Venticinqueaprile (26 aprile 2005)

Stamattina mi sono svegliato con il cazzo duro che non mi dą pace. Non c'č niente da fare. Io dormirei ancora, molto volentieri, ma con questo palo in mezzo alle gambe non c'č nessuna posizione che mi permetta di rilassarmi. Mi avvicino a lei, che dorme dandomi le spalle, e inizio ad appoggiarglielo sulla schiena, nella fossetta sopra il culetto. Non reagisce, glielo faccio scorrere tra le chiappe. Niente. Mi avvicino, premendoglielo contro. E' talmente rigido che anzichč piegarsi la sposta in lą. Le passo una mano davanti, la accarezzo dal collo scendendo sui seni, sul ventre e mi fermo sulla sua fichetta. Il mio dito si infila tra le sue cosce, cerca la sua apertura e inizia a muoversi lentamente tra le labbra, cercando di farsi sentire sia sul clitoride che in profonditą. Ecco che lei inizia a muoversi... si sta svegliando... lo so che le piace, e non potrą resistere a lungo. Potrei leccarle la fica, accorcerei i tempi, ma č ancora impiastricciata del mio sperma di stanotte, e mi fa un po' schifo... Sento che apre un po' le gambe e si lascia cadere sulla schiena. In un attimo le sono sopra, punto la mia cappella tra le sue labbra e spingo. E' strettissima... raramente l'ho sentita cosģ poco dilatata e poco lubrificata. Un asensazione stupenda. Mi sembra di scopare una verginella. Mi piacerebbe prenderla lentamente, centimetro dopo centimetro, godermi questo sfregamento insuale... ma non ci riesco, č piu' forte di me, devo prenderla tutta, affondo con un gran colpo e sono tutto dentro di lei. Inizio a scoparla con forza. Cerco di baciarla ma lei gira la testa da un lato, non ha nemmeno aperto gli occhi. Probabilmente vuole godersi la sensazione del mio cazzo durissimo che la riempie. Per tutta sicurezza le strizzo un pochino le tette, so che la fa impazzire. Continuo a scoparla con grandi affondi, e finalmente vengo, con una serie di getti che sembra non finire mai. Mi rovescio sulla schiena, guardo il soffitto e mi abbandono. "Non mi hai neanche dato il buongiorno" sono le sue prime parole. "Ma come... ma se ti ho dato un buongiorno di ventidue centimetri! Non ti accontenti proprio mai..." Il mio uccello lentamente si affloscia, appoggiandosi sulla mia coscia. Mi alzo e vado in bagno. Finalmente posso fare una bella pisciata. Che liberazione....