.::Brian Molko Web Site::.
__Dreaming Sunnydale_____

 


.::TRAMA DEL FILM VELVET GOLDMINE::.

Scritto e diretto da Todd Haynes

Cast
Jonathan Rhys Meyers
Ewan McGregor
Christian Bale
Toni Collette
 

.::Vincitore del Prix Meilleure Contribution de Artistique al festival di Cannes nel 1998 e del BAFTA (l’equivalente britannico degli Academy Awards) per i migliori costumi::.

Esce nelle sale nel 1998 un film che, recita il titolo, anche se non narra eventi accaduti realmente,
<<dovrebbe essere visto con il volume al massimo>>.
Nella Londra dieci anni dopo i fasti di David Bowie, Lou Reed e Iggy Pop, Haynes ambienta un’indagine circa la misteriosa sparizione della popstar Maxwell Daemon, il “doppio venuto dallo spazio” del cantante Brian Slade (un incredibilmente, ambiguamente affascinante Jonathan Rhys-Meyers). L’orchestrazione onirica, allucinata e allucinante delle sequenze narrative porta lo spettatore a scoprire, poco alla volta, una sequela di intrecci incredibili fra le vite dei vari protagonisti, tutte comunque dominate dall’insostenibile fascino di Brian, definito, a ragione, “l’eleganza che cammina sottobraccio con la menzogna”. Immancabile, in un film di ambientazione innegabilmente dandy, il legame con la poetica wildiana, sia tramite citazioni delle sue opere, sia, soprattutto, attraverso la caratterizzazione dei personaggi, la cui adorazione della bellezza è così forte da far venire in mente Dorian Gray.
Assolutamente perfetto il cast, il cui impegno, fra l’altro, non è esclusivamente recitativo: il Curt Wild che nel film strappa accordi struggenti alle proprie corde vocali ha realmente la voce di Ewan McGregor (e a nessuno sfuggirà la straordinaria somiglianza fra Curt Wild e Kurt Cobain, somiglianza vocale oltrechè fisica)… e a proposito di McGregor-Wild: c’è una scena nel film in cui il cantante,durante un concerto, rimane per alcuni secondi integralmente nudo davanti alle telecamere…ebbene, tale scena non era prevista nel copione: leggenda vuole che McGregor, lasciatosi prendere la mano dal suo personaggio, si sia spogliato senza rendersi conto di quanto stesse facendo e che tale innovazione sia piaciuta tanto ad Haynes da indurlo ad insistere per inserirla stabilmente nel film, procurando l’imbarazzo del povero Ewan, frattanto tornato in sé e vergognosissimo di essersi spogliato quanto di doverlo rifare (in una vecchia intervista confessò di essersi dovuto ubriacare per riuscire a rigirare la scena…)…
Rivivono in questo film le atmosfere eccessive, il trucco esagerato, le performances patinate di sesso e trasgressione del glam più autentico.non si vedeva nulla di così decisamente glitter da “Labyrinth” (anche se lì in chiave più fiabesca), dei primi anni ’80, il cui protagonista era, guardacaso, proprio il Duca Bianco (e, a proposito di Bowie, lascia perplessi il suo netto rifiuto circa una collaborazione alla realizzazione del film, tutto sommato un tributo a lui e alla sua creatura Ziggy Stardust, su cui è ricalcato il doppio Slade-Daemon).
Raccontare la trama di un film che è, al contempo, più cose (dramma, documento, musical) sarebbe impossibile e riduttivo. Anche perché, in verità, è difficile stabilire se protagonista del film sia la storia o la colonna sonora, non semplice accessorio funzionale al merchandising né ingombrante presenza da musical: no, la musica è, in Velvet Goldmine, protagonista a sé stante, ha una sua storia, un suo volto, una sua dimensione. Meravigliose le rivisitazioni di
Brian Molko di brani originali di Marc Bolan (“20th century boy”-a proposito, per gli appassionati: Molko è uno dei protagonisti della pellicola, nel ruolo di leader dei Flaming Creatures), indiscutibile la presenza di Lou Reed con “Satellite of love”; di altissima qualità i pezzi dei due supergruppi Venus in furs, la cui formazione conta, al suo interno, artisti del calibro di Thom Yorke dei Radiohead, e Wilde Rattz, anch’essi con personaggi di assoluto rispetto all’interno (giusto un paio di nomi: Thurston Moore e Steve Shelley dei Sonic Youth e Ron Asheton, chitarrista degli Stooges).

Appassionati del genere e neofiti cultori del glam, amanti del dark (l’efebicità e la dannazione di certi personaggi ne fanno, lustrini a parte, delle potenziali icone del movimento, vedere per credere) e chi voglia lasciarsi raccontare una favola oscura…questo il pubblico cui si rivolge Haynes con il suo film.

…il mondo è cambiato perché tui sei fatto d’avorio e d’oro….Lasciatevi tentare…..

 

 

__Dreaming Sunnydale_____