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Leonardo Sinisgalli
Leonardo Sinisgalli .
Nacque
a Montemurro nel 1908,poeta italiano dagli esordi ermetici la cui
ispirazione prese poi la strada dell'epigramma o,del testo poetico
ad andamento disteso.Nel 1926 si trasferì a Roma dove intraprese
gli studi di ingegneria e dove incominciò
a coltivare i suoi interessi letterali.
Nel 1932 si laureò
in ingegneria.
Ebbe
interessi tecnici e scientifici ben evidenti .
Morì a Roma nel
1916.
.
Sinisgalli
è stato lo studente brillante che Enrico Fermi avrebbe voluto con sé,
con i ragazzi di via Panisperna; è stato il poeta che in poche
settimane scrisse le 18 poesie che scatenarono l'entusiasmo
dei critici; è stato l'inventore, come art director della Olivetti,
della Pirelli, dell'Eni, dell'Alitalia, di memorabili manifesti
pubblicitari; è stato il creatore di riviste di grande successo Pirelli,
Civiltà delle macchine, La botte e il violino, in cui
confluì il desiderio di saldare la dicotomia tra le due culture; è
stato il pubblicista di sapidi interventi legati all'arte,
all'architettura, alla scienza, alla matematica, alla geometria
(straordinario il Furor mathematicus); è stato il narratore
elegante e incisivo di prose memoriali; è stato il documentarista e
divulgatore che con 2 film vinse consecutivamente la Biennale di
Venezia; è stato il curatore di programmi radiofonici, Il teatro
dell'usignolo e La lanterna; è stato il critico d'arte
pungente e intuitivo; è stato il disegnatore ironico di ritratti.
Tuttavia di Sinisgalli, di questo gigante del Novecento, di questa
personalità così affascinante e complessa, non restano che pochi
versi sparsi nei libri scolastici, e un breve epitaffio che lo
ricorda come poeta-ingegnere. Tranne qualche piccolo editore, dei
suoi 15 libri pubblicati da Mondadori (8 nella prestigiosissima
collana I poeti dello Specchio), la casa di Segrate non ne ha
neanche uno in catalogo. Del meridiano, già pronto, di tutte
le poesie, non se n'è fatto più nulla. Consacrato e venerato in
vita da generazioni di critici (Contini, De Robertis, Cecchi, Bo,
Anceschi ecc.) la sua figura, come aveva prefigurato nel suo ultimo
libro di poesie, sta scendendo mestamente verso il Dimenticatoio.
Ha detto giustamente Giovanni Giudici che la storia della
letteratura gli ha mancato di rispetto appiccicandogli la sciocca e
superficiale etichetta di poeta-ingegnere eludendo così tutta la
sua magmatica complessità.
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