quindici dipendenti ed alle imprese agricole che nel medesimo ambito territoriale occupano piu' di cinque dipendenti, anche se ciascuna unita' produttiva, singolarmente considerata, non raggiunge tali limiti, e in ogni caso al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che occupa alle sue dipendenze piu' di sessanta prestatori di lavoro"; dell'art 18, comma secondo, legge 20 maggio 1970, n. 300, titolata "Norme sulla tutela della liberta' e dignita' dei lavoratori, della liberta' sindacale e dell'attivita' sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento", che recita "Ai fini del computo del numero dei prestatori di lavoro di cui al primo comma si tiene conto anche dei lavoratori assunti con contratto di formazione e lavoro, dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato parziale, per la quota di orario effettivamente svolto, tenendo conto, a tale proposito, che il computo delle unita' lavorative fa riferimento all'orario previsto dalla contrattazione collettiva del settore. Non si computano il coniuge ed i parenti del datore di lavoro entro il secondo grado in linea diretta e in linea collaterale"; dell'art. 18, comma terzo, legge 20 maggio 1970, n. 300, titolata "Norme sulla tutela della liberta' e dignita' dei lavoratori, della liberta' sindacale e dell'attivita' sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento", che recita "Il computo dei limiti occupazionali di cui al secondo comma non incide su norme o istituti che prevedono agevolazioni finanziarie o creditizie"; dell'art. 2, comma primo, legge 11 maggio 1990, n. 108, titolata "Disciplina dei licenziamenti individuali", che recita "I datori di lavoro privati, imprenditori non agricoli e non imprenditori, e gli enti pubblici di cui all'art. 1 della legge 15 luglio 1966, n. 604, che occupano alle loro dipendenze fino a quindici lavoratori ed i datori di lavoro imprenditori agricoli che occupano alle loro dipendenze fino a cinque lavoratori computati con il criterio di cui all'art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, come modificato dall'art. 1 della presente legge, sono soggetti all'applicazione delle disposizioni di cui alla legge 11 luglio 1966, n. 604, cosi' come modificata dalla presente legge. Sono altresi' soggetti agricoli che occupano alle loro dipendenze fino a cinque lavoratori computati con il criterio di cui all'art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, come modificato dall'art. 1 della presente legge, sono soggetti all'applicazione delle disposizioni di cui alla legge 11 luglio 1966, n. 604, cosi' come modificata dalla presente legge. Sono altresi' soggetti all'applicazione di dette disposizioni i datori di lavoro che occupano fino a sessanta dipendenti, qualora non sia applicabile il disposto dell'art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, come modificato dall'art. 1 della presente legge."; dell'art. 2, comma terzo, legge 11 maggio 1990, n. 108, titolata "Disciplina dei licenziamenti individuali", che recita "l'art. 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, e' sostituito dal seguente: quando risulti accertato che non ricorrono gli estremi del licenziamento per giusta causa o giustificato motivo, il datore di lavoro e' tenuto a riassumere il prestatore di lavoro entro il termine di tre giorni o, in mancanza, a risarcire il danno versandogli un'indennita' di importo compreso tra un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilita' dell'ultima retribuzione globale di fatto, avuto riguardo al numero dei dipendenti occupati, alle dimensioni dell'impresa, all'anzianita' di servizio del prestatore di lavoro, al comportamento e alle condizioni delle parti. La misura massima della predetta indennita' puo' essere maggiorata fino a 10 mensilita' per il prestatore di lavoro con anzianita' superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilita' per il prestatore di lavoro con anzianita' superiore ai 20 anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa