Piccola morte (14 Marzo 2005)

Sergio mi sta scopando da ore. E' venuto la prima volta nella mia bocca, una seconda volta sul mio ventre, e adesso sembra non avere nessuna intenzione di venire piu'. E' grosso, duro, e ha una resistenza che non aveva mai sfoderato prima. Io non mi lamento, anzi. Ci vediamo solo il fine settimana e passiamo l'intera domenica scopandoci fino allo sfinimento reciproco nel suo appartamento. Inutile dire quanto io aspetti questo giorno. Mi prende per le cosce, mi solleva il culo e mi fotte rabbiosamente. I suoi colpi sono forti, lunghi, sembra non volersi fermare ma proseguire la sua corsa dentro di me. Io sono in preda agli orgasmi, non so quanti ne ho avuti, non so nemmeno se erano piu' orgasmi o se sto godendo da un tempo interminabile. Ho il fiato cortissimo, non riesco nemmeno a parlare, ansimo soltanto. Ma riesco comunque ad incitare Sergio a gesti. Il mio corpo vuole sempre di più. Mi rigira a pancia sotto, mi solleva per infilarmi con un colpo deciso, poi ricomincia a fottermi con forza, lasciandomi andare. Ora sono schiacciata sul letto sotto il suo peso, le gambe allargate a ricevere i suoi colpi sempre piu' forti, con sensazioni sempre piu' intense. Penso che potrei morire se non viene e quindi non si ferma. Sergio mi sdraia su un fianco. Mi solleva una gamba, se la appoggia sulla spalla, afferra con forza la coscia e stando inginocchiato a cavallo dell'altra gamba me lo infila fino in fondo. Non so se sia la posizione, se sia la violenza con cui mi scopa, ma ogni volta che lo sento arrivare in fondo mi dà una scossa che mi invade il cervello e si propaga in tutto il corpo. Non credevo che si potesse godere così intensamente. La vista mi si annebbia, l'udito si attutisce, ci siamo solo io e questo grosso cazzo che mi sta devastando e deliziando. Mi manca il respiro. Muoio... Muoio... Sono morta. Davvero. Non vedo piu' l'appartamento di Sergio. Non vedo nulla in realtà. Non è il Paradiso o l'Inferno. E' come una grande superficie arancione, senza interruzione, senza pareti o altre cose. Provo a muovermi. Mi accorgo che posso camminare in una sola direzione. Non capisco il motivo, ma è cosi'. Cammino. Cammino. Comincio a scorgere in lontananza delle persone. Camminano tutti nella mia direzione, poi si fermano in una fila, e così anch'io mi ritrovo in fila. Li osservo, sono tutti giovani, e vestiti nei modi piu' strani. C'è un ragazzo in divisa da calciatore, con tanto di pallone. C'è uno vestito da ciclista. Uno da rocciatore, e ha l'attrezzatura. Una ragazza ha il telaio per il ricamo. un'altra vestita da pittrice con tavolozza e tela. Un poliziotto. Sembra il catalogo dei Playmobil, con tutte le professioni e le attività. Mi guardo e scopro che sono nuda. Solo adesso ci ho fatto caso. Agli altri sembra interessare poco, sono tutti in attesa di sapere cosa succederà. Mi giro a guardare quelli dietro di me, e sono anche loro tutti vestiti, con le attività più disparate. Solo io sono nuda. Arriva il mio turno. Ci deve essere una porta, anche se io non la vedo, perchè le persone che erano davanti a me sono sparite uno alla volta. Di fronte a me un operatore, ha l'aria dell'operatore anche se non ha nessun computer nè nessun foglio di carta. Ha l'aria stupita tanto quanto me quando mi vede nuda. Mi vede agitata e si offre di darmi delle spiegazioni. Gli chiedo perchè sono tutti giovani. Mi risponde che quello non è il corpo che avevano sulla terra, è un corpo nuovo, per quello che i vivi chiamano "aldilà". Gli voglio chiedere perchè sono nuda. Ma preferisco chiedere perchè tutti sono vestiti in quel modo bizzarro. Mi risponde spiegnadomi che l'aldilà non è un paradiso dove non si fa nulla, ma dove ogni persona fa quello che amava di più in vita, o che avrebbe tanto desiderato e non ha potuto fare. Capisco improvvisamente perchè sono nuda, e mi vergogno come una ladra. Accenno un - ma allora io...- ma lui mi interrompe finendo la mia frase: - in paradiso farò sempre sesso? No, mia cara, purtroppo per voi è l'unica attività non prevista nell'aldilà. Spero che non vorrai che ti spieghi le ragioni filosofiche di questa cosa... - No, non voglio spiegazioni. Voglio sapere cosa succederà adesso. Non lo sa nemmeno lui. Vedo, anzi intuisco che chiede informazioni, perchè non c'è nessun telefono. Si illumina in viso, e mi fa un grande sorriso. - Cara Martina, ho due notizie per te, una buona e una cattiva. La cattiva è che non puoi entrare nel paradiso. La buona è che visto che ci troviamo di fronte ad un conflitto di regolamento, e che non ci sono dei precedenti, non possiamo mandarti all'inferno, ma dobbiamo riportarti sulla terra, in vita. - In parole povere, Martina, hai una secondda possibilità. Il tempo di premere un tasto (che non c'era) e mi ritrovo catapultata in un letto, sotto un uomo ansimante che grida - VENGOOOOOOOoooooohhhhh! Sergio mi guarda e mi chiede - Tutto bene? Ti ho vista assente negli ultimi minuti, eri immobile, pallida, ti muovevi solo con le mie spinte. Ti sei lasciata andare ad assaporare il piacere che ti stavo dando? Mi rendo conto solo ora di quanto è stupido. Ma scopa come un animale, e questo mi basta. Riprendo il fiato, forse riprendo anche il mio colore naturale. Gli dico solo: - Ho pensato di trovarmi un hobby...