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  1. Risolta la "Congettura di Goldsbach"

Pubblichiamo con piacere l'aggiornamento di una notizia
della nostra sezione "Fatti e curiosità dal mondo" - Aprile 2000



Il Centro  
 
CHIETI CRONACA  
lunedì 15 maggio 2000, S. Torquato  
   
L'enigma svelato da un teatino
«Ho risolto la Congettura di Goldsbach, mi spetta il premio»
Un ingegnere chiede i 2 miliardi messi in palio da un editore



CHIETI - Irrisolta per 250 anni, la «congettura di Goldsbach» non è più un mistero. A chiarire il «rebus», sul quale si sono cimentati per secoli geni della matematica di tutto il mondo e sofisticati computer, è stato un teatino: un ingegnere di 45 anni.
Il professionista, che per ora chiede di mantenere l'anonimato, lavora per una ditta di ascensori di Pescara. Ha consegnato la soluzione dell'enigma al notaio Edenio Franchi e ha incaricato l'avvocato Valter De Cesare di «riscuotere» il premio: ben due miliardi, un milione di dollari circa. Ricompensa di altri tempi, visto che premia l'intelligenza, quando al giorno d'oggi, spesso, a essere premiata è solo la fortuna.
Il concorso è stato bandito lo scorso mese di marzo da un editore inglese per il lancio di un romanzo greco negli Stati Uniti e sembra che l'enigma risalga a 250 anni fa.
Noto come «congettura di Goldsbach», il problema è molto semplice: basta riuscire a dimostrare che qualsiasi numero pari superiore a due è la somma di due numeri primi (cioè divisibili soltanto per uno e per sé stessi).
Empiricamente è facilissimo riscontrare che è così: sei, per esempio, è uguale a tre più tre, dodici a cinque più sette e così via. Ma fino a qualche giorno fa nemmeno i più grandi geni della matematica erano mai riusciti a spiegarne il perché. Al punto che si è pensato potesse esservi una faglia e che, con le grandi cifre ed il rarefarsi dei numeri primi, vi fosse un'eccezione.
Fra i pragmatici del calcolo si è così scatenata una corsa per verificare cifre sempre più grosse, ma l'enigma ha continuato a mantenere la sua imperturbabilità. Nemmeno i computer più moderni, programmati con particolari algoritmi, sono riusciti a dimostrare la veridicità o meno della congettura, pur controllando ogni numero fino a 400 mila miliardi. Ma la congettura, a quanto è scritto nelle carte dell'ingegnere chietino, ora è divenuta teorema. Infatti indipendentemente dai numeri presi in considerazione, l'ingegnere è riuscito ad arrivare alla soluzione attraverso un procedimento logico che poi ha riversato nel computer verificandone la correttezza.
«Ho impiegato 15 giorni per risolvere l'enigma», dice con estrema umiltà, «e lavorandoci solo la sera». Ora il professionista vuole verificare i termini del concorso e così ha incaricato l'avvocato De Cesare per arrivare ad esigere la somma messa in palio.
Come tutte le persone che hanno a che fare con numeri, analisi e logica, l'ingegnere sembra camminare a un metro da terra.
Cresciuto nel quartiere di Santa Maria, ha frequentato le scuole medie "Modesto della Porta", il liceo scientifico "Masci" e si è laureato in ingegneria all'Università dell'Aquila. Sposato e con due figli, per il 45enne dalla vita semplice ora le cose potrebbero davvero cambiare.



 
Articolo tratto dal sito internet
del quotidiano "Il Centro" di Pescara


 


 
 
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