piu' di quindici prestatori di lavoro"; dell'art. 4, comma primo, legge 11 maggio 1990, n. 108, titolata "Disciplina dei licenziamenti individuali", limitatamente al periodo che cosi' recita "La disciplina di cui all'art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, come modificato dall'art. 1 della presente legge, non trova applicazione nei confronti dei datori di lavoro non imprenditori che svolgono senza fini di lucro attivita' di natura politica, sindacale, culturale, di istruzione ovvero di religione o di culto . Referendum sull’elettrodotto coattivo (abolire la servitù di passaggio?). Si è parlato poco finora dell’elettrodotto coattivo. Della nocività dell’elettrosmog si hanno dati certi da decenni. Un regio decreto, una legge fascista del 1933 stabilisce che per insediare i tralicci dell’alta tensione non occorrono autorizzazioni da nessuno, tantomeno dal proprietario del terreno: si può procedere direttamente all’esproprio in nome della pubblica utilità. Finora le grandi compagnie hanno messo cavi e antenne sulla nostra testa senza chiedere il permesso a nessuno: far sistemare cavi elettrici aerei e sotterranei a ridosso delle nostre abitazioni è stato imposto come obbligo da rispettare. Per le basse frequenze (elettrodotti), che sono tecnologie utilizzate da più anni, l’indagine epidemiologica ha dimostrato un aumento di patologie anche gravi (es: leucemia infantile); gli effetti nocivi sono amplificati dalle nuove tecnologie legate alle alte frequenze (ripetitori, trasmettitori, ecc). La legge quadro sul’elettrosmog (n.36 del febbraio 2001), prevedeva che entro 60 giorni dalla sua pubblicazione dovessero essere varati i decreti attuativi della medesima. I testi prevedevano per gli elettrodotti il valore di attenzione di 0,5 microtesla e l’obiettivo di qualità di 0,2 microtesla (valori 500 volte inferiori a quelli vigenti oggi di 100 microtesla); per le alte frequenze (ripetitori per telefonia e impianti di trasmissione radio tv) si prevedeva l’obiettivo di qualità di 3 volt metro (la metà di quelli oggi in vigore). Il governo di centro sinistra non fece in tempo a varare i decreti. Oggi, il governo di centro destra ha ritirato i decreti attuativi che il precedente governo di centro sinistra aveva predisposto e ne ha presentato altri che alzano i limiti notevolmente (si passa da 0,2 a 5 micro tesla). In tal modo, non ci sarebbe bisogno di risanare alcuna linea elettrica in Italia (infatti, i limiti proposti dal governo sono quelli voluti dalle imprese che non vogliono spendere nulla per il risanamento, anche a discapito della salute del cittadino). Ma, cosa ancora più preoccupante è il decreto legislativo (emanato dal governo), il decreto Gasparri, atto a impedire alle Regioni ed ai Comuni di varare normative e regolamenti che impongono criteri più restrittivi alle imprese per le localizzazioni degli impianti (dopo la privatizzazione dell’Enel sono già 900 le domande per la costruzione di nuove centrali elettriche). Citando un articolo del decreto Gasparri, viene affermato che “l’operatore di telecomunicazioni incaricato del servizio può agire direttamente in giudizio per far cessare eventuali impedimenti e turbative al passaggio e all’installazione delle infrastrutture”. Così un comitato o un’amministrazione locale che si batte contro un’installazione ritenuta dannosa, può essere citato in giudizio per aver commesso un “reato di impedimento o turbativa”. Si può capire come settant’anni fa l’energia avesse un ruolo importantissimo nello sviluppo (le linee elettriche passavano per lo più a distanza dai centri abitati), un periodo in cui l’Italia tentava di trasformarsi da paese agricolo a paese industriale. Ma, oggi il panorama è completamente differente. Il progresso e lo sviluppo non può realizzarsi danneggiando la salute dei cittadini. C’è bisogno di razionalizzare lo sviluppo in modo che non avvenga a discapito del diritto alla salute. Affinchè lo sviluppo si