GUANTANAMO E' PIU' VICINA PASSANDO... PER LA TURCHIA !

Gli apparati repressivi, con gli arresti di una cinquantina di militanti
turchi del DHKP, accusati di terrorismo, e di 3 militanti del Campo
Antimperialista di Perugia, accusati di fiancheggiamento, pensano di poter
approfittare di alcune divisioni politiche del "movimento" per conseguire 3
obiettivi importanti: il primo è quello di integrare maggiormente la Turchia
nei disegni dell'Unione Europea, per giunta concorrenzialmente con gli Usa;
il secondo è quello di sdoganare il fascistoide governo turco, di fatto da
sempre costantemente nel mirino di una larga schiera di "associazioni
umanitarie per i diritti civili"; il terzo è quello di criminalizzare
l'opposizione all'aggressione imperialista a danno dell'Iraq, anche in vista
di un'Europa gendarme paritetico con gli Usa nella guerra permanente
preventiva.

Hanno fatto male i loro conti!

Nessuna divisione politica ci impedirà di dire che in Turchia è il regime ad
essere criminale e terrorista, come peraltro è stato dichiarato ormai
innumerevoli volte da organismi internazionali non sospetti di estremismo
come, come Amnesty International. Questo regime, a parte i massacri compiuti
contro la popolazione kurda, arriva, come è stato notoriamente acclarato,
perfino all'uso sistematico e generalizzato della tortura: non solo Ocalan ne
sa qualcosa.

Presentare la gang di governo di Ankara come "vittima del terrorismo", per
presunte "ragioni di stato" o di astratto "diritto", è semplicemente degno
della logica bieca e melmosa di squallidi pennivendoli come un Magdi Allam
e/o di precisi quanto malcelati calcoli di "geo-politica".

Di questa logica perversa e strumentale - che ormai non ha più il minimo
senso del pudore e si esprime con ostentata arroganza spettacolaristica - è
particolarmente significativa, oltre che la manovra repressiva
sincronicamente articolata a livello di svariati paesi della Ue, l'assurda
qualificazione di "terroristico" affibbiato allo stesso sciopero della fame
organizzato dal DHKP, in quelle galere che la stessa Hollywood ha denunciato
come le peggiori del mondo. Con tale sottolineatura la mente poliziesca del
magistrato è arrivata a ventilare che, sotto il profilo penale, responsabili
dei morti (per fame e per le esecuzioni della polizia stessa) furono gli
scioperanti stessi e non il regime che spietatamente rifiutò di accogliere la
benché minima richiesta di "ammorbidimento" delle condizioni carcerarie. E la
vergognosa inversione tra criminali e vittime è stata ripresa dai mass-media,
sebbene tutto il mondo sappia cosa significa fare realmente opposizione in
Turchia e quali pene aberranti comporti.

Nessuna divisione politica ci impedirà di dire che, se i militanti del Campo
Antimperialista sono stati arrestati per aver solidarizzato con chi lotta
contro il bestiale regime turco, anche noi siamo imputabili e saremo sempre
imputabili dello stesso "crimine".

Come pure nessuna divisione politica ci impedirà di dire che chi in Iraq
conduce la lotta armata contro l'occupazione militare non commette alcun
reato. Condurre questa lotta è il minimo che la popolazione irakena possa
fare contro la feroce aggressione indubitabilmente imperialistica che ha
sofferto e sta patendo.

Ed anzi ci rammarichiamo solo che essa non riesca ancora ad assumere più
chiare connotazioni sul piano di un conflitto di classe finalmente
trasparente a se stesso: il solo che potrà garantire una reale e dispiegata
autodeterminazione sul piano di una democrazia concreta e non imbrigliata
dentro formalismi istituzionalistici totalmente eterodiretti ed
oggettivamente funzionali solo agli interessi di nuove rampanti élite di
potere, strettamente subordinate al duopolio Usa / Eu .

Lanciamo quindi un appello per una mobilitazione su scala europea che sappia
adeguatamente individuare e denunciare l'oggettivo salto in avanti che la
retata "sovranazionale", orchestrata ai danni del DHKP e del Campo
Antimperialista, ha sancito sul piano repressivo.

Tanto più urgente ci sembra tale ripresa della mobilitazione contro la
repressione alla luce non solo della crescente repressione subita da numerosi
militanti di centri sociali e collettivi del Centro Nord, ma anche per la
gravissima operazione di rastrellamento effettuata il giorno 2 aprile contro
161 immigrati senza che vi fossero elementi giudiziari a loro carico.

Al di là di tutto, purtroppo, il dato di drammatica novità è in sé e per sé
la "dimensione su scala continentale" che l'attacco repressivo dimostra di
aver ormai defintivamente sedimentato sul piano direttamente operativo! La
guerra permanente preventiva ormai ci alita addosso sul "fronte interno", con
un coordinato e sincronico dispiegamento di mezzi sbirreschi e di fuoco
mediatico assolutamente sconosciuto sino a "ieri" !!!

L'ondata di massa sollevata dal "vento di Seattle", in tutte le variegate e
pur immature forme che è andata assumendo sino ad oggi, deve sapersi
riattivare

-per una giornata di mobilitazione europeaa specificatamente CONTRO LA
REPRESSIONE E L'EUROPA GENDARME AL SERVIZIO DELLA GUERRA INFINITA DEL
CAPITALE, PARITETICAMENTE AGLI USA

-per la libertà immediata degli arrestati,,

-per affossare sul nascere il tentativo dii far diventare la Turchia l'esempio
"democratico" da imitare (un assaggio in tal senso è l'isolamento per 5
giorni degli arrestati) ;

-per contrastare il tentativo di criminaliizzare il movimento contro tutte le
occupazioni coloniali

- contro i rastrellamenti di tipo nazista messi in atto dal ministero
dell'interno contro gli immigrati



Invitiamo pertanto tutte le realtà di movimento a discutere la possibilità di
una prima scadenza europea contro la repressione e a rafforzare l'iniziativa
specifica di denuncia contro la crescente repressione, nonché a far vivere in
tutti i momenti di mobilitazione questo aspetto non come dato accessorio, ma
quale parte integrante della lotta contro la globalizzazione capitalistica e
la guerra infinita permanente dichiarata dai potenti del mondo contro
l'intero proletariato internazionale.



4 aprile 2004

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La redazione di Vis-à-Vis"