La dichiarazione d'indipendenza americana
Il congresso dei delegati delle tredici colonie
americane, riunito a Filadelfia, approvò il 4 Luglio 1776 la
Dichiarazione d' indipendenza, un testo che era stato redatto in
massima parte da Thomas Jefferson.
Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario
ad un popolo scigliere i vincoli politici che lo avevano legato ad un altro ed
assumere tra le altre potenze della terra quel posto distinto ed eguale cui ha
diritto per Legge naturale e divina, un giusto rispetto per le opinioni dell'
umanità richiede che esso renda note le cause che lo costringono a tale
secessione. Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti
( testo di Jefferson: siano sacre e innegabili):
che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono stati dotati dal
loro Cretore di alcuni Diritti inalienabili, che tra questi sono la Vita,
la Libertà e la ricerca della felicità.
Che allo scopo di garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i
Governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati. Che
ogni qualvolta una qualsiasi forma di Governo tende a negare tali fini,
è Diritto del Popolo modificarlo o distruggerlo, e creare un nuovo Governo,
che si fondi su quei princìpi e che abbia i propri poteri ordinati in quella
guisa che gli sembri più idonea al raggiungimento della sua sicurezza e
felicità. La prudenza, invero, consiglierà di non modificare per cause
transeunti e di poco conto Governi da lungo tempo stabiliti; e conformemente a
ciò l'esperienza ha dimostratoche gli uomini sono maggiormente disposti a
sopportare, finchè i mali siano sopportabili, che a farsi giustizia essi stessi
abolendo quelle forme di Governo cui sono avvezzi. Ma quando un lungo corteo di
abusi e di usurpazioni, invariabilmente diretti allo stesso oggetto, svela il
disegno di assoggettarli ad un duro Dispotismo(testo di Jefferson "al potere
arbitrario"), è loro diritto, è loro dovere di abbattere un tale Governo e di
procurarsi nuove garanzie per la loro sicurezza futura. Tale è stata la paziente
sopportazione di queste colonie; e tale è ora la necessità che le costringe ad
alterare i loro antichi sistemi di Governo. La storia dell'attuale Re di
Gran Bretagna è una storia di ripetute offese ed usurpazioni aventi tutte
come obiettivo immediato l'instaurazione di una Tirannide assoluta su
questi Stati. A prova di ciò, esponiamo i fatti al giudizio di un mondo
imparziale. (Segue l'elenco delle usurpazioni del re Giorgio III). Egli ha
rifiutato di dare il suo assenso alle leggi più opportune e necessarie al bene
pubblico [...]. Egli ha ripetutamente disciolto Assemblee rappresentative che si
erano riunite allo scopo di opporsi con virile fermezza alle sue violazioni
del diritto del popolo [...]. Egli ha reso i Giudici dipendenti dal suo
esclusivo arbitrio [...]. Egli ha mantenuto fra noi, in tempo di pace, eserciti
stanziali senza il consenso dei nostri Corpi legislativi. Egli ha ostentato di
rendere il potere militare indipendente dal potere civile e ad esso superiore.
Egli si è accordato con altri allo scopo di assoggettarci ad una giurisdizione
estranea alla nostra costituzione e sconosciuta alle nostre leggi (si allude al
parlamento inglese), dando il suo assenso alle loro presunte disposizioni
legislative, vale a dire: [...] ad interrompere il nostro commercio con
tutte le parti del mondo; ad imporre su di noi tributi senza il nostro
consenso[...]. Egli ha fomentato la rivolta al nostro interno ed ha tentato di
far marciare contro gli abitanti delle nostre zone di frontiera gli spietati
indiani selvaggi, il cui ben noto metodo di guerra consiste nel massacro
indiscriminato della gente di ogni età, sesso e condizione. (Capoverso di
Jefferson soppresso: "Egli ha intrapreso una gerra crudele contro la stessa
natura umana, violando i suoi più sacri diritti alla vita e alla libertà nelle
persone di una gente remota che mai gli aveva recato offesa, facendola catturare
e trasportare in schiavitù in un altro emisfero o mandandolaincontro ad una
morte miserevole durante il suo trasporto colà [...]. Deciso a conservare aperto
un mercato in cui si vendono e si comprano uomini, egli ha prostituito il suo
diritto di veto al fine di votare al fallimento ogni tentativo di proibire o
limitare per via legislativa questo esecrando commercio. E acciocchè non
mancasse a questo corteo di orrori nulla di infame, egli sta ora incitando
proprio quella gente a prendere le armi contro di noi [...]"). [...] Noi
pertanto, rappresentanti degli Stati d'America, riuniti in Congresso generale,
appellandoci al Supremo Giudice dell'universo quanto alla rettitudine delle
nostre intenzioni, sollennemente dichiariamo e proclamiamo, in nome e per
autorità dei buoni popoli di queste Colonie, che queste Colonie Unite sono e
devono di diritto essere Stati liberi ed indipendenti.