realizzi di concerto con la salvaguardia ambientale, la tutela sanitaria ed il diritto alla salute, crediamo sia indispensabile e doveroso esprimersi favorevolmente nei confronti di questo referendum. Così noi della Sg Amantea voteremo SI al referendum per l’abrogazione della servitù di passaggio, non solo per il diritto ad un modello di mondo migliore e salubre, non solo per tutelare la nostra incolumità, ma anche e soprattutto per tutelare la qualità della vita delle future generazioni. Un disegno politico-religioso dell’Iraq. Iraq: Paese di immensa ricchezza storica, politica, etnica e religiosa. L’Iraq è caratterizzato da un quadro politico, sociale e religioso assai complesso. Sono arabi l’80% della popolazione; le zone settentrionali a ridosso delle frontiere turche e iraniane formano un vero mosaico etnico: accanto ai curdi (15%) troviamo gli assiro-caldei e i turkmeni; ed ancora qua e là qualche minoranza armena e persiana. Una buona parte della popolazione irachena rimane legata a qualche forma sociale allargata. La struttura tribale si presenta così: le tribù sono divise in clan, a loro volta suddivisi in sotto-clan (afkhad). I sotto-clan sono composti da famiglie allargate (hamoula), a loro volta divise in casate (bayt). Il quadro religioso non è meno complesso: al’Islam fa riferimento il 95% della popolazione irachena; i musulmani si dividono in sunniti (1/3) e sciiti (2/3), eredi delle divergenze sorte dopo la morte di Maometto sulla scelta del suo successore: i sunniti richiedevano l’elezione del califfo in base a qualità morali, gli sciiti chiedevano di circoscrivere i candidati alla famiglia di Maometto, nello specifico di Alì, cugino e genero di Maometto. L’uccisione di Alì alimenterà nei secoli il risentimento degli sciiti verso i sunniti. In Iraq, ci sono anche circa 800 mila cristiani, tra i quali predominano i cattolici caldei, seguiti dagli assiri, i siriaci e gli armeni. Troviamo, inoltre, altre due piccole minoranze religiose: gli yezidi (una setta islamica accusata di riverire il diavolo), e i mandei (che si richiamano ai discepoli di Giovanni Battista). Vi è ancora una quasi estinta presenza ebraica (300 anime). La realtà politica è complessa e difficile da mettere insieme. Tra i partiti curdi , spiccano il Pdk (Partito democratico del Kurdistan) e l’Upk (Unione patriottica del Kurdistan); entrambi hanno partecipato all’offensiva militare. Ci sono poi delle formazioni sciite dove predomina l’Asrii (Assemblea superiore della rivoluzione islamica in Iraq) e il partito Da’wa. L’Asrii è ostile ala tutela americana sul Paese. Ci sono poi gruppi indipendenti ed infine, alcuni partiti assiri e turkmeni difensori degli interessi delle proprie comunità religiose o etniche. Questa situazione così complessa è stata aggravata dal conflitto, questa società così cellularizzata, è stata sconvolta e ulteriormente frazionata dalla guerra che ha portato un’atmosfera dominata da ulteriori paure ed incertezze. L’auspicio è che dopo l’ennesima sconfitta (dopo una sanguinosa dittatura e la sottomissione all’azione armata degli anglo-americani) l’Iraq possa trarre dalle differenze interne e dai diversi colori socio-religiosi presenti sul territorio, la costruzione di una coscienza pluralista e rispettosa delle differenze e della vita, che ridarebbe certezze e dignità al popolo iracheno, ed un nuovo destino alla culla della civiltà. E’ nata “AURORA PER L’UNICAL”. Il 27 maggio è stata inaugurata presso la sala stampa dell’aula magna dell’Università della Calabria l’Associazione studentesca “Aurora per l’Unical”. Entusiasmo è stato manifestato da tutti gli studenti intervenuti alla presentazione. Lo slogan dell’Associazione “per la tutela dei diritti dello studente e per una nuova politica universitaria” non è solo un semplice messaggio propagandistico per attirare l’attenzione, bensì il vero e proprio fine dell’Associazione stessa che pone in primo piano la difesa e la tutela di tutti gli studenti, una particolare attenzione alla difesa ed alla tutela del sistema scuola – università come momento di formazione e di crescita, ed una nuova politica universitaria che ripudia strumentalizzazioni, uso della demagogia e false promesse. “Aurora” si pone al servizio delle peculiarità di tutti gli studenti; inoltre, l’Associazione si pone il serio obiettivo di dare un effettivo contributo (sollevando problemi e facendo proposte, attraverso momenti di critica ed autocritica) per un migliore svolgimento del complesso delle attività del sistema università. Oggi gli atenei vivono un momento difficile: le errate riforme e le “tremontate” del governo rischiano di mandare in crisi l’università pubblica. “Aurora” sarà parte integrante del grande movimento studentesco che si pone a difesa di un’università pubblica efficiente. Logicamente, grande attenzione sarà portata anche e soprattutto a tutte quelle problematiche locali che l’università e dunque la condizione di studente oggi incontrano (trasporti, attribuzione degli alloggi, affitti che svuotano sempre più le tasche dello studente, e tutte quelle problematiche che oggi affliggono l’università e lo studente). “Aurora” non si prefigge, dunque, di fare semplice critica ma di fornire proposte per la soluzione delle problematiche, magari attraverso la creazione di diversi tavoli di trattative. Questo è lo spirito dell’Associazione, questa è la piattaforma di lancio di “Aurora”: non solo la semplice e solita critica incostruttiva, ma la proposta per la soluzione del problema. Per maggiori info: www.sgcosenza.it www.sinistragiovanileamantea@yahoo.it Messaggio al lettore. La Sinistra Giovanile è un movimento di ispirazione politica; possono farne parte tutte le ragazze ed i ragazzi con età compresa tra i 14 ed i 29 anni che condividano i valori della libertà e dell’uguaglianza, della giustizia e della solidarietà, della libertà religiosa, il rispetto delle differenze e della libertà di orientamento sessuale. La Sinistra Giovanile di Amantea non è un movimento che si rifà a logiche gerarchiche: tutti contano come tutti e nessuno più degli altri. La struttura locale interna non prevede organi direttivi: è l’assemblea di tutti gli aderenti che prende le decisioni. Il momento creativo non è espressione del lavoro di singoli individui ma del gruppo; infatti, la logica del merito individuale viene sorpassata dalla cooperazione dei singoli appartenenti alla Sinistra Giovanile. Nei nostri incontri cerchiamo di mettere in pratica il concetto di democrazia partecipata; ci distinguiamo per un grande rispetto delle posizioni delle maggioranze, ma anche e soprattutto delle minoranze. Oggi c’è un sempre maggiore distacco da parte dei giovani dalla politica. Per citare Antonio Gramsci: “l’’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall’impresa eroica." L’indifferenza ci allontana da quel concetto di mondo migliore che oggi è lo slogan portante del movimento dei movimenti (del quale siamo e ci sentiamo parte integrante). Le vostre capacità, le vostre attitudini, le vostre intelligenze devono essere messe a disposizione per la realizzazione di un altro mondo possibile. Qui ad Amantea noi abbiamo fatto molto (manifestazioni, fiaccolate, sit in per la pace; incontri formativi ed informativi; petizioni; convegni; ecc), ma siamo consapevoli del fatto che c’è bisogno di fare molto di più: tu, giovane di Amantea, ci rivolgiamo a te che senti il bisogno di non subire più passivamente questa scena politica ormai diventata insopportabile; a te che cerchi aria di cambiamento, tu che credi in un mondo migliore, sostienici, aderisci alla Sinistra Giovanile, concorri con noi alla realizzazione di un paese a misura di giovane e di un altro mondo possibile. E’ aperta la campagna di tesseramento per l’anno 2003 Se vuoi sostenere e aderire alla Sinistra Giovanile contattaci all’indirizzo email: sinistragiovanileamantea@yahoo.it Visita il nostro sito: http://www.oocities.org/it/sinistragiovanileamantea