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Armatura Conte Galeazzo d'Arco. Armatura composta di celata alla veneziana a coppo alto, segnata da una costola mediana tra la linea frontale e la nuca lasciando il viso del tutto scoperto (apertura a U rovescio). Petto con resta e rondella da bracciale allacciato mediante aghetti alla parte dell'usbergo che copre la spalla. Il petto ha scollo molto incavato e giri ascellari calati obliqui. Panziera allacciata al petto mediante coietto di assicurazione Schiena con batticulo poco modellata. Fiancali sagomati, simmetrici, affibbiati alle lame di falda a protezione della parte alta delle cosce; forcata. Bracciali interi con spallacci asimmetrici da uomo d'arme, col destro avente l'ala anteriore incavata e su entrambi buffe al posto della guardagoletta. Cubitiera e guardacubito a difesa del gomito. Manopole "a mittene", cioè con unica protezione per le quattro dita e manichino dal polso in su. Cosciale strutturato in un cannone completo di due piastre incernierate e affibbiate a protezione della coscia. Ginocchietto con lamelle articolate ed aletta. Schiniera mozza a protezione della gamba dal ginocchio al collo del piede dove è fissata la scarpa di maglia che copre una calzatura di pelle. L'armatura è un complesso di difesa in piastra che protegge da capo a piedi, specializzata a seconda delle necessità di guerra, di servizio, di gioco guerresco o di mostra. Trovò soluzioni in Italia settentrionale a cavallo del 1400, raccogliendo esperienze francesi e inglesi che già a partire dal secondo ventennio del Trecento avevano iniziato a risolvere problemi di articolazione delle arti e la loro protezione completamente di piastra (superando l'armamento misto di cuoio e ferro proprio del resto d'Europa) e quelle tedesche, che dalla metà del quattordicesimo secolo avevano imboccato la strada del superamento della corazzatura a placche o lamine del tronco, sperimentando per esso protezioni addogate e, o con pezze. L'armatura, intesa in questo senso, era già definita nello stesso primo lustro del XV secolo ![]() |
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Ascia bipenne a duplice lama. Come arma compare nei costumi dei "barbari", simbolo di potenza divina, perché serviva ad abbattere il toro sacrificale, attraverso la civiltà etrusca, divenne per Roma simbolo del potere politico: i fasci con la bipenne furono le Insigna Imperii Romani. Realizzata con manico in legno a impugnatura sagomata e testa in ferro lavorato a mano. ![]() |
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Spada del Dio Bacco (Dio del vino) Prodotto singolare ed originale ispirato da grandi avvenimenti e celebrazioni, dove la magia del vino e la spada hanno fatto di questi avvenimenti una storia indimenticabile. E' nobile usanza stappare una bottiglia di champagne usando la lama affilata della spada. La lama è realizzata in acciaio lucidato ed inciso, l'elsa è in metallo brunito e dorato. ![]() |
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Pugnale da duello a due tagli e punta. La lama ,di particolare forma, presenta due ganci di presa. L'elso è formato da bracci piegati verso la lama. Impugnatura affusolata e pomo con basettina. Realizzato con lama in ferro e impugnatura in legno. L'elso e il pomo con basettina sono in metallo dorato e spazzolato. ![]() |
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Scudo "a mandorla" convesso al capo e coi margini laterali
arcuati, appuntati verso il basso, è rinforzato ai
margini con ribattini. Al centro è raffigurato un dragone alato a due zampe. Il favoloso animale era ritenuto, nell'antica Grecia, guardiano di oracoli e tesori. Nell'araldica è usato come stemma, cimiero o come sostenitori di stemmi. Interamente realizzata in ferro brunito lavorato a mano e figura cesellata e dorata. Lo scudo divenne inutile sul campo di battaglia nel XIV secolo, ma continuò ad essere utilizzato nei tornei fino alla morte dell'imperatore Massimiliano I nel 1519, e screditato in seguito ![]() |
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Balestra europea. Tipica della prima metà del XV secolo. Teniere in legno nazionale di fibra dura con intaglio e decorazioni floreali. Arco in ferro. Corda in canapa. Corni ugnati in metallo fuso con finiture in pelle. Staffa, mirino e tabella di mira sono in metallo brunito ![]() |
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Mazzafrusto da cavallo europea. Arma offensiva da botta articolata del XV - XVII secolo. Manico di legno con impugnatura filettata in pelle e frangiata all'estremità superiore del manico dove si lega tramite tre catene di metallo ad altrettante palle di ferro irte di brocchi conici. Il pomo è dotato di una catenella da polso di metallo brunito. L'arma consente di portare i colpi ad una distanza maggiore rispetto alla mazza, al martello e alla scure d'arme. Utilizzata per infliggere violenti colpi stando a cavallo, quando non era più possibile adoperare la lancia o la spada nel combattimento a distanza ravvicinata. ![]() |
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Alabarda del XVIII secolo, da guardia di palazzo, con
scure bombata, cuspide a lama in asse con l'asta e becco
dritto e appuntito. Realizzata in ferro modellato. Asta in legno. Arma inastata , versatile consente più azioni: stocco, taglio, gancio, strappo, rottura. Dopo il XVI secolo l'alabarda rimarrà soltanto in dotazione alle milizie cittadine, alle guardie di principi o degli svizzeri "di chiesa". ![]